Dopo l’assalto a Capitol Hill avvenuto a inizio gennaio, il mondo dei social network e delle Big Tech ha iniziato a venir sottoposto a grandissime pressioni socio-politiche. Facebook ha reagito lentamente e in maniera scoordinata, tuttavia ha stabilito un importante punto fermo: Donald Trump deve starsene fuori dal social fino a ordine contrario. Non può farsi vedere neppure per vie traverse.
Lo ha scoperto per vie traverse Lara Trump, giornalista di Fox News e nuora del fu presidente degli Stati Uniti. La professionista ha infatti caricato sul suo profilo Facebook un’intervista imbastita con lo stesso Trump, un’intervista che non era altro che l’ennesimo episodio della sua rubrica The Right View (traducibile come “il punto di vista giusto”, ma anche “il punto di vista di destra”).
Risultato? Facebook ha rimosso la clip perché ha percepito al suo interno la voce del noto imprenditore. Lara ha ovviamente ricaricato il video altrove, ma ha anche sfogato tutto il suo sdegno su internet, accusando la Big Tech di essere ancor peggiore del Grande Fratello.
Il contesto, d’altronde, è degno di confronto: il social non ha punito la giornalista in quanto divulgatrice sistematica di messaggi tossici e di disinformazione, ma ha specificatamente dato luogo a una simil damnatio memoriae di un personaggio che è stato a lungo al centro delle politiche dell’azienda tech.
Una situazione tanto paradossale è frutto di un’applicazione delle policy effettuata in maniera incoerente ed emotiva, fluida e pronta a cambiare rotta in base alle circostanze del momento. Un approccio molesto e insidioso che la stessa Commissione di Facebook vorrebbe finalmente cambiare, ma anche uno che torna estremamente comodo alla dirigenza.
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