Il sub Steve Hickman ha messo le mani su centinaia di birre del diciannovesimo secolo. Erano rimaste sepolte nel mare per oltre 120 anni, custodite dal relitto della Wallachia, una nave mercantile con bandiera scozzese.

I relitti dei mari sono spesso associati a ricchezze faraoniche, pietre preziose e dobloni. Ma da diversi anni i ricercatori e le industrie del settore sono interessate ad un altro tipo di tesoro: gli alcolici. La birra scozzese ritrovata da Hickman, infatti, contiene un lievito che oggi non viene più usato per la birra e, a dire il vero, non sapevamo nemmeno fosse mai stato usato per la fermentazione di alcolici. Scoperte come queste alimentano le speranze dell’industria, dato che aprono le porte a nuove sperimentazioni e alla possibilità di usare tecniche antiche e ormai dimenticate per produrre birra più buona o, quantomeno, più interessante per parte degli intenditori.

La nave Wallachia è affondata nel 1895: andò a sbattere contro un’altra imbarcazione durante una giornata di nebbia particolarmente fitta. Le basse temperature delle acque al largo di Glasgow hanno mantenuto le birre in condizioni piuttosto decenti, permettendo ai ricercatori di studiarle approfonditamente.

Nel 2018 un simile ritrovamento, in Tasmania, consentì ai ricercatori di mettere le mani su alcune birre di oltre 220 anni fa. Vennero usate per tentare la creazione di una versione fedele di alcuni alcolici del diciottesimo secolo.