Nello scrivere la recensione di Jupiter’s Legacy, dobbiamo inserire la nuova serie Netflix in un contesto più generale: la piattaforma di streaming è stata una pioniera su diversi fronti, ma per un aspetto è rimasta indietro. Mentre Disney Plus ha le serie della Marvel, HBO Max quelle DC e Amazon The Boys e Invincible, Netflix non aveva nessun prodotto sui supereroi tra i suoi contenuti originali.
Un problema non indifferente, dato che, nonostante la quasi saturazione del mercato sia cinematografico che seriale, l’interesse attorno a questo tipo di storie invece che scemare sembra sempre più crescente. Netflix ha quindi pensato bene di rimediare e nel 2017 ha annunciato di aver acquisito i diritti del Millarworld, ovvero le storie create da Mark Millar, che comprendono, tra le altre, Wanted, Kick-Ass e Kingsman, da cui sono stati tratti i rispettivi film.
L’accordo tra Mark Millar e Netflix comprende l’adattamento di titoli già esistenti e anche nuovi progetti pensati appositamente per la piattaforma di streaming. Il primo figlio nato da questa collaborazione è proprio Jupiter’s Legacy, disponibile dal 7 maggio, composto da 8 episodi di circa quaranta minuti.
Supereroi in famiglia
Come già Invincible, Jupiter’s Legacy ci presenta una famiglia composta da supereroi. Sheldon Sampson (Josh Duhamel) è il più potente di tutti e come nome di battaglia ha scelto quello di Utopian (non casuale). Sposato con Grace (Leslie Bibb), anche lei dotata di poteri, ha avuto due figli, Chloe (Elena Kampouris) e Brandon (Andrew Horton), supereroi di seconda generazione. Sheldon non è soltanto l’uomo più potente del pianeta: è anche il primo. Di più: se esistono gli eroi è proprio grazie a lui. Dopo aver perso tutto ciò che possedeva nel 1929, durante la Grande Depressione, l’uomo ha cominciato ad avere visioni di un’isola, legate al ricordo di suo padre.
Attratto irresistibilmente in quel luogo da una forza inspiegabile, ha convinto il fratello Walter (Ben Daniels) e l’amico George (Matt Lanter) a seguirlo in questa impresa apparentemente assurda. È durante il viaggio che ha conosciuto Grace. Assolutamente sicuro delle sue convinzioni, agli occhi degli altri sembra un uomo completamente folle. E forse lo è, privo di ogni dubbio come può essere soltanto chi crede ciecamente in qualcosa. Proprio grazie al suo atto di fede lui, il fratello, la futura compagna e altri membri della spedizione sono diventati gli individui più potenti della Terra.
Dopo aver ottenuto queste abilità, Sheldon ha istituito un codice di condotta: i supereroi non possono uccidere e devono sempre dare il buon esempio. Cosa succede però quando un villain uccide persone innocenti? O elimina un eroe che, pur di non macchiarsi di un omicidio, finisce per diventare vittima? Nonostante abbia combattuto per il suo paese durante diverse guerre e sia totalmente devoto alla bandiera, Utopian ai giorni nostri viene messo in discussione. La critica più feroce viene proprio dall’interno: i figli Chloe e Brandon sono molto lontani dall’immagine perfetta con cui il padre li ha cresciuti.
Supereroi tra passato, presente e futuro
A differenza di The Boys, che critica apertamente l’America contemporanea pre e post presidenza Trump, e di Invincible, che sembra proiettata verso il futuro, o comunque mette in ballo alieni e altri pianeti, Jupiter’s Legacy sembra essere più interessata al passato. I ricordi del giovane Sheldon si alternano continuamente a quelli del presente, in cui vediamo l’eroe più stanco e dai capelli bianchi. Gli autori sembrano quasi volerci dire che dobbiamo necessariamente conoscere e rivisitare spesso il passato, le nostre radici, per capire chi siamo nel presente.
L’epica avventura di Sheldon diventa quindi quella degli stessi Stati Uniti: una terra giovane, conquistata da una forza desiderosa di creare un nuovo mondo, ma che invece ha replicato i meccanismi di quello vecchio, costruendosi sul sangue e sulle ingiustizie, portando ad altri squilibri sociali, ad altri conflitti. Utopian è tutto ciò che gli Stati Uniti vorrebbero essere, ma in realtà non sono, perché è comunque legato a un passato che sembra quasi un peccato originale. Proprio come gli dei dell’Olimpo, i Sampson hanno spinte e pulsioni molto umane. E tutto quel potere concentrato nelle mani di creature volubili come gli esseri umani può essere un pericolo enorme.
Alla fine si torna sempre alla celebre frase di zio Ben Parker: da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
Diviso tra il suo senso del dovere e la delusione per non essere stato in grado di cambiare il mondo trasformandolo in un luogo ideale, Utopian sembra ormai un idolo dimenticato, destinato al declino, in procinto di lasciare il posto, volontariamente o no, ad altri più flessibili di lui.
Jupiter’s Legacy è un lungo prologo
I due punti di forza della serie Netflix sono un ammirevole tentativo di costruire un universo il più immersivo e dettagliato possibile, con i suoi codici interni e le sue caratteristiche distintive, e un cast perfetto, in cui spicca sicuramente Ben Daniels che interpreta l’imprevedibile e furbo Walter Sampson (se il fratello Sheldon è un misto tra Superman e Captain America lui è sicuramente un Loki). Anche Matt Lanter (voce di Anakin Skywalker nelle serie animate di Star Wars) è molto in parte, ma il suo George ci darà più soddisfazione in futuro.
Sì in futuro: Jupiter’s Legacy sembra infatti un lungo prologo, in cui ci vengono presentati i personaggi e il mondo in cui vivono, ma il cuore dell’azione sembra ancora molto lontano. Ideata da Steven S. DeKnight, anche showrunner, che poi ha abbandonato il progetto per divergenze artistiche (sostituito da Sang Kyu Kim), Jupiter’s Legacy trabocca di potenziale inespresso. Una buona base, su cui però bisogna costruire molto altro. E soprattutto correggere alcune cose: forse per colpa del cambio di testimone in corsa, la serie è carente dal punto di vista della regia, che sembra affidarsi totalmente al carisma dei personaggi. Gli effetti speciali non sono sempre dello stesso livello e anche per quanto riguarda i combattimenti si può fare meglio. Probabilmente il fatto di arrivare dopo The Boys e Invincible, entrambe con protagonisti eroi – diciamo così – “non buoni” ha un po’ penalizzato la serie, che non può contare sull’effetto novità. Ma aggiustando il tiro per le prossime stagioni potrebbe diventare sicuramente molto più interessante.
Jupiter’s Legacy è su Netflix dal 7 maggio
Come scritto nella recensione di Jupiter's Legacy, la serie adatta per la televisione i fumetti di Mark Millar e fa un ottimo lavoro di worldbuilding. Il cast è in parte, su tutti spicca Ben Daniels. La regia però si affida troppo spesso al carisma dei protagonisti e combattimenti ed effetti speciali non sempre sono riusciti. L'alternanza tra piani temporali è ben gestita. La serie è un lungo prologo, preparando il terreno per le prossime stagioni, pronte a esplodere.
- Il worldbuilding.
- Il cast, su tutti Ben Daniels.
- L'alternanza tra passato e presente.
- La regia sembra appoggiarsi sul carisma degli attori.
- Effetti speciali e combattimenti non sempre funzionano.
- La prima stagione è un lungo prologo.