WhatsApp ha modificato le sue policy introducendo nuove norme che non hanno smesso di destare clamore e sdegno nonostante i mille tentativi di chiarimento da parte dell’azienda di proprietà di Facebook Inc.. Frustrata dalle più recenti lamentele, la ditta tech decide di fare un passo indietro e di rimangiarsi la promessa di funestare con svantaggi e servizi incompleti coloro che non si sarebbero chinati ai nuovi termini di servizio.

Già di partenza, le policy in questione non partivano da una situazione cheta, quindi le persone non hanno affatto preso bene quando WhatsApp ha annunciato che avrebbe di fatto punito gli utenti dissidenti iniziando a strappare gradualmente loro le funzionalità dell’app.

Viste le recenti discussioni con varie autorità e esperti di privacy, ci teniamo a chiarire che non limiteremo nel tempo le normali funzionalità di WhatsApp per coloro che non hanno ancora accettato l’aggiornamento,

ha detto una portavoce dell’azienda alla testata The Verge, assicurando che questa linea di condotta sia da considerarsi stabile e che l’azienda non stravolgerà di nuovo le aspettative degli utenti.

Intoccata è invece l’idea di WhatsApp di tartassare gli irreducibili con costanti memorandum e notifiche pop-up, utili a sollecitare con una certa petulanza l’adesione alle policy in questione.

Il lancio di questo update è stato un disastro. Non tanto per i suoi contenuti – i quali sono stati in molti casi accolti con severità eccessiva -, quanto piuttosto per la gestione della comunicazione, torbida, losca, pregna di costanti rimaneggiamenti e modifiche fino a sembrare sospetta.

Facebook Inc. non è famosa per essere una Big Tech in cui le persone ripongono fiducia e la gestione di questo lancio non ha fatto che fomentare fobie e paranoie di un pubblico stufato dal sentirsi usato come merce.

 

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