Continuano i raggiungimenti delle missioni spaziali della NASA. A far notizia, questa volta, è il rover Perseverance, il quale è riuscito a ricavare dell’ossigeno su Marte convertendo della CO2 locale. L’esperimento ha richiesto un’ingente sforzo energetico e la quantità di gas ottenuta è decisamente contenuta, tuttavia si tratta di un primo passo verso il coronamento del sogno della colonizzazione interplanetaria.

Perseverence è riuscito nell’impresa grazie al modulo Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment (MOXIE), un device dalle “dimensioni di un tostapane” che, dopo un tempo di riscaldamento di due ore, riesce a produrre circa sei grammi di ossigeno ogni sessanta minuti, ovvero “quanto serve a tenere in forma un astronauta per circa dieci minuti”.

Il processo di conversione richiede temperature che si aggirano sugli 800 gradi Celsius, motivo per cui lo strumento deve fare affidamento su componenti resistenti al calore, quali nichel, aerogel e una sottile placcatura esterna in oro, lamina che serve per riflettere il calore infrarosso che altrimenti rischierebbe di danneggiare Perseverance.

Al di là del dare spazio a prospettive sci-fi, ovvero all’idea di creare cittadine su Marte, la genesi di ossigeno potrebbe rendere più efficienti i booster dei razzi che, un domani, potrebbero decollare dal Pianeta Rosso.

 

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