Pianeti con due soli: sistemi che potrebbero essere abitabili

Pianeti con due soli

Un recente studio ha applicato un modello analitico per studiare le condizioni di abitabilità su altri pianeti come gli esopianeti che si trovano all’interno di un sistema binario con due soli. Una ricerca che pone nuove basi per determinare le condizioni che rendono possibile la vita anche su altri pianeti.

L’astrofisico Siegfried Eggl dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign e dell’Università di Washington, ha messo a punto alcuni anni fa un modello analitico per determinare le zone abitabili su stelle binarie.

Ora insieme ai colleghi della New York University Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti ha applicato il modello su sistemi binari conosciuti che ospitano esopianeti giganti cercando tra questi degli elementi che verificassero la potenziale abitabilità.

Abbiamo utilizzato i dati raccolti dalla sonda Kepler come la massa delle stelle, quanto sono luminose le stelle, la posizione di un pianeta gigante e altri parametri per creare una metodologia per identificare i sistemi con due soli che possono ospitare abitabili simili alla Terra pianeti

ha spiegato Eggl.

Il modello analitico, realizzato quindi utilizzando equazioni, è più veloce rispetto ad un modello realizzato con simulazioni che richiede molto più tempo:

Il vantaggio del nostro approccio è che chiunque può prendere le nostre equazioni e applicarle ad altri sistemi per determinare dove cercare al meglio mondi simili alla Terra.

ha detto Eggl.

Cinque dei nove sistemi studiati potrebbero avere mondi abitabili.

Occorre però fare attenzione e considerare ulteriori condizioni per l’abitabilità come l’orbita del pianeta rispetto ai suoi soli.

Il pianeta deve avere un orbita stabile perché se un pianeta si avvicina troppo ai suoi soli i suoi oceani potrebbero evaporare, o al contrario se è troppo lontano allora l’acqua sulla sua superficie alla fine si congelerebbe.

Come ha affermato Eggl:

Una volta confermato che un pianeta potenzialmente abitabile si trova su un’orbita stabile, possiamo procedere a indagare la quantità di radiazione che riceve dalle due stelle nel tempo. Modellando l’evoluzione delle stelle e delle orbite planetarie possiamo stimare la quantità o la radiazione effettiva il pianeta riceve.

Questa nuova scoperta potrebbe aiutare a definire i parametri per la ricerca futura della vita al di fuori della nostra piccola parte di spazio.

La ricerca è stata pubblicata su Frontiers in Astronomy and Space Sciences.

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