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I 15 migliori biopic musicali di sempre, tra rockstar e non solo

bohemian-rhapsody-migliori biopic musicali

Dopo il grande successo di Bohemian Rapsody, le case di produzione si sono scatenate alla ricerca di biopic musicali da realizzare, e, approfittando di questo grande interesse nei confronti di questo genere,  abbiamo voluto stilare una lista di quelli che, secondo noi, sono i 15 migliori biopic musicali di sempre.

Parliamo di un sottogenere che ha ancora tantissimo da  dare: ci sono storie di musica che non sono state ancora mai trattate, e che potrebbero essere veicolo di grande successo. Pensiamo alla vita di Bruce Springsteen, o al romanticismo di Chopin, e scorrendo possiamo trovare tanti artisti musicali di oggi,  di ieri e del passato più remoto, che sarebbero in grado di attirare una forte attenzione del pubblico.

Parliamo di un sottogenere che ha ancora tantissimo da  dare

Ecco i 15 biopic musicali che, a nostro avviso, hanno dato qualcosa alla cinematografia, ed agli appassionati di musica e di cinema.

Last Days (2005)

Last Days, migliori biopic musicali

Il film di Gus Van Sant, intitolato Last Days, cerca di ispirarsi agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain, prendendosi però molte libertà, e utilizzando i personaggi protagonisti un po’ a proprio piacimento per creare soprattutto un’atmosfera suggestiva.

Il protagonista di Last Days si chiama Blake (anche se il look è praticamente quello di Kurt Cobain), un musicista di successo che, ad un certo punto della propria carriera, decide di isolarsi in un casolare, e di meditare su sé stesso,  cercando delle  risposte alla  propria crisi esistenziale.

Michael Pitt interpreta un Kurt Cobain che fisicamente e come attitudine ricorda tantissimo il cantante dei Nirvana. Tutto il film si basa su un’atmosfera crepuscolare che non può non rievocare quello stato malinconico e angoscioso che ha segnato gli ultimi momenti di vita di Kurt Cobain.

Tutto il film si basa su un’atmosfera crepuscolare che non può non rievocare quello stato malinconico e angoscioso che ha segnato gli ultimi momenti di vita di Kurt Cobain.

A livello cinematografico, i continui piani sequenza, ed una vera e propria mancanza di trama rendono Last Days una sorta di visione emotiva, per farsi trascinare nella malinconica solitudine di una personalità unica nella storia del rock.

Lords of Chaos (2018)

Lords of Chaos, migliori biopic musicali

Nel 2018  Jonas Åkerlund porta alla ribalta un film dedicato ad una storia controversa, presentandolo al Sundance Film Festival. Lords of Chaos racconta gli eventi riportati nel libro del 1998  Lords of Chaos. La storia insanguinata del metal satanico. Al centro della storia c’è la nascita del metal norvegese e la fondazione della prima band di Euronymous, uno dei pionieri di questo sottogenere musicale.

All’interno dei suoi Mayhem, Euronymus, porterà prima il cantante Dead, affetto da una malattia rara che gli fa credere di essere morto, e poi il bassista Varg, un personaggio di totale rottura, attorno al quale si creerà la scena black metal norvegese, caratterizzata anche da atti dolosi come gli incendi nelle chiese.

Lords of Chaos è un film girato in maniera semplice ma efficace, che riesce a raccontare cronologicamente come si sono evoluti gli eventi all’interno di una scena musicale tra le più controverse di sempre.

Lords of Chaos è un film girato in maniera semplice ma efficace, che riesce a raccontare cronologicamente come si sono evoluti gli eventi all’interno di una scena musicale tra le più controverse di sempre. Si tratta di un film consigliato agli appassionati di rock e metal, ma anche a chi ha piacere nel vedere storie cupe e drammatiche.

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The Doors (1991)

The Doors, migliori biopic musicali

Quando un regista di valore assoluto come Oliver Stone si mette all’opera con un biopic musicale, non può non uscire un qualcosa degna di attenzione. The Doors è un film decisamente riuscito, che racconta il percorso di vita e musicale di Jim Morrison e degli iconici The Doors.

A interpretare il personaggio protagonista è un Val Kilmer che funziona nei panni dello sciamano del rock. Il lungometraggio racconta con attenzione e rigore biografico lo sviluppo degli eventi che hanno portato lo studente di cinematografia a Los Angeles, James Douglas Morrison, e la sua vecchia conoscenza  Ray Manzarek a formare una band rock, fortemente influenzata dall’atmosfera acida e delirante dei tardi anni Sessanta.

Tutto il film riesce a carpire quell’atmosfera a metà tra delirio ed ispirazione che ha guidato la vita del cantante dei Doors.

Anche Meg Ryan nei panni di Pam, la fidanzata di Jim Morrison, è ben calata nella parte, e tutto il film riesce a carpire quell’atmosfera a metà tra delirio ed ispirazione che ha guidato la vita del cantante dei Doors. Si tratta di un lungometraggio imperdibile per tutti gli appassionati di rock, e per coloro i quali volessero approcciarsi in maniera semplice ed efficace alla biografia di una band e di uno dei cantanti più popolari di sempre.

Sid & Nancy (1986)

Syd e Nancy, migliori biopic musicali

Continuiamo a parlare dei migliori 15 biopic musicali di sempre citando un’altra storia che ha a che fare con il rock, ed in particolare con due personaggi divenuti simbolo di un amore vero, ma tossico. Il racconto al centro di Sid & Nancy è quello di Sid Vicious, il bassista dei Sex Pistols, e di Nancy Spungen, la ragazza a cui Vicious si legherà fino alla morte.

Il disagio sociale ed esistenziale vissuto da entrambi li legherà a vita, portandoli a vivere insieme, arrivando fino a New York, dove tra droga e crisi varie arriveranno praticamente ad autodistruggersi. Sid Vicious e Nancy sono il simbolo di un certo tipo di sentimento malato, ma anche di una storia affascinante fatta di un legame capace di unire due anime dannate, ma così vicine nella loro essenza.

Sid Vicious e Nancy sono il simbolo di un certo tipo di sentimento malato, ma anche di una storia affascinante fatta di un legame capace di unire due anime dannate, ma così vicine nella loro essenza.

A interpretare i due protagonisti sono un grande Gary Oldman e Chloe Webb, che riescono a imprimere con la loro interpretazione tutta la disperazione di questi due character. C’è anche da dire che le figure di Sid & Nancy sono la base per tutta una serie di amori tossici: su tutti quello tra Joker e Harley Quinn.

 

Pete Davidson, Ramones

Bird (1988)

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Passiamo dal rock al jazz, per un film che non può non essere incluso tra i 15 migliori biopic musicali di sempre, considerando anche che alla regia c’è un monumento come Clint Eastwood. Bird è la storia del più iconico musicista jazz di sempre: stiamo parlando di Charlie Parker.

La storia del sassofonista partito dal Kansas per arrivare fino  New York, rivoluzionando il movimento jazz,  è raccontata con attenzione  e delicatezza da un Eastwood che vuole mostrare la purezza, ed allo stesso tempo, l’incapacità di vivere con un minimo di regolarità nella vita da parte di Charlie Parker.

Forest Whitaker lavora ad una delle sue migliori interpretazioni di sempre, e s’immedesima perfettamente in un personaggio tanto malinconico, quanto carismatico. Bird ottenne il premio Oscar al miglior sonoro nel 1989, consegnò a Whitaker il premio per il migliore interprete al Festival di Cannes, e diede a Eastwood il Golden Globe per la migliore regia nel 1989. Tanti premi che sono un sinonimo di grande qualità.

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Nico, 1988 (2017)

Nico 1988

La storia della cantante dei Velvet Underground, nonché musa di Andy Warhol, è stata raccontato nel 2017 nel lungometraggio Nico, 1988, film di Susanna Nicchiarelli capace di vincere il Premio Orizzonti al Festival di Venezia, e di ottenere anche un David di Donatello.

Trine Dyrholm veste i panni di Nico in un periodo particolare della sua vita, quando è ormai invecchiata, e lontana dall’essere quell’icona di bellezza capace di affascinare il popolare artista Andy Warhol. La storia si concentra su un momento particolare della vita della cantante, quando Nico è in Europa per portare avanti il suo ultimo tour, e, nel frattempo, cerca di riallacciare i rapporti con il figlio, affetto da diversi problemi psicologici.

In mezzo al dramma di una vita al crepuscolo c’è tutta la forza di un personaggio fuori dal comune, capace di influenzare l’arte e la musica del Ventesimo secolo.

In mezzo al dramma di una vita al crepuscolo c’è tutta la forza e l’arte di un personaggio fuori dal comune, capace di influenzare l’arte e la musica del Ventesimo secolo.

Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line (2006)

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Joaquin Phoenix ha ottenuto un premio Oscar come migliore attore per la sua performance in Joker, ma negli anni ha interpretato diversi ruoli iconici: uno tra questi è quello di Johnny Cash, uno dei più grandi cantautori americani di sempre.

Walk the Line, sottotitolato in Italia Quando l’amore brucia l’anima, è stato diretto da James  Mangold, regista che poi avrebbe ripreso una canzone di Johnny Cash, l’iconica Hurt, per il trailer di un cinecomic rivoluzionario come Logan.

La storia al centro del film racconta la giovinezza di Johnny Cash, e la turbolenta storia d’amore che il cantante ebbe con June Carter Cash. I tormenti del giovane Cash vengono raccontati in maniera efficace, tanto da conquistare sia pubblico che critica, portando il film a ottenere tre Golden Globe e cinque nomination ai Premi Oscar del 2006, con una statuetta assegnata a  Reese Witherspoon, come migliore protagonista femminile.

Amadeus (1984)

Amadeus

In un articolo di approfondimento sui 15 migliori biopic musicali di sempre non può non essere citato Amadeus, il film di Miloš Forman, che ha segnato decisamente i tempi. Solitamente i biopic musicali cercano di raccontare storie abbastanza recenti, legate per lo più a personaggi del mondo del rock, ma la storia della musica classica è stata costellata di personaggi iconici, e degni di essere raccontati: su tutti spicca il genio di Wolfgang Amadeus Mozart.

In questo lungometraggio, oltre al percorso verso il successo di Mozart, viene raccontata anche la presunta rivalità  con il compositore Antonio Salieri. Secondo alcune ipotesi, ritenute non attendibili, la morte di Mozart sarebbe dovuta proprio alla gelosia di Salieri, che avrebbe fatto di tutto pur di vincere la guerra musicale con il geniale artista austriaco.

Amadeus si aggiudicò otto Oscar, quattro Golden Globe e tre David di Donatello, divenendo un successo assoluto, ed anche su Rotten Tomatoes ha ottenuto consensi, con il 93% di approvazione da parte della critica, ed il 95% da parte del pubblico.

Le suggestioni di una storia che incuriosisce già dal soggetto, vengono caricate di qualità delle interpretazioni di  Tom Hulce nei panni di Mozart, e da F. Murray Abraham come Salieri. Un sonoro degno di una statuetta Oscar riesce a impreziosire un film ricco di musica e di momenti capaci di rimanere impressi, grazie alla capacità di scegliere gli accompagnamenti musicali migliori per le scene più suggestive (su tutte spicca il Requiem).

Amadeus si aggiudicò otto Oscar, quattro Golden Globe e tre David di Donatello, divenendo un successo assoluto, ed anche su Rotten Tomatoes ha ottenuto consensi, con il 93% di approvazione da parte della critica, ed il 95% da parte del pubblico. Quanto basta per poterlo considerare uno dei migliori biopic musicali di sempre, se non il migliore.

Judy (2019)

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Judy Garland è conosciuta soprattutto per essere stata l’iconica protagonista del film Il Mago di Oz, ma  in realtà si tratta di un’artista  completa, raccontata in maniera profonda e intrigante nel biopic Judy.

La storia al centro del lungometraggio si sofferma su un momento particolare del percorso di Judy Garland, quando ormai adulta e con dei figli deve fare i conti con tutta una serie di problemi nati da un passato turbolento. La rapida ascesa della Garland ha portato l’attrice e cantante a doversi privare di cose comuni a molte giovanissime ragazze, ed a quarant’anni la donna è schiava dell’acol e degli antidepressivi.

Ma un tour nel Regno Unito sembrerà consegnarle di nuovo la serenità del passato, ed una ritrovata voglia di dare e ricevere emozioni dal pubblico.

Una grande Renée Zellweger ha conquistato, grazie a questa interpretazione, un Oscar alla migliore attrice protagonista.

Dreamgirls (2006)

dreamgirls

Parliamo del lungometraggio che racconta dell’ascesa al successo delle Supremes, già raccontato in un musical omonimo, e che venne trasformato in film da Bill Condon. La storia non cita direttamente le Supremes, ma parla delle Dreamettes,  un gruppo vocale femminile la cui leader è Deena, personaggio interpretato da Beyoncé.

Il personaggio che porterà al successo le Dreamettes è Curtis, un venditore di auto amante della musica che, notando il talento delle ragazze, riuscirà a farle cantare assieme  al popolare Jimmy Thunder Early, ed a lanciarle sempre di più verso la scalata nel mondo del pop. Proprio il personaggio di Jimmy Thunder è interpretato da Eddie Murphy, che con questo lungometraggio riuscirà a rilanciarsi, ottenendo anche una candidatura come migliore attore non protagonista agli Oscar.

La musica pop soul che accompagna la pellicola dà atmosfera a tutto il film, e viene impreziosita dal brano Listen, interpretato da Beyoncé ed inserito appositamente nella colonna sonora di Dreamgirls, rendendolo un successo da Hit Parade.

La musica pop soul che accompagna la pellicola dà atmosfera a tutto il film, e viene impreziosita dal brano Listen, interpretato da Beyoncé ed inserito appositamente nella colonna sonora di Dreamgirls, rendendolo un successo da Hit Parade.

Per gli amanti della black music,  del soul, del pop,  e delle grandi storie di ascesa verso il successo Dreamgirls è un film che merita la visione e che può essere considerato uno dei migliori biopic musicali di sempre.

Kenneth Branagh

Great Balls of Fire! – Vampate di fuoco (1989)

Great Balls of Fire

Nel 1989 Dennis Quaid vestì i panni di Jerry Lee Lewis, raccontando la storia di un cantante che ha fatto la storia della musica pop, e che ha vissuto una vita privata piuttosto controversa per certi aspetti. Nell’epoca dei successi di Elvis Presley, Jerry Lee Lewis riesce a ottenere altrettanta popolarità grazie ai suoi pezzi blues dal ritmo assatanato.

Lewis verrà accusato, appunto, di suonare “musica di Satana”, e di fare movimenti del corpo considerati osceni, ed ancora di più risulterà controverso dopo essersi fidanzato con la tredicenne Myra Gale. Parliamo di un personaggio che è andato oltre una certa moralità, e che è riuscito ad affermare, da uomo bianco, una musica popolare e comune tra le persone di colore nella Louisiana degli anni Cinquanta.

Non si tratta di un film eccezionale, ma di un buon biopic musicale, con degli ottimi interpreti protagonisti, che riesce a raccontare con attenzione una  storia molto particolare, e che è accompagnato da musica degna di essere ascoltata e riascoltata, quella del  grande Jerry Lee Lewis.

Rocketman (2019)

Rocketman

Sulla scia di Bohemian Rapsody nel 2019 è uscito Rocketman, biopic musicale dedicato alla vita di Elton John, e che ha visto Taron Egerton vestire i panni dell’eccentrico protagonista. Al centro della storia ci sono i momenti più  importanti che hanno contraddistinto la carriera dell’iconica pop star.

Il film inizia con un Elton John che, stanco e depresso, decide negli anni Ottanta di andare a disintossicarsi dall’abuso di alcol e droghe, e da questo percorso di riabilitazione inizierà un flashback che partirà dagli anni cinquanta raccontando la storia di  Reginald Dwight, un giovane timido che vive a Londra, e che col tempo farà una vera e propria scalata verso il successo musicale.

Parliamo di un lungometraggio che ha convinto la critica, e che è risultato anche controverso, visto che è stato vietato in Russia ai minori di 18 anni.

Parliamo di un lungometraggio che ha convinto la critica, che su Rotten Tomatoes è arrivato ad una percentuale di consensi del 90%, e che è riuscito anche a risultare  controverso, tanto che in Russia è stato vietato ai minori di 18 anni, ed ha portato al taglio di alcune scene riferite all’omosessualità di Elton John.

Il film Rocketman è disponibile su Netflix.

Rocketman

Control (2007)

Control, 15 biopic musicali

Tra le storie più affascinanti di sempre della storia della musica rock c’è quella del leader  dei Joy Division Ian Curtis, morto suicida all’età di 23 anni, e per sempre legato a classici come Love will Tear Us Apart.

Quella di Ian Curtis è la storia di un giovane di Manchester, afflitto da una grave epilessia che condizionerà il suo modo di affrontare la vita e di vedere il mondo. Appassionato di poesia e di musica, Curtis concilierà il crescente successo della sua band, con una vita sentimentale  che lo porterà a sposarsi e ad avere un figlio frettolosamente.

Gli attacchi di epilessia sempre più aggressivi, ed un matrimonio ormai alla deriva, porteranno Curtis a prendere l’estrema decisione, e ad impiccarsi a soli 23 anni.

Control è un film che racconta in maniera attenta, con un bianco e nero che rende la fotografia sofisticata, e grazie ad un’interpretazione  importante da parte di Sam Riley, la storia di un’icona pop indimenticabile.

Control è un film che racconta in maniera attenta, con un bianco e nero che rende la fotografia sofisticata, e grazie ad un’interpretazione  importante da parte di Sam Riley, la storia di un’icona pop indimenticabile, e per questo motivo merita di stare tra i 15 biopic musicali da vedere.

Il film è disponibile su Prime Video.

Io non sono qui (2007)

Io non sono qui, migliori biopic musicali

In una lista dei migliori biopic musicali di sempre non poteva mancare un lungometraggio dedicato al cantautore per eccellenza: parliamo del premio Nobel Bob Dylan. La storia racconta il percorso di Dylan, attraverso sette differenti momenti di vita del personaggio.

E per raccontare un personaggio così particolare e diverso dalla norma, sono stati utilizzati sei attori diversi capaci d’incarnare ognuno una sfaccettatura ed un momento del percorso di Bob Dylan. A vestirne i panni ci sono personaggi come Christian Bale, Heath Ledger e Cate Blanchett, che interpreta il Dylan del periodo rock 1965-1966, caratterizzato da un tour in Gran Bretagna entrato nella storia.

Proprio questa scelta particolare di utilizzare diversi attori per interpretare Dylan, dividendo il film in momenti tematici, riesce a dare a questo biopic un’impronta originale, per un lungometraggio non lineare ma capace di essere caratterizzante ed in alcuni momenti indecifrabile, proprio come il personaggio al centro della storia.

Un lungometraggio non lineare ma capace di essere caratterizzante ed in alcuni momenti indecifrabile, proprio come il personaggio al centro della storia.

Bohemian Rhapsody (2018)

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Per concludere questa lista dei migliori 15 biopic musicali di sempre non si poteva non citare Bohemian Rhapsody (film disponibile su Amazon Prime Video), il lungometraggio che ha fatto esplodere a Hollywood la voglia di raccontare storie di musicisti e cantanti famosi. In questo film  viene raccontata, sotto la regia di Bryan Singer, l’ascesa verso il successo dei Queen e di Freddie Mercury.

Il popolarissimo cantante è stato anche una persona fragile, scomparsa troppo presto da un mondo che lo idolatrava, ma nel quale non riusciva a trovare una perfetta collocazione. Nonostante il lungometraggio riporti diverse inesattezze storico-biografiche, riesce comunque a prendere l’essenza di Freddie Mercury ed a farla vivere sullo schermo.

Nonostante il lungometraggio riporti diverse inesattezze storico-biografiche, riesce comunque a prendere l’essenza di Freddie Mercury ed a farla vivere sullo schermo.

Il balzo dalla celebrità assoluta sul palco al grande senso di solitudine fuori sono le caratteristiche assolute che spiccano di più in Bohemian Rapsody. Freddie Mercury ed i Queen sono tutt’ora delle icone pop e della musica contemporanea, e le canzoni che accompagnano il film non possono che travolgere il pubblico, al punto tale che al cinema è stata distribuita anche la versione karaoke di Bohemian Rhapsody.

Tutto ciò fa trasparire il grande amore e passione nutrito per questo cantante e per questa band, ma anche la grande performance recitativa di un Rami Malek che si è  guadagnato un premio Oscar al migliore attore protagonista, e che ha saputo sia visivamente che a livello interpretativo ridare vita al grande Freddie (mentre per quanto riguarda la performance canora  non si è, forse giustamente, nemmeno provato a far riprodurre all’attore la voce di Mercury).

Grazie a quasi un miliardo d’incassi Bohemian Rhapsody è considerato il più grande biopic musicale di sempre, e, al di là del successo e delle possibili critiche ed inesattezze, questo film ha il merito di aver risvegliato l’attenzione verso il mondo della musica e dei musicisti, una cultura che ancora ha ampi margini per essere raccontata al pubblico degli appassionati di cinema, e non solo.

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