Il Saturday Night Live è stato atteso con somma trepidazione, la serata di cabaret avrebbe dovuto fare faville per Elon Musk e per i mondi che gli orbitano tutt’attorno, eppure da allora l’eccentrico economista non ha fatto che perdere miliardi. Almeno 20,5 miliardi di dollari, stando alla testata Forbes, la quale lo ha declassato alla terza posizione tra gli uomini più ricchi del mondo, giusto dietro a Jeff Bezos e Bernard Arnault (ma ancora a un gradino sopra a Bill Gates).
A quanto pare, un simile tracollo, più che a SNL, si lega al colpo di scena che ha imbastito il miliardario sudafricano, quello per cui ha annunciato senza alcun preavviso che la sua azienda automobilistica, Tesla, non avrebbe più accettato pagamenti in Bitcoin, citando come causa la preoccupazione dei danni che i sistemi blockchain causano all’ambiente.
La Tesla ne è uscita ammaccata, il Bitcoin ancor più malridotto. L’azienda si è improvvisamente svalutata del 15 per cento, mentre il valore del sistema blockchain ha avuto un tracollo del 17 per cento. Queste due cose, congiunte, hanno fatto evaporare nel nulla i miliardi di Musk, se non altro perché parte del capitale che sta dietro all’azienda dell’automotive è proprio retto dalla criptovaluta in questione.
A tutto questo si somma un ulteriore elemento, uno che è decisamente meno glamour e rimane spesso inosservato dal grande pubblico: i rapporti tra Tesla e la Cina si stano incrinando sempre più, al punto che il brand ha deciso di rinunciare a estendere la sua fabbrica di Shangai, annullando alcuni dei suoi progetti di conquista dell’Oriente.
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