Stripe, l’unicorno da 95 miliardi che sta rivoluzionando i pagamenti online

Illustrazione © Joe Cummings

È il 2011, i giovani fratelli irlandesi Patrick e John Collison si trovano nell’ufficio di uno dei più importanti investitori al mondo. Patrick fa valere la sua parlantina, decanta le lodi di Stripe, la piattaforma di pagamenti creata con il fratello, e non lesina critiche a PayPal. Dall’altra parte della scrivania c’è Peter Thiel, che PayPal l’aveva fondato.

Ricordo di aver criticato molto aspramente PayPal, a metà riunione ho iniziato a chiedermi se fosse una buona strategia…

ha ricordato Patrick Collison di recente.

Sorprendentemente la risposta è affermativa: Peter Thiel – che sei anni prima aveva già creduto in un altrettanto giovane Mark Zuckerberg – decide di dare una possibilità alla loro startup. Elon Musk, l’altro fondatore di PayPal, farà altrettanto.

All’epoca Patrick aveva 21 anni, John appena 19. Dieci anni dopo, Stripe è diventata la startup di maggior valore degli Stati Uniti d’America: un unicorno da 95 miliardi di dollari, molto più del valore di SpaceX (74 mld $).

Stripe, in breve

Prima di Stripe, Patrick e John Collison avevano fondato la Auctomatic, un’azienda specializzata nella progettazione di tool pensati per facilitare la vita dei venditori su eBay. Ad esempio attraverso la possibilità di modificare in un colpo solo centinaia di inserzioni – dal prezzo alla descrizione -, oltre alla possibilità di leggere ed analizzare le loro statistiche di vendita e costruire template per gli annunci. All’epoca eBay era un po’ più caotico e meno intuitivo di quanto non sia ora.

I fratelli Collison ai tempi di Auctomatic

Auctomatic è stata ideata, fondata, lanciata e venduta per 5.000.000$ in appena 7 mesi.

Quando i fratelli Collison hanno fondato Auctomatic erano entrambi studenti universitari. In appena 7 mesi hanno ideato, costruito, lanciato e infine venduto la loro startup, portandosi a casa un discreto bottino da 5 milioni di dollari. Poi la decisione di mollare l’università per trasferirsi a Palo Alto e lavorare ad un nuovo progetto. Ossia /dev/payments, che nel 2011 sarebbe diventato Stripe.

Stripe non nasce da premesse molto diverse da Auctomatic. L’obiettivo è sempre lo stesso: rendere la vita più facile alle aziende e ai consumatori. Stripe si limita a fornire un’infrastruttura di pagamento per le aziende, tagliando il fastidio di aver a che fare con le banche o con un qualsiasi altro intermediario. Qualsiasi attività commerciale può implementare comodamente l’API di Stripe all’interno del proprio eshop o app mobile.

Nel 2014 Stripe raggiunge una quotazione di 3,4 miliardi di dollari. Nel 2019, dopo un nuovo round di investimento da 250 milioni di dollari, tocca quota 34 miliardi. Oggi Stripe è usato da più di 200mila aziende solamente in Europa e nel 2020 processava in media circa 5mila richieste di pagamento al secondo.

 

Un unicorno da 95 miliardi di dollari

A marzo Stripe ha chiuso un nuovo round di finanziamento da 600 milioni di dollari, raggiungendo una valutazione da 95 miliardi di dollari. Se vi sembra una cifra pazzesca, avete ragione. È in assoluto la startup di maggior successo al mondo, battendo altre startup come la SpaceX di Elon Musk. Fanno meglio soltanto le cinesi ByteDance (dietro a TikTok e Douyin, ma non solo) e la Ant di Jack Ma.

Stripe ha fondamentalmente triplicato il suo valore in meno di 12 mesi.

Dalla fondazione ad oggi, sono entrati a far parte della squadra d’investitori di Stripe realtà del calibro di Allianz, Fidelity, Baillie Gifford, Axa, Sequoia Capital e perfino la National Treasyry Management Agency d’Irlanda.  Stripe non è ancora quotata in borsa, eppure ha già una valutazione estremamente più solida di quella che avevano aziende come Uber e Facebook al momento del loro debutto a Wall Street.

Negli anni Stripe ha maturato un portfolio clienti impressionante. Include brand di indubbia fama, come Amazon, Deliveroo, Booking.com, Uber, Kickstarter, Instagram e Lyft. E questa è solamente la punta dell’iceberg.

Stripe punta anche al mondo delle carte di credito per le aziende, con un nuovo business model da costruire e un mercato completamente inedito da presidiare.

La lista dei prodotti e servizi di Stripe include anche Terminal (grossomodo un rivale di SumUp) e Atlas, un utilissimo pacchetto di risorse per aiutare le startup a rispettare gli adempimenti legali e fiscali.

Ora Stripe ha puntato gli occhi sull’Europa. Parte dei 600 milioni di dollari in nuovi investimenti verranno spesi per potenziare le operazioni dell’azienda nel vecchio continente. Stripe ha già annunciato più di 1.000 assunzioni per la sede di Dublino nel corso dei prossimi cinque anni. Nello stesso periodo l’azienda vuole partire per la conquista di Brasile, India, Nigeria e Indonesia. Ma non solo, una sfida importante per la startup si gioca in Pakistan, per antonomasia una delle nazioni più allergiche ai pagamenti elettronici al mondo.

Nel frattempo i fratelli Collison, che hanno entrambi superato i 30 anni, possono contare su un patrimonio personale di 4,3 miliardi di dollari a testa.

 

The Gateway è il magazine settimanale di Lega Nerd che vi parla del mondo della tecnologia e dell’innovazione.