La missione per portare in orbita il primo modulo della base spaziale cinese (CSS) è state un grande successo, tuttavia ora la Terra aspetta con una certa ansia il rientro in atmosfera dei propulsori adoperati per la missione. Ormai null’altro che detriti, questi crolleranno in un qualche punto non meglio definito del pianeta e, in via cautelativa, dieci regioni del centro-sud Italia vengono messe in allerta.
I primi dubbi sul destino che sarebbe toccato ai booster Long March 5B si erano palesati circa una settimana fa, tuttavia dovremmo finalmente essere alla resa dei conti: secondo le stime, le macerie spaziali dovrebbero precipitare al suolo domani, 9 maggio, alle 2:24. Problema: in tali stime c’è un margine di errore di sei ore, in avanti e in indietro.
Considerando che i detriti compiono un’intera orbita del pianeta in circa 90 minuti, l’impatto potrebbe verificarsi in Italia così come in moltissime altre nazioni o, più probabilmente, nel pieno di un qualche oceano. Bisogna infatti ricordare che, statisticamente, il rischio che i rimasugli del razzo cadano in aree abitate è molto contenuto e che l’attuale stato d’allarme sia più che altro cautelativo.
Nel Bel Paese a essere in allerta sono Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. La Protezione civile chiede ai cittadini di rimanere in casa, lontani dalle finestre e dalle porte finestre, preferibilmente ai piani bassi dell’edificio, così da evitare di essere feriti dagli eventuali crolli dei tetti.
Qualora un pezzo dei booster fosse tanto grande da sopravvivere sia all’attrito dell’atmosfera che al rovinoso impatto, le autorità chiedono che la maceria rovente non venga in alcun modo toccata e che, anzi, sia preservata una distanza di sicurezza di venti metri.
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