Huawei starebbe valutando molto attentamente la possibilità di trasformarsi in un’azienda più orientata verso i software, in modo da ridurre le conseguenze delle attuali sanzioni americane. A indicare questa direzione è direttamente il CEO e fondatore Ren Zhengfei, che cita il minore controllo degli Stati Uniti d’America sull’industria del software.
«Avremo maggiore indipendenza e autonomia», chiosa la nota inviata dal CEO agli altri dirigenti di Huawei.
Oggi Huawei è ancora all’interno dell’entity list degli Stati Uniti d’America, una sanzione che proibisce all’azienda di fare affari con i partner statunitensi in assenza di un’autorizzazione del Governo. Per Huawei, che prima del ban era un leader mondiale del mercato degli smartphone, si è trattato di un colpo durissimo: l’azienda non ha più potuto contare sui chip americani, né sui servizi di Google – per citare due delle più importanti conseguenze dettate dall’entity list.
L’Amministrazione Biden, attraverso la segretaria al commercio Raimondo, si era affrettata fin dai primi giorni dopo l’insediamento a precisare di non aver «nessun motivo per rimuovere le sanzioni» imposte dalla precedente presidenza ad Huawei e alle altre aziende cinesi.
Un maggiore focus sulla produzione dei software potrebbe significare un rafforzamento degli sforzi sul fronte di HarmonyOS, il sistema operativo di Huawei, e MindSpore, la piattaforma per lo sviluppo delle intelligenze artificiali.
Il prossimo 2 giugno Huawei si prepara a fare un importante annuncio legato al futuro di HarmonyOS.