Il dio dell’inganno è tornato. Un momento, torniamo indietro. Avevamo lasciato il mutaforma asgardiano decisamente morto, per mano di Thanos, in Avengers: Infinity War (2018). Riformuliamo meglio: avevamo lasciato quel mutaforma asgardiano decisamente morto, per mano di Thanos, in Avengers: Infinity War. In Avengers: Endgame, uscito nel 2019 in sala, c’è un altro Loki che, ora lo sappiamo, ha un destino totalmente differente. Dopo aver preso il Tesseract mentre Tony Stark e il fratello Thor erano distratti, Loki si è teletrasportato chissà dove. La risposta a quella domanda arriva ora, grazie alla nuova serie Marvel dedicata proprio a lui, disponibile su Disney Plus a partire dal 9 giugno. Prima di tuffarci nella recensione del primo episodio di Loki, facciamo un altro passo indietro.
Quando i Marvel Studios hanno annunciato i titoli delle serie tv che avrebbero realizzato, tutti (e chi dice il contrario mente) quando hanno visto che era in programma anche una serie su Loki hanno immediatamente pensato che sarebbe stata il prodotto di punta di queste avventure televisive dei supereroi Marvel. Proprio perché il suo destino sembrava ormai compiuto e definitivo e perché, diciamolo, Loki è uno dei personaggi più amati del Marvel Cinematic Universe. È un villain pieno di sfumature, che si è fatto voler bene anche più di tanti eroi positivi. Soprattutto è dotato di un’arma fondamentale: l’ironia. Loki è, se vogliamo risalire agli archetipi classici della narrazione, il trickster per eccellenza. È intelligente, pieno di risorse, sempre pronto a scardinare qualsiasi situazione con un commento pungente. Certo, è anche il re della pugnalata alle spalle. Poi, aspetto non secondario, è interpretato da Tom Hiddleston che, proprio grazie a questo ruolo, è diventato una star mondiale, facendo conoscere la sua bellissima voce in tutto il globo, conquistando pubblico e critica.
Se quindi avevamo già grandi aspettative nei confronti di Loki (ricordiamolo: al momento l’unica serie Marvel già rinnovata a scatola chiusa per due stagioni), dopo aver visto WandaVision (che detiene al momento, almeno per chi scrive, ancora il primato di inizio migliore, sicuramente quello più originale e imprevedibile) e The Falcon and The Winter Soldier, per cui non c’era questa attesa spasmodica e si sono invece rivelate due prodotti ottimi, entrambe con una propria identità precisa e uno stile (anche visivo) distintivo, ora non possiamo che aspettarci fuochi d’artificio dalla serie sull’affascinante dio dell’inganno.
Loki e lo zampino del diavolo
Entriamo dunque nel merito: il Loki del 2012, quello della battaglia di New York contro gli Avengers (ambientata nel 2012), recupera il Tesseract al cui interno c’è la Gemma dello Spazio e si teletrasporta. Mentre gli Avengers devono ancora rendersi contro di ciò che è successo, l’asgardiano si ritrova nel deserto del Gobi. Ma non può fare un passo che arrivano immediatamente degli agenti della TVA, la Time Variance Authority, che lo arrestano. In quello che sembra un ufficio burocratico uscito direttamente da 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (con un po’ di Brazil e di Doctor Who), Loki si ritrova a dover avere a che fare con tutto ciò che ha sempre odiato: le regole. Ne ha infrante parecchie nella sua vita, ma stavolta ha fatto il passo più lungo della gamba: ha creato una linea temporale alternativa. Il compito della TVA è proprio quello di monitorare il Multiverso: se una deviazione è troppo pericolosa, ha i mezzi e l’autorità per cancellarla.
Tutto questo è spiegato in un filmato animato esplicativo che è una gioia per gli occhi: a metà tra lo stile di Bruno Bozzetto e l’animazione vintage di Cuphead. Una vera chicca, così come gli spot pubblicitari di WandaVision. Loki lo vede mentre sta facendo una fila immaginaria per cui deve comunque prendere un numero, prima di essere giudicato da Ravonna Renslayer (Gugu Mbatha-Raw), giudice del TVA a cui è stato assegnato il caso dell’asgardiano. La sentenza originaria sarebbe quella di distruzione, ma a questo punto interviene a salvare il nostro multiforme protagonista l’agente Mobius M. Mobius (Owen Wilson). L’uomo ha una missione per lui: aiutarlo a fargli capire meglio chi è davvero Loki. Sembra una proposta facile, ma nemmeno il dio dell’inganno sa tutto di se stesso.
Loki: la fiducia è per i bambini
L’entrata in scena di Mobius è un momento di svolta per la serie: se fino a un secondo prima abbiamo infatti semplicemente incontrato di nuovo un vecchio “amico-nemico”, grazie all’agente la storia finalmente decolla. È lui a mettere di fronte a Loki la fatidica domanda:
cosa rende un villain un villain?
E questo Loki, quello del 2012, che non ha ancora tradito più volte il fratello Thor, che non ha visto Ragnarock, che non ha affrontato la sua famiglia, non può ancora saperlo davvero: è come se fosse immaturo, convinto così com’è di essere sempre la persona più intelligente nella stanza. Invece ci sono moltissime cose che non conosce, soprattutto in un luogo in cui le Gemme dell’Infinito vengono letteralmente usate come ferma carta (non lo dite a Thanos).
La vita di una persona è decisa dalle sue scelte: o no? La libertà è un’illusione? Il nostro destino è già segnato oppure possiamo ribellarci e crearcelo da soli? In quel caso arriverebbe comunque la TVA a cancellarci dall’esistenza? Molte sono le domande e i dubbi che Mobius instilla nella brillante mente di Loki, che forse per la prima volta si trova costretto a seguire e non ad anticipare. “Sono nato per essere re” dice con assoluta certezza all’agente. Ma quando questo gli mostra come Thanos ha spezzato in due il suo collo non ne è più tanto sicuro. Al momento non può quindi che incassare il colpo, ingoiare l’orgoglio e collaborare con l’unica persona in grado di dargli un po’ di tempo in più. Si possono però fidare l’uno dell’altro?
“La fiducia è per i bambini” dice Loki, che in questa prima puntata della serie scritta da Michael Waldron (già sceneggiatore di Rick and Morty e di Doctor Strange in the Multiverse of Madness) ha un sacco di battute a effetto. Eppure noi spettatori, dopo WandaVision e The Falcon and the Winter Soldier, dopo la svolta sempre più matura di questi eroi Marvel in carne e ossa, come possiamo non fidarci del progetto tenuto insieme con sempre più incredibile maestria da Kevin Feige?
Loki come Doctor Who
Anche in Loki i riferimenti ai fumetti originali non mancano, anzi, così come le inside jokes. Impossibile non pensare a tutto il clamore che si è creato attorno all’immagine di Owen Wilson, nei panni sobri dell’agente Mobius, di fronte a una vetrata di una chiesa su cui è raffigurato il Diavolo. Quella scena è proprio in questo primo episodio: siamo nel 1549 in Aix-en-Provence, il personaggio sta controllando una linea temporale e chiede a un bambino chi sia stato a portare scompiglio. Questo, dopo avergli mostrato delle caramelle Kaboodie (la mitologia interna si crea anche con questi piccoli dettagli), dice che “è stato il Diavolo”. Impossibile non pensare a tutti discorsi e le speculazioni fatte su Mephisto, sulla “caccia all’indizio” cominciata con WandaVision. Gli autori sicuramente ci stanno giocando consapevolmente.
E questo, nonostante qualcuno possa storcere il naso, è invece rassicurante per chi scrive: hanno tutto sotto controllo, sanno esattamente dove vogliono portarci. E, visto che il creatore di Loki ha sceneggiato anche Doctor Strange 2 di Sam Raimi, è praticamente automatico pensare che la serie si collegherà direttamente al film. O comunque al Multiverso. Nonostante il primo episodio di Loki debba spiegare molte cose molto in fretta, avendo quindi uno scopo soprattutto introduttivo, gli autori riescono a trasportarci immediatamente in un altro mondo, che ha i suoi colori e le sue geometrie. “Il tempo scorre diversamente nel TVA” ed è vero: le parole e i dialoghi si rincorrono e si nascondono esattamente come i personaggi, che scappano da un corridoio all’altro, passando da un archivio all’altro. La coppia formata da Tom Hiddleston e Owen Wilson funziona a meraviglia.
Tirate quindi un sospiro di sollievo: Loki sembra esattamente tutto ciò che avevamo sperato.
Loki è disponibile dal 9 giugno su Disney Plus.
Loki: Tutti gli Easter Egg del Primo Episodio
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Come scritto nella recensione del primo episodio di Loki, la serie creata da Michael Waldron (già autore di Rick and Morty e sceneggiatore di Doctor Strange 2) promette molto bene: Tom Hiddleston in coppia con Owen Wilson fa scintille e il mondo del TVA ha un suo stile distintivo. Nel primo episodio bisogna dire molto e molto in fretta, avendo una funzione introduttiva: nonostante questo il ritmo è sempre alto. Le premesse per un'altra ottima serie del MCU ci sono tutte.
- Tom Hiddleston e Owen Wilson sono magnifici insieme.
- Il worldbuilding è molto interessante.
- I dialoghi sono brillanti.
- Il primo episodio è molto introduttivo: gli amanti dell'azione potrebbero storcere il naso.