Il gruppo di supporto di Animals Asia Foundation di Bologna a giugno del 2009 fonda l’associazione Salviamo gli Orsi della Luna a sostegno del progetto di salvataggio degli orsi neri asiatici – “Moon Bear Rescue” – ad opera di Animals Asia. L’associazione si adopera in tutta Europa per recuperare quanti più animali (e orsi) possibili dalle mani dei venditori e delle Mafie.

Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.

Mathma Gandhi

Il viaggio è appena iniziato nella “casa a quattro ruote” di Leonardo Boccanera, un furgone di sette metri adibito al trasporto di ogni tipo di animale. Sulla cappelliera noto diversi cofanetti di film e serie TV, da Romanzo Criminale, a Eternal Sunshine of the Spotless Mind fino alla serie di Netflix Narcos.

Quando la vita è scandita da migliaia di chilometri da effettuare ogni giorno, cerchi di creare nell’abitacolo quelle comodità che in qualche modo ti fanno sentire a casa come una piccola TV, dove vedere film tra una pausa e l’altra e un letto con i tuoi cuscini di sempre. Più di un milione di chilometri percorsi in giro per l’Europa negli ultimi quattro anni di vita del furgone, dedicati al trasporto di animali esotici.

Una professione tanto nobile quanto meno bizzarra, di trasportatori ce ne sono pochi in Europa e l’unico che viaggia su e giù per la penisola italica per trasportare animali esotici e da zoo è l’umbro Leonardo Boccanera. Quando Leonardo racconta i suoi viaggi sembra in qualche modo di riviverli come se fosse la prima volta, tante le situazioni vissute e tante le realtà con le quali ha dovuto combattere.

Più di un milione di chilometri in quattro anni in giro per l’Europa a salvare e recuperare animali esotici.

La sua passione e amore per il mondo degli animali gli ha permesso, all’età di 21 anni, di abbandonare un lavoro sicuro e ben stipendiato in regione scegliendo una vita che lo potesse appagare viaggiando e toccando con mano quante più situazioni possibili.

Il trasportatore di animali esotici Leonardo Boccanera (foto ©Alessio Vissani)

I primi anni sono stati molto duri perché dovevo farmi conoscere dalle varie strutture, ma grazie alla passione che avevo per questo lavoro pian piano tutti hanno iniziato a fidarsi di me.

In questi anni ho aiutato la troupe di Striscia la Notizia a recuperare tutti gli animali maltrattati in varie realtà, ma soprattutto la vicinanza con l’associazione “Salviamo gli Orsi della Luna” mi ha permesso di salvare tantissimi animali da morte certa.

Da più di dieci anni Leonardo si è specializzato nel trasporto di alcuni grandi mammiferi, l’unico italiano autorizzato a trasportare animali come ippopotami, rinoceronti o giraffe, che l’ha fatto diventare colonna portante di quasi tutti i salvataggi dell’ONG “Salviamo gli Orsi della Luna” capitanata da Carmen Aiello.

L’ONG italiana è il distaccamento dell’associazione “Animals Asia Foundation”, nata nel 1993 dalla mente di Jill Robinson, che promuove iniziative di sensibilizzazione e di denuncia per la liberazione degli orsi della Luna con la conseguente chiusura dei lager dove ventimila di loro vengono sottoposti al quotidiano prelievo di bile per ricavarne “farmaci”, bibite, shampoo e altri prodotti di largo consumo, destinati al mercato asiatico.

Sì perché nonostante la medicina e la ricerca siano sempre in continua evoluzione in paesi come Cina, Vietnam e Corea del Nord, si continuano ancora a tenere in gabbie molto piccole questi grandi mammiferi in via d’estinzione, per estrarre dal loro corpo la bile.

Dal 2008, dopo aver visto un documentario sugli orsi della Luna – racconta Carmen Aiello – è cambiata la mia vita, perché da quel momento il mio desiderio era quello di aiutare in prima persona questi poveri animali.

Ovviamente la nostra associazione non opera solo con gli orsi asiatici: dove c’è necessità di intervenire noi ci attiviamo sia in Italia che in Europa.

Ed è qui che entra di diritto, come protagonista, Leonardo il trasportatore di animali. Chi viaggia con animali di questo tipo deve avere una preparazione particolare, unita a una conoscenza maniacale di ogni specie che si trasporta. Non basta saper guidare, ma ci vuole anche la capacità di agire in momenti di difficoltà dell’animale in trasporto.

Tutto deve essere studiato nei minimi dettagli, dalla pianificazione del viaggio, l’acquisizione di tutti i documenti in regola dell’animale da mostrare nelle varie frontiere, fino alla sterilizzazione di tutto il mezzo, il controllo dei vari materiali, tra cui la barella per l’animale e il cibo per lo stesso.

Leonardo in un viaggio ha attraversato ben undici Stati, dalla Grecia fino al Belgio per un trasporto di lupi, ha percorso in venti anni di questo lavoro milioni e milioni di chilometri, più di trenta nazioni iniziando, nei primi periodi, i viaggi all’interno di un vecchio carro funebre come auto per trasportare animali.

Una delle tante gabbie speciali realizzate da Leonardo Boccanera per i trasporti (foto ©Alessio Vissani)

Ho realizzato trasporti in ogni parte d’Europa, compresa Gran Bretagna – afferma Leonardo Boccanera – e in un caso anche Marocco. Sono riuscito a specializzarmi sempre di più, proprio perché sin dall’inizio ho creduto che il trasporto di animali doveva essere fatto pensando a tutte le specie, in quanto intorno a noi ci sono parchi, circhi anche se adesso le leggi europee, esclusa l’Italia, gli vietano l’utilizzo di animali e giardini zoologici che hanno bisogno costantemente di trasporti.

Ma prelevare una giraffa o un ippopotamo non è così semplice, anche la sola cassa o carrello deve essere specifica per quella determinata specie ed io man mano che gli anni passavano realizzavo personalmente le mie gabbie, dopo aver analizzato e studiato il miglior compromesso affinché la cassa sia sicura, funzionale e meno invasiva per l’animale.

Ogni animale ha una storia a sé e ogni viaggio da affrontare va organizzato dettagliatamente ma soprattutto si basa sulle condizioni stesse dell’animale. La vicinanza con l’ONG “Salviamo gli orsi della luna” mi ha comunque messo a contatto con delle realtà incredibili dell’est Europa, rendendo il mio lavoro ancora più prezioso perché quando ti trovi a fronteggiare con mafia albanese, realtà ai limiti della legalità in Romania o Bulgaria, tutto per salvare dei poveri animali, da trasportatore divieni salvatore e questo è da dire grazie soltanto a tutti coloro che operano intorno a queste associazioni.

Il furgone con il quale Leonardo affronta i suoi lunghissimi viaggi è modulabile e adattabile alle specie che trasporta, dotato di diverse telecamere interne dove può controllare lo stato dell’animali ogni momento e un vano arieggiato per le specie più delicate.

In paesi come Bulgaria, Albania i maltrattamenti sugli orsi bruni è una pratica molto diffusa, considerando che attualmente nella nazione albanese ci sono circa cinquanta orsi che vivono in piccole gabbie e vengono usati come attrazioni turistiche. In Bulgaria nella zona dei Carpazi, ci sono le famose hunting-farm, degli allevamenti statali dove i cittadini possono “divertirsi” cacciando orsi.

Un’altra pratica molto diffusa in Albania, che è combattuta dall’ONG di Carmen Aiello, è la tradizione degli zingari nel far ballare gli orsi sulla spiaggia mettendogli un anello al naso, per attrarre i turisti e fargli scattare fotografie o selfie per la cifra di due euro. Questo commercio nasce nel periodo primaverile perché gli zingari vanno sulle montagne, uccidono la mamma, prendono i piccoli e li rivendono al mercato nero albanese e il lavoro dell’ONG è proprio quello di arginare questo tipo di mercato. Il costante impegno dell’associazione ha permesso di salvare più di trenta orsi eliminando quasi l’intero problema.

Le gabbie degi orsi della Luna in Vietnam (©animalsasia.org)

Sono mesi ormai che non riceviamo più segnalazioni di cuccioli strappati dalle loro madri, quindi vuol dire che l’attività sta in qualche modo terminando.

Dopo giorni di viaggio Leonardo parcheggia il suo furgone a casa, in un bellissimo parco al centro dell’Umbria anch’esso pieno di animali, un saluto ai suoi cari, una cena con gli amici e la mente già proiettata al prossimo con la mappa dell’Europa sempre in bella vista.

Non è un caso che l’unico trasportatore d’Italia proviene dalla terra di San Francesco, il frate di Assisi che si spogliò di tutto, vita compresa, non disprezzando la morte (Laudato sì, mi Signore, per sora morte…) nel pieno rispetto e amore di uccelli, lupi e di tutti gli altri suoi fratelli “minori”.

Per seguire le attività del trasportatore Leonardo Boccanera andate sulla pagina del Leo Wild Park, parco creato dallo stesso Leonardo con animali di tutti i tipi, per la maggior parte proveniente da allevamenti di contrabbando

Il salvataggio dell’orso Lucia

Quando si trasporta un animale, soprattutto dopo un salvataggio, le problematiche sono numerose e le accortezze da avere ancora di più. In Italia come abbiamo già raccontato c’è solo un trasportatore che ha tutte le condizioni adatte per prelevare animali di ogni tipo e trasportarli nel nuovo luogo scelto. Un viaggio come quello che ha fatto l’orso Lucia, prevede un furgone molto particolare, dotato di telecamere interne dove il trasportatore controlla sempre lo stato dell’animale, possibilmente arieggiato, con una gabbia specifica adatta soltanto a quella specie.

L’orso Lucia, sedato, messo all’interno del furgone di Leonardo Boccanera (foto ©Alessio Vissani)

Leonardo Boccanera realizza addirittura gabbie personalmente a seconda delle situazioni. Specializzato e autorizzato nel trasporto di mammiferi come ippopotami o rinoceronti, è anche l’unico a poter trasportare grandi animali come la giraffa. Un trasporto come quello dell’orso Lucia inizia molti giorni prima del salvataggio stesso. La pianificazione del viaggio e la sterilizzazione di tutto il mezzo, il controllo dei vari materiali, tra cui la barella per l’animale e il cibo per lo stesso.

Appena dopo la scuola avevo trovato un bel lavoro fisso – racconta Leonardo – ma che mi faceva stare tutto il giorno in un ufficio. Allora contro anche ai miei genitori decisi di lasciare quel lavoro, per seguire le mie passioni che sono viaggiare e accudire animali. I primi anni sono stati molto duri perché dovevo farmi conoscere dai vari giardini zoologici, circhi o parchi, ma grazie alla grande passione che avevo per questo lavoro pian piano tutti hanno iniziato a fidarsi di me.

La vicinanza con l’associazione “Salviamo gli Orsi della Luna” mi ha permesso di salvare tantissimi animali da morte certa. La mia vita è dentro il mio furgone che ho adibito anche con un letto e una piccola tv dove posso vedere serie Tv e film

La storia dell’orso Lucia, fortunatamente non è così drammatica come quella dei poveri orsi dei paesi asiatici (o dell’est Europa). Uno zoo in Abruzzo, ormai abbandonato a sé stesso, doveva “sbarazzarsi” degli ultimi animali rimasti. Lucia era nata in quello zoo ed aveva conosciuto solo le persone che lavoravano al suo interno, ma ormai la gabbia nella quale stava tutto il giorno era diventata non più a norma, i fondi sono iniziati ad essere sempre di meno e la chiusura repentina dello zoo l’ha trasformato nel classico sfondo da film apocalittico.

Tuttavia grazie all’intercessione della ONG “Salviamo gli orsi della luna” Lucia le aspettava una delle cliniche e realtà più straordinarie dell’Europa: il centro di recupero Gnadenhof für Bären per orsi in Germania, vera e propria oasi per orsi maltrattati e violentati dall’uomo.

Lo staff del Gnadenhof für Bären (foto ©Alessio Vissani)

Dopo l’arrivo nello zoo abruzzese c’è da compiere ovviamente la fase più delicata: il prelievo dell’animale in collaborazione con il personale veterinario. L’orso viene addormentato (con il classico colpo dal fucile) per essere trasportato dalla sua gabbia fino a quella dentro il furgone.

Una fase molto delicata in quanto per far sì che l’animale non si spaventi ulteriormente si ha a disposizione praticamente un solo colpo. Appena sedato, si controllano i parametri vitali e si inizia il vero trasporto dell’orso dalla sua vecchia gabbia alla nuova, che lo terrà fino a destinazione.

Nonostante lo zoo era disastrato e ormai destinato all’abbandono – racconta Leonardo Boccanera – vedere una delle figlie del proprietario che erano cresciute con l’orso Lucia, in lacrime mi ha fatto capire ancor di più l’importanza che gli animali hanno per l’uomo.

Il trasporto dell’orso Lucia dopo essere stato sedato (foto ©Alessio Vissani)

Dopo averlo risvegliato, in quanto Leonardo si muove soltanto con animali vigili e coscienti, inizia il vero viaggio che non vedrà pause se non il cambio alla guida con un collaboratore. Nel caso di Lucia l’itinerario era dall’Abruzzo al centro di recupero Gnadenhof für Bären per orsi in Germania, più di quindici ore di viaggio ininterrotto, ma il furgone di Leonardo in quattro anni ha realizzato più di un milione di chilometri, attraversato in un trasporto undici nazioni, arrivando addirittura anche a Mosca quindi è ben abituato ad un viaggio senza soste di questo tipo.

Il ruolo del trasportatore è fondamentale per la riuscita della missione, non è solamente un semplice autista, bravo nella guida di un mezzo pesante, ma è anche un professionista del settore che conosce perfettamente come gestire un animale di grande taglia come in questo caso Lucia, perché nelle ore di viaggio la responsabilità è del trasportatore stesso e ogni problema lo dovrà risolvere da solo. Problema fisico dell’animale, alimentare di qualsiasi tipo, Leonardo nel momento che trasporta una razza all’interno del suo furgone vuol dire che ne conosce sia i lati buoni che i lati oscuri di quell’animale.

 

 

L’arrivo in Germania è mattina presto, in una bellissima giornata di sole, ad accoglierci due dipendenti della struttura che decidono subito di accompagnarci alla prima “house” di Lucia, una sorta di piccola casa di legno per la quarantena nella quale il personale del parco controllerà tutti i parametri dell’animale appena arrivato, da lì inizierà con una nuova dieta alimentare per poi trasportarlo nella sua nuova casa, una bellissima area nella quale vivrà insieme ad altri suoi amici orsi. Il rientro a casa è quasi immediato, giusto il tempo di salutare Lucia che la troviamo in piedi a guardare fuori il suo oblò incuriosita da quel nuovo mondo che l’aspetta, tempo di rifocillarci e rimettere benzina al furgone che ci troviamo già in strada per una nuova avventura.

È sempre una grandissima emozione rilasciare un animale in libertà o in una struttura di questo tipo, non ci si abitua mai a queste bellissime scene. Ma ora è tempo di rimetterci in strada per un nuovo salvataggio.