Un’Intelligenza artificiale a Pisa può diagnosticare le malattie neurodegenerative
L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Pisa ha avviato un "super computer" la cui intelligenza artificiale aiuterà nelle diagnosi.

L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Pisa, l’ospedale Galliera di Genova e la Medicina Nucleare di Massa hanno collaborato per sviluppare un’intelligenza artificiale (IA) addestrata a diagnosticare precocemente il Parkinson e altre patologie neurodegenerative leggendo con accortezza i risultati di Pec e Tac.
I risultati della ricerca sono stati condivisi nella pubblicazione “The role of deep convolutional neural network as an aid to interpret brain 18F-DOPA PET/CT in the diagnosis of Parkinson’s Disease”, pubblicazione che ha prospettato un futuro in cui il machine learning potrà dimostrarsi essenziale nell’evidenziare ai medici i primissimi indizi di una malattia.
La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce molte persone nel mondo: non sempre si riesce a diagnosticarla in modo precoce, mentre sarebbe molto utile farlo per impedire il decorso degenerativo della malattia. Un intervento in fase pre-clinica permetterebbe la gestione ottimizzata del paziente e di rallentare la progressione della malattia. […]
È fondamentale sottolineare che l’intelligenza artificiale non può sostituire l’uomo: queste tecnologie forniranno agli operatori sanitari un supporto nella lettura dei dati e nel cogliere elementi significativi che, altrimenti, non sarebbero di facile rilevazione quando le alterazioni patologiche sono di lieve entità e quindi ad uno stadio precoce della malattia.
Di contro, il livello di analisi dei dati da parte dell’intelligenza umana non è replicabile da parte dell’IA: è sempre il cervello umano a dare un senso ai dati analizzati in modo da pervenire ad una diagnosi. Gli operatori sanitari diventeranno quindi dei veri e propri consulenti dei pazienti, grazie alla possibilità di poter gestire una diversa mole di dati raccolti con le tecnologie a disposizione, al fine di intercettare quanto prima possibile la malattia e offrire la miglior soluzione di cura al paziente,
ha spiegato Pietro Bertolaccini, direttore della Medicina nucleare di Massa.
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