Un’azienda deve portare avanti i suoi standard, peccato che gli standard di Robinhood, ditta di servizi finanziari che rende Wall Street alla portata di tutti, siano molto bassi e che i suoi utenti si sono trovati offline nel pieno di una delle recenti frenesie da Dogecoin.

Il crollo – “interruzione parziale”, se volete usare le parole dell’azienda – è avvenuto alle 15.30 di oggi ed ha causato acuti problemi per almeno un’ora, quindi la situazione è stata pienamente normalizzata alle 17:15.

Inutile dire che gli utenti sono imbestialiti. Robinhood ha mollato il colpo proprio durante un picco virtuoso dei prezzi del Dogecoin, i quali sono passati proprio in quelle ore da 0,40 a 0,60 dollari. Gli utenti, tagliati fuori, hanno potenzialmente perso bei soldoni, soprattutto in quei casi in cui gli ordini di vendita sono rimasti sospesi fino al riavvio del servizio.

Al picco è infatti succeduta una piccola caduta. Al momento del ritorno in forze del programma, la criptovaluta era tornata sui suoi passi fino ad assestarsi sui 0,49 e i possessori hanno cercato disperatamente di bloccare le cessioni che avevano messo in ordine ore prima.

La cosa non sarebbe già di per sé simpatica, tuttavia molti sottolineano come l’applicazione sia fin troppo solita a concedersi simili défaillance senza che sia posto un vero rimedio alla faccenda o che chi è responsabile ne paghi significativamente le conseguenze. Solo un paio di settimane fa, una situazione analoga era capitata proprio in occasione di un altro momento appassionato per il Dogecoin, con il risultato che i clienti iniziano a essere biliosi.

 

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