Antenne satellitari: in Birmania sono ora illegali

yangon birmania

Continua la soppressione delle proteste in Birmania e la giunta militare sta intensificando il suo impegno a oscurare ogni forma di informazione esterna a quelle fornite dalla televisione di Stato. Dopo aver smantellato le antenne satellitari dei privati, ora l’esercito le rende anche illegali, in modo da poter punire chiunque cerchi di entrare in contatto con il mondo esterno.

Il quotidiano controllato dall’establishment, il Global New Light of Myanmar, ha infatti annunciato l’introduzione di norme utili a evitare che siano trasmessi e fruiti programmi “che possano danneggiare la sicurezza dello stato, la legge o la pace e la tranquillità della comunità”.

Il risultato è che chiunque si azzarderà a mettersi un’antenna sul balcone di casa rischierà una multa da 320 dollari e un anno di detenzione.

Il fatto che gli impianti satellitari siano stati resi illegali non deve stupire: nelle settimane scorse l’esercito aveva già tagliato la connettività alla Rete, annullando le connessioni telefoniche e limitando all’osso quelle via cavo.

I gruppi per i diritti umani stimano che a oggi siano stati arrestati 3.677 oppositori e che altri 769 siano stati uccisi o che siano morti durante le feroci repressioni delle proteste. Tra i morti si conta anche Thet Win Hlaing, ex parlamentare del partito che era al potere appena prima del colpo di Stato.

Nonostante la situazione fosca, gli abitanti continuano a manifestare, con gli insegnanti che promuovono il boicottaggio del modello di istruzione imposto dalla giunta e con veglie funebri che commemorano i caduti attraverso popolose processioni notturne.

 

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