Se vi sembra che le parole di Facebook nei confronti delle sue fughe di dati siano vuote e meccaniche, avete ragione: l’azienda starebbe deliberatamente muovendo una strategia corporativa per sminuire la portata del danno promuovendo l’idea che le leak siano una normalità come un’altra all’interno dei nuovi settori tecnologici.
Da che è venuto fuori che i dati di 533 milioni di utenti del social siano stati caricati abusivamente online, la Big Tech non ha fatto altro che minimizzare sistematicamente il danno, sottolineando fatalisticamente come anche altre aziende siano vittime di simili passi falsi.
Era facile immaginare che una simile, scialba, difesa fosse figlia di un qualunquismo aziendale, tuttavia la testata danese DataNews afferma di averne ora le prove concrete. Il giornale sostiene infatti di aver intercettato una comunicazione interna datata 8 aprile che Facebook, comunicazione nella quale si impone agli addetti delle relazioni pubbliche dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) di tenere un profilo basso e di sminuire la situazione in maniera martellante e propagandistica.
STRATEGIA SUL LUNGO PERIODO: Ammesso che l’attenzione della stampa continui a calare, non abbiamo intenzione di tornare a discutere dell’argomento. A più lungo termine, tuttavia, ci aspettiamo ulteriori incidenti di scraping e pensiamo sia importante inquadrare la cosa come un problema comune al settore, nonché normalizzare il concetto che queste attività capitino regolarmente.
Per fare questo, il team propone un post di monitoraggio da pubblicare nelle prossime settimane che parli complessivamente del lavoro anti-scraping che stiamo facendo e che fornisca trasparenza sulla quantità di sforzi che stiamo facendo in quest’area.
Sebbene possa riflettere una quantità significativa di attività di scraping, speriamo che questo aiuti a normalizzare l’idea che questa attività sia incessante e a evitare che si venga criticati per non essere stati trasparenti su alcuni casi specifici,
recita il comunicato pubblicato dalla testata.
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