Spam, il partito di Boris Johnson viene multato dal garante inglese

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I Tory di Boris Johnson, Primo Ministro britannico, hanno subito una multa da 10.000 sterline (circa 12.000 euro) per aver ignorato in maniera reiterata ogni regola britannica sullo spam e i detrattori si chiedono se questa loro noncuranza della legge possa aver offerto o meno al partito quella visibilità che è servita a guadagnarsi i favori delle masse.

La sanzione è stata assegnata ai Conservatori inglesi dal Information Commissioner’s office (ICO), il quale ha portato avanti un’indagine nata dalle denunce iraconde di 51 utenti che hanno ricevuto email indesiderate nel luglio del 2019, periodo che fatalmente coincide con quando il politico è stato nominato come leader del partito. Si stima che, allora, le mail improprie superassero il milione.

I Tory hanno sostenuto che i messaggi promozionali e politici che hanno inviato fossero tutti pensati per assecondare “legittimi interessi” dei riceventi, escamotage che però i giudici non hanno accolto e per il quale hanno piuttosto sentito la necessità di specificare che neppure questo genere di messaggio sia esentato dal dover sottostare alle norme.

Durante le indagini, il partito di Johnson si è lanciato in una campagna di spam a tappeto, generando 23 milioni di email da diffondere il più possibile fintanto che il giudice non si fosse ancora espresso sulla decisione finale. Tale decisione non è stata certo velocizzata dal fatto che il partito si sia dimostrato sin da subito poco collaborativo e che dei dati siano stati “goffamente” persi durante un trasferimento dei server.

Un atteggiamento torbido che, ibridato con le “menzogne strategiche” della campagna per la Brexit, potrebbero effettivamente aver influito sulle evoluzioni politiche del Paese, anche se è inutile negare che sembri ingenuo il pensare che questo elemento possa essere l’unica giustificazione delle evoluzioni politiche UK.

La rivista Tech Crunch non manca tuttavia di sostenere come il partito Conservatore sia l’unico ad applicare una strategia tanto invasiva e martellante, con gli avversari che sono perlopiù colpevoli solamente del non saper trattare con adeguata attenzione i dati dei loro iscritti.

 

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