Il Solar Orbiter mentre viaggiava verso la sua missione che inizierà a novembre di quest’anno ha assistito e registrato un’espulsione di massa coronale. Un evento casuale e fortunato perché proprio in quel momento la sonda avevo acceso i propri strumenti per le calibrazioni di routine.

Il Solar Orbiter, missione spaziale di collaborazione internazionale tra ESA e NASA, è stato lanciato il 10 febbraio 2020 ed è ora in viaggio verso la sua principale missione scientifica che inizierà a novembre di quest’anno. La missione fornirà nuove informazioni su come funziona il nostro Sole in termini di ciclo solare di 11 anni e su come possiamo prevedere meglio i periodi di tempeste nello spazio.

Dopo il lancio ha mantenuto accesi alcuni degli strumenti per raccogliere informazioni sullo spazio circostante e quelli necessari alle calibrazioni. Strumenti che nella maggior parte del tempo di viaggio sono inattivi e vengono accesi solo durante determinate finestre di controllo e dedicate a precise attività.

E a febbraio di quest’anno un volo ravvicinato attorno al Sole aveva portato il veicolo spaziale a meno della metà della distanza tra la Terra e il Sole creando così un’opportunità per effettuare osservazioni dedicate, controllare le impostazioni dello strumento e così via.

In questo passaggio ravvicinato la sonda si è spostata dietro il Sole rispetto la Terra e quindi anche i dati del vicino flyby hanno impiegato molto tempo per essere completamente scaricati e sono ancora in fase di analisi.

E i dati raccolti mostrano la prima espulsione di massa coronale ripresa dal Solar Orbiter.

Le espulsioni di massa coronale, in inglese coronal mass ejections o CME, sono eruzioni di particelle dall’atmosfera solare che vengono espulse dalla corona solare.

Queste esplosioni si propagano nel Sistema Solare e che impattano la magnetosfera terrestre propagandosi nell’atmosfera generando le aurore.

Per lo strumento SoloHI del Solar Orbiter, questa è stata la prima espulsione di massa coronale e questo avvistamento è stato particolarmente fortuito perché catturato mentre lo strumento era stato acceso per trasmettere solo una parte dei dati e proprio e durante quel periodo è avvenuta anche una di queste di CME.

Le espulsioni di massa faranno parte dello studio del Solar Orbiter che sarà impegnata anche in  osservazioni ravvicinate senza precedenti del Sole e da alte latitudini solari, fornendo le prime immagini delle regioni polari inesplorate del Sole.

Durante queste osservazioni poi effettuerà misurazioni del vento solare e del campo magnetico nelle vicinanze del veicolo spaziale.