Per spingere le persone ad adoperare di più la carta di credito, lo Stato italiano si è inventato il cashback, un programma che fornisce fino a 150 euro di rimborsi ai bravi spenditori, ma che si rende ancor più ghiotto regalando 1.500 euro a coloro che hanno effettuato un maggior numero di pagamenti. Ecco dunque il problema: per ottenere il “Super Bonus” del cashback, moltissimi sono ricorsi a microtransazioni semi-fraudolente.
“Transazioni ricorrenti di importo irrisorio, effettuate in numero elevato presso lo stesso esercente, lo stesso giorno” che, stando a quanto dicono i gestori dell’app dedicata, “appaiono non qualificati come “acquisti” di beni e servizi”.
In pratica, le persone si sono spesso andate a fare il pieno di benzina a colpi di pochi euro, così da generare un numero abnorme di pagamenti con carta di credito. Un estremo tentativo di aumentare notevolmente la possibilità di rientrare tra i 100.000 utenti che hanno registrato il maggior numero di transazioni, ovvero coloro che avranno poi il diritto al Super Bonus.
Sfortunatamente per questi strateghi della ludopatia, l’app ha notificato la decisione di voler cancellare tutte queste microtransazioni sospette dal programma cashback, cosa che, stando ad alcune testimonianze, avrebbe depennato dalla lista circa 4.000 contendenti.
Coloro che ritenessero di essere stati colpiti ingiustamente da una simile draconiana soluzione hanno sette giorni per provare che i gestori del programma si stiano sbagliando. Basta compilare un modulo in cui va specificato l’effettivo oggetto dell’acquisto stornato. Un modulo per ogni transazione, potenzialmente per centinaia di transazioni.
Il cashback e la lotteria degli scontrini sono stati esperimenti un po’ estemporanei di strategie governative atte a combattere il lavoro e i pagamenti in nero, strategie di cui vedremo i frutti solamente nei prossimi mesi e che bisogna capire se verranno replicate anche in occasioni future.
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