Il Bitcoin e i sistemi blockchain inquinano? Allora Tesla smette di accettare pagamenti in criptovalute per le sue autovetture elettriche, tuttavia questa forte presa di posizione si è immediatamente tradotta con una grandinata di ordini cancellati per il tanto atteso Cybertruck.

Ogni capriccio del CEO dell’azienda, il miliardario Elon Musk, sembra incidere direttamente e prepotentemente sul mercato delle criptomonete. Solito a spingere senza mezzi termini i sistemi blockchain, Musk è stato a lungo sostenitore del Bitcoin e del Dogecoin, quindi questo repentino cambio di rotta si è tradotto inevitabilmente in immediate ripercussioni sull’intero ecosistema crypto.

Che la produzione di criptovalute – il “mining” – fosse oneroso nei confronti del nostro ambiente era risaputo, tuttavia Tesla sostiene tra le righe che la cosa stia sfuggendo di mano e che le emissioni di gas serra causate dalla generazione di nuovi blocchi abbiano registrato un’impennata tutt’altro che sopportabile.

Tesla ha sospeso la possibilità di acquistare le sue vetture usando i Bitcoin. Siamo preoccupati per il rapido incremento nell’uso di combustibili fossili per il mining di criptovalute e per le transazioni, specie il carbone, che ha le peggiori emissioni di ogni altro combustibile.

Tesla non venderà nessuno dei suoi Bitcoin. Pianifichiamo di usarli per le transazioni non appena il mining diventerà più sostenibile. Guardiamo anche con interesse alle criptovalute alternative che usino meno dell’1% dell’energia consumata dai Bitcoin,

aveva condiviso Musk.

Molti critici, cancellati i loro preacquisti di Cybertruck, hanno messo in mostra tutto il loro sdegno postando su Twitter le schermate di conferma dell’annullamento, di fatto inscenando un “manifesto” cryptoanarchico di protesta.

 

 

Porebbe anche interessarti: