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La storia di Nikola Tesla, il genio che elettrificò il mondo

Nikola Tesla sulle banconote serbe da 100 dinari (elaborazione grafica Lega Nerd)

Nikola Tesla è stato uno dei più grandi inventori di tutti i tempi. La sua rivalità e collaborazione con Thomas Edison sono alla base di tante storie di brevetti e invenzioni straordinarie che hanno segnato i tempi moderni dell’Umanità.

Nikola Tesla è nato nell’Impero austro-ungarico e poi è stato naturalizzato statunitense. Nasce il 10 luglio 1856 a Smilijan (nell’allora Dalmazia ungherese, odierna Croazia). Il padre, Milutin Tesla di origine serba, è stato un ministro del culto ortodosso, sua madre invece Duka Mandic, è stata una donna non istruita, ma dotata di memoria prodigiosa (dettaglio che troveremo poi anche nel giovane Tesla). Nikola ebbe un fratello, che morì purtroppo a dodici anni cadendo da cavallo, e tre sorelle.

Nella sua infanzia andò a scuola a Karlovac, quindi da subito essendo portato con le materie tecniche e scientifiche si iscrisse alla facoltà d’ingegneria elettrica all’Università tecnica di Graz (Austria). Frequentò l’università solo fino al primo semestre del terzo anno, non raggiungendo quindi il conseguimento della laurea.

Poi, per un’estate, seguì i corsi dell’Università di Praga, studiando fisica e matematica avanzata. Si dedicò parallelamente alla lettura di molti lavori, imparando tra l’altro a memoria interi libri grazie alla sua memoria prodigiosa, e leggendo l’intera opera di Voltaire (più di cento volumi). Tesla scrisse poi nella sua autobiografia di avere avuto numerosi momenti di ispirazione per le proprie invenzioni e ricerche durante lo studio dell’opera di Voltaire.

Nei primi anni di vita fu purtroppo spesso malato: fu proprio in quei momenti che iniziò a vedere lampi luminosi accecanti, spesso accompagnati da allucinazioni.Molte di queste visioni erano connesse a parole o idee. Tali sintomi oggi segnalerebbero una forma di sinestesia.

Dopo aver terminato gli studi di fisica e matematica al Politecnico di Graz, in Austria (mentre parallelamente frequentava filosofia all’Università di Praga), studiando quasi venti ore al giorno e dormendone solo due, lo scienziato prova sempre di più strani fenomeni: nel buio può infatti “sentire” l’esistenza di oggetti.

Ma è proprio in questo periodo, e anche grazie a queste “allucinazioni”, che Tesla inizia ad avere brillanti idee nel campo della fisica, dedicandosi anima e corpo al principio della corrente alternata. Nel 1881, mentre lavora come disegnatore e progettista all’Engineering Department del Central Telegraph Office, inizia ad elaborare il concetto della rotazione del campo magnetico che rende la corrente alternata, quale è tutt’oggi, uno strumento indispensabile per la distribuzione di corrente elettrica su grandi distanze.

Gran parte degli uomini, a quel tempo, consideravano la corrente elettrica una linfa misteriosa che scorreva lungo i fili grazie all’intervento di una mano fantasma. Tesla volle padroneggiare le leggi di questo “fluido”. Istintivamente si convinse che il futuro apparteneva a un sistema non ancora utilizzabile: la corrente alternata.

Un generatore di corrente continua la produce grazie a un magnete permanente e a una bobina che ruota all’interno dell’apparecchiatura; nel caso invece di un generatore di corrente alternata, il magnete ruota al centro e produce la corrente nelle bobine collocate all’esterno.


Corrente alternata (in verde). L’asse orizzontale misura il tempo; l’asse verticale misura la corrente o la tensione. (via Wikipedia)

Gli anni centrali della sua vita

Dopo essere stato assunto dalla “Continental Edison Company” Tesla si trasferisce a Parigi e nel 1883 realizza il primo motore a induzione di corrente alternata, cioè in pratica a un generatore di corrente alternata. Durante la creazione del suo motore, Tesla realizza e modifica questo progetto senza disegnare, o scrivere, nessun progetto su carta e quindi basandosi solo sulle immagini nella sua mente (ricordate le famose allucinazioni?).

Nel 1884, desideroso di far conoscere le proprie scoperte, si reca negli Stati Uniti (certo di poter sfondare nel Nuovo Mondo) sempre per lavorare alla corte di Edison, con il quale però, in seguito ai diversi punti di vista sulla corrente alternata e ad un mancato pagamento per la realizzazione delle modifiche del progetto “Dinamo”, non riesce a portare a compimento la collaborazione.

Edison era già attivo nel mercato della corrente elettrica, ma aveva preferito l’utilizzo della corrente continua che aveva però il limite di non poter essere distribuita a grandi distanze, necessitando quindi la presenza di un generatore di corrente vicino al luogo del suo utilizzo. Alla fine dell’Ottocento questo non era poi un grande problema, solo i ricchi facoltosi delle grandi città potevano permettersi di avere in casa la corrente elettrica e bastava un generatore per ogni quartiere ricco per coprire la richiesta del mercato.

Edison ancora non aveva capito che questo limite sarebbe stato fatale quando tutti avrebbero voluto la luce elettrica in casa, vicini o lontani dal generatore.

L’invenzione di Tesla risolveva questo limite, la corrente alternata poteva essere distribuita a chilometri di distanza, creando quindi grandi generatori che potessero rifornire intere città, esattamente come avviene oggi. Sarebbero però passati ancora tanti anni prima che Edison e il mercato si rendesse conto dell’inevitabile passaggio da corrente continua ad alternata.

A Tesla poi non interessava minimamente il lato “economico” della questione, firmava contratti e cedeva brevetti con grande facilità, pensando solo ai pochi soldi che gli servivano per l’esperimento successivo. Edison e i suoi facoltosi soci in affari (banchieri di New York) si approfittò dell’ingenuità di Tesla in diverse occasioni, fino a quando Nikola non si licenziò e cercò nuovi soci.

Nel 1886 Tesla decise di fondare una propria società, la Tesla Electric Light & Manufacturing. I primi finanziatori non erano d’accordo con Tesla sui suoi progetti per il motore a corrente alternata e alla fine gli tolsero il controllo della società.

Tesla nonostante la delusione con Edison e con la nuova società, non si perse d’animo e trovò un lavoro a New York come operaio generico dal 1886 al 1887, per guadagnarsi da vivere e cercare di ripartire con le proprie idee. Nel 1887 costruì il primo motore a induzione a corrente alternata senza attrito, di cui fece nel 1888 una famosa dimostrazione presso l’American Institute of Electrical Engineers (attualmente parte dell’IEEE)

Nello stesso anno, sviluppò i principi della sua bobina di Tesla e incominciò a lavorare come consulente con George Westinghouse (che lo conobbe proprio a quella dimostrazione) nei laboratori di Pittsburgh della Westinghouse Electric & Manufacturing Company.

Westinghouse ascoltò e finalmente capì le sue idee per i sistemi polifase che avrebbero permesso la trasmissione di elettricità a corrente alternata lungo grandi distanze.

Il domatore di elettroni

La sua voglia di scoprire i segreti dell’elettricità in tutte le sue sfaccettature lo portano a realizzare esperimenti sempre più straordinari. Tra le sue idee (ossessioni?) quella dell’esistenza in natura di campi energetici, una sorta di “energia gratuita” cui da il nome di etere. Attraverso l’etere, si possono – stando alle affermazioni dello stesso scienziato – trasmettere, ad esempio, altre forme di energia.

Nel maggio del 1899 si reca a Colorado Springs dove installa un laboratorio molto particolare nel quale cerca di sperimentare la trasmissione di energia elettrica a località lontane senza la necessità di ricorrere a cavi di conduzione elettrica, e quindi agli elettrodotti.

In quegli stessi mesi scopre che la Terra, o meglio la crosta terrestre, è un ottimo conduttore di energia elettrica, dal momento che un fulmine che colpisce il suolo crea delle onde di energia che si muovono da un lato della terra all’altro. Ed è proprio per questo motivo che decide di installare nel proprio laboratorio un’enorme bobina che ha lo scopo di mandare impulsi elettrici nel sottosuolo, così da permettere il trasferimento di energia elettrica a lampadine poste a una notevole distanza.

Ritornando a New York, Tesla scrive un articolo di respiro futuristico sul Century Magazine affermando la possibilità di catturare l’energia sprigionata dal sole e proponendo un “sistema mondiale di comunicazione” utile per comunicare telefonicamente, trasmettere notizie, musica, andamento dei titoli azionari, informazioni di carattere militare o privato senza la necessità, ancora una volta, di ricorrere ai fili.

Questo articolo stuzzicò l’opinione pubblica catturando l’attenzione di un altro magnate dell’epoca, J. P. Morgan che gli offrì un finanziamento di centocinquanta mila dollari per costruire tale stazione trasmittente. Tesla si mette subito al lavoro, procedendo alla costruzione di una torre altissima sulle scogliere di Wanderclyffe, Long Island, New York. La Wanderclyffe Tower non è altro che uno sviluppo delle idee maturate da Tesla a Colorado Springs.

La Wardenclyffe Tower, nota anche come Torre di Tesla, fu una delle prime torri aeree per la trasmissione senza fili.

Fu proprio in quel periodo che Tesla iniziò a incantare l’alta società di New York con i suoi allestimenti e mostrare ai giornalisti la potenza e la sicurezza del sistema di corrente elettrica da lui sviluppato.

Le sue spettacolari esibizioni facevano parte della sua personale propaganda per arrivare all’elettrificazione del mondo.

 

La bobina di Tesla (e non solo)

Uno schiocco di dita e lo spettacolo inizia: sul palco c’è Nikola Tesla, scienziato e inventore che cerca di stupire la folla non con trucchi di magia, ma con la scienza. Per un istante una rossa palla di fuoco avvampa nella sua mano, con molta cautela il “mago-scienziato” lascia scivolare le fiamme sul suo vestito, poi sui capelli. Infine, con grandissimo stupore del pubblico, ripone il misterioso fuoco in una scatola di legno.

Ora farò luce come se fosse giorno

Ed ecco che il teatro delle sue esibizioni, il laboratorio sulla newyorkese South Fifth Avenue, risplende di una luce straordinariamente chiara.

Poi l’inventore balza su una piattaforma collegata a un generatore di tensione elettrica. Lentamente lo scienziato alza il regolatore, fino a quando il suo corpo è esposto a una tensione di due milioni di volt. Le scariche elettriche crepitano intorno al suo busto. Fulmini e fiamme gli guizzano dalle mani come se fosse il dio del tuono Thor.

Tesla sarebbe stato il padre di una quantità impressionante di invenzioni fondamentali della modernità, dalla radio al transistor al radar ai raggi X, dall’altoparlante all’energia idroelettrica, dalla corrente alternata alla radioastronomia.

Purtroppo, come abbiamo scritto in precedenza, il disinteresse dello scienziato per il lato economico e contrattuale delle sue invenzioni lo avrebbe portato a essere regolarmente turlupinato (in primis da Thomas Edison) e strappato della paternità delle sue invenzioni e, infine, ingiustamente dimenticato per decine di anni.

Radar

È vero che Tesla propose, nel 1917, un concetto simile al moderno radar – ben in anticipo sull’effettiva introduzione negli anni ’30/’40 – ma il merito dell’invenzione vera e propria va al ben più dimenticato Christian Hülsmeyer, che costruì un apparecchio radar funzionante (sebbene rudimentale) già nel 1904.

Tesla inoltre non ne costruì mai un prototipo fisico e aveva solo ipotizzato il suo utilizzo per individuare i sottomarini nemici, ma il radar non funziona sott’acqua. La tecnologia usata più avanti e sviluppata da altri per questo scopo fu il sonar.

Raggi X

Il primo a studiare i raggi X fu Röntgen rendendoli poi universalmente noti alla comunità scientifica nel 1895. Tesla iniziò a lavorarci a partire dal 1887, e fu uno dei primi, se non il primo, a rendersi conto della loro pericolosità (mentre Edison la ignorò, col risultato che uno dei suoi assistenti, Clarence Dally, morì di tumore). Un altro fisico, Fernando Sanford, condivide con Tesla il fatto di essere arrivato prima di Röntgen, pubblicando i suoi risultati poco dopo, nel 1893.

Radio

Qui la faccenda si fa complessa. La cosa certa è che il primo a trasmettere segnali radio per comunicare non fu né Tesla né Marconi, ma l’inglese David Edward Hughes, che comunicò via radio in codice Morse sulla distanza di cinquecento metri. Tesla dal canto suo diede un enorme contributo allo sviluppo tecnologico di quella che sarebbe diventata la radio: ne migliorò molto gli apparati sperimentali, si garantì dei brevetti essenziali (usati per contestare quelli di Marconi), e dimostrò addirittura una forma primitiva di telecomando radio. Sicuramente Marconi conosceva il lavoro di Tesla, anche se ha sempre negato, e i suoi primi apparati secondo alcuni, effettivamente assomigliano molto a quelli di Tesla. Ovviamente la radio è una di quelle invenzioni che possono essere patentate a molte persone. Per citare altri scienziati coinvolti nell’invenzione possiamo ricordare Hertz, Branly, De Moura, Lodge, Bose, Braun. Insomma la radio non nacque in un colpo solo dalla mente di un’unica persona, ma dal contributo di moltissimi.

Tesla versus Edison

Il loro incontro fu favorito da una lettera di raccomandazioni che Edison ricevette nel 1884, e che presentava Tesla come un giovane geniale, quindi i presupposti per una collaborazione duratura potevano esserci: ovviamente purtroppo non fu così.

Tesla iniziò come tecnico addetto alla manutenzione delle centrali elettriche di Edison e sistemò in diverse occasioni le centrali a corrente continua dell’americano, sempre ritirando fuori la sua idea di corrente alternata.

Edison non voleva sentire i discorsi di Tesla: come spiegato prima, il mercato dell’energia elettrica era appena nato, Edison aveva ricevuto finanziamenti ingenti per costruire piccole centrali a corrente continua vicine ai potenziali clienti e non era certo intenzionato a ripartire da zero con il progetto di Tesla, seppur sulla carta risultasse migliore.

Tesla in ogni caso continuò a lavorare sui generatori della Edison Machine Works, migliorandone le prestazioni e soprattutto rendendoli più affidabili, assicurando alla società importanti commesse, ma quando Edison lo ripagò aumentandogli lo stipendio solo di pochissimi dollari, facendo infuriare Nikola. Edison promise allora a Tesla cinquanta mila dollari (tantissimi soldi per l’epoca) nel caso riuscisse a migliorare le prestazioni delle dinamo a corrente continua.

In poco tempo Tesla riuscì a migliorare l’efficienza delle dinamo in modo sostanziale, ma il premio promesso non arrivò. Edison si rifiutò di pagarlo.

Famosa la frase dello stesso Edison:

Tesla, lei non capisce il senso dell’umorismo americano

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso anche perché le divergenze tra i due geni non erano di carattere economico o morale, ma riguardavano principalmente questioni scientifiche: Edison non credeva alla corrente alternata, Tesla invece ci vedeva il futuro.

Tesla e Edison

Solo e senza disponibilità economica Tesla si rimboccò le maniche di nuovo mettendosi in proprio, fondò la nuova Tesla Electric Light and Manufacturing Company scommenttendo sulla corrente alternata. Ma ci voleva tempo per sviluppare la nuova tecnologia e purtroppo poco dopo i suoi finanziatori ritirarono gli investimenti e la società chiuse.

Iniziò un periodo durissimo per il giovane Tesla che, senza mai smettere di studiare e sperimentare, si impegnò in piccoli lavori per sopravvivere.

Nonostante tutto e tutti, nel 1887 lo scienziato mise a punto il primo motore a induzione di energia alternata, dando vita alla sua scoperta più significativa. E grazie all’incontro con Westinghouse arrivò finalmente l’applicazione concreta delle sue idee e la messa in commercio dell’elettricità distribuita tramite corrente alternata prodotta in grandi centrali elettriche.

Non è esagerato dire che con questa scoperta si diede letteralmente il via ad una seconda rivoluzione industriale considerando che ancora oggi, prima di essere trasformata in energia continua, la corrente viene trasportata dalle centrali elettriche alle nostre abitazioni come energia alternata. La minor dispersione di corrente e, di conseguenza, il maggior risparmio energetico che ne consegue, sono diventati possibili grazie all’applicazione concreta dei brevetti di Tesla.

La Guerra delle correnti era aperta: da una parte Edison con le sue piccole centrali a corrente continua sparse per la città e dall’altra Westinghouse e Tesla con la loro corrente alternata prodotta in grandi centrali fuori dalla città.

Una battaglia senza esclusioni di colpi bassi: Edison per contrastare il suo rivale pagava giovani studenti perché catturassero cani e gatti che, durante esibizioni ufficiali, venivano legati a placche di metallo facendo poi passare la corrente alternata nel loro corpo sussultante. Chiedeva infine agli spettatori inorriditi in sala:

È questa l’invenzione che le nostre amate donne dovrebbero usare per cucinare?

Edison cercava di far passare la corrente alternata come “non sicura”, portando la gente a scegliere la sua più sicura corrente continua.

La guerra finì qualche anno dopo, quando presero in mano la situazione i grandi banchieri di New York: la società di Edison divenne l’attuale General Electric e messa in mano a due grandi uomini d’affari: John Pierpont Morgan ed Edward Adams.

La General Electric aveva in mano brevetti fondamentali per il mercato dell’elettricità e controllava la produzione di lampadine e cavi per la distribuzione. Dall’altra parte la Westinghouse Electric aveva in mano la tecnologia giusta per la produzione e la distribuzione dell’energia, quella della corrente alternata.

Edward Adams, da grande mediatore, riuscì a mettere insieme le due società per affrontare una sfida enorme: la costruzione della grande centrale idroelettrica sulle cascate del Niagara che avrebbe potuto illuminare intere città. Le due società parteciparono insieme e vinsero la gara d’appalto, costruirono la centrale e dimostrarono al Mondo che il futuro era arrivato.

La targa installata nella centrale elettrica delle Cascate del Niagara che riporta Tesla come il primo inventore del sistema polifase a corrente alternata.

 Nobel, ossessioni e la sua morte

Nel 1912 il nome di Tesla viene candidato al Premio Nobel per la Fisica, ma, ancora in lotta per i suoi brevetti e idee “rubate”, decide di rifiutarlo proprio perché nel 1909 non lo ricevette al posto di Marconi.

Nel 1915 Tesla rifiuta un altro premio Nobel, venuto a conoscenza del fatto che l’avrebbe dovuto condividere con Edison.

Nel 1917 gli viene concessa, per il suo contributo al sapere scientifico, un’onorificenza intitolata a Edison, la “EdisonMedal“, che però accettò.

Un genio di questo calibro ovviamente aveva delle “ossessioni”, ricordate le allucinazioni in gioventù? Il giovane Tesla è sempre stato soggetto a comportamenti compulsivi.

Sentiva caldo davanti a una pesca. Nutriva una forte avversione verso perle e orecchini, provava disgusto per i capelli delle altre persone. Ripeteva alcune attività in modo che le ripetizioni fossero divisibili per tre. Contava i passi mentre camminava, calcolava il volume del contenuto delle tazzine di caffè, dei piatti fondi, degli alimenti.

Se non lo faccio, il cibo non mi piace.

annotò Tesla nel 1878 a 23 anni.

Nikola Tesla viveva da solo in una camera d’albergo a New York quando il suo corpo senza vita venne ritrovato ed è proprio per questo motivo che non si è riusciti a dare una data precisa alla sua morte, che si suppone essere avvenuta il 7 gennaio 1943.

Qualche mese dopo, nel giugno del 1943, la Corte Suprema degli Stati Uniti (caso 369, 21 Giugno 1943) riconoscerà Tesla come primo inventore della radio.

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