Coronavirus, l’Unione Europea spinge per un risarcimento da parte di AstraZeneca

Uno dei mantra che hanno accompagnato il periodo di lancio della campagna vaccinale rimbombava uno stesso slogan “non ci sono abbastanza vaccini”. Un simile motto è in buona parte legato all’azienda farmaceutica britannica AstraZeneca, la quale ha contrattato con l’Unione Europea la consegna di milioni di dosi di medicamento che non sono state consegnate ancora oggi. Irritata, l’UE trascina la ditta in tribunale, chiedendo sia afflitta da sanzioni.

Secondo le attuali stime, AstraZeneca dovrebbe finalmente riuscire a onorare gli impegni presi contrattualmente entro dicembre, ovvero con circa sei mesi di ritardo rispetto alla calendarizzazione pattuita, un “ovvio fallimento” che l’avvocato rappresentante i Paesi Membri, Rafael Jafferali, denuncia a gran voce.

L’azienda si difende sottolineando che la produzione del vaccino si sia rivelata più complessa del previsto, ma l’accusa suggerisce che non solo non sia stato fatto tutto il possibile per garantire l’efficacia del servizio, ma anche che una grande quantità di fialette siano state sottratte all’UE in favore del Regno Unito e di altre nazioni che si sono dimostrate più disponibili nell’allargare il borsello. Accuse gravi che sicuramente verranno vagliate durante il processo.

L’Unione Europea chiede ora ai giudici di Bruxelles che AstraZeneca paghi ogni singolo giorno 10 euro di risarcimento per ciascuna dose di vaccino che viene consegnata in ritardo, cifra a cui andrebbero a sommare multe da 10 milioni di euro per ogni eventuale violazione contrattuale riscontrata dai giudici.

 

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