Insieme al paleontologo Alessandro Carpana, il biologo Massimo Sandal e il paleoillustratore Sante Mazzei, durante l’UltraPop Festival abbiamo realizzato un vero viaggio all’interno del mondo dell’evoluzione e dei grandi stereotipi che accompagnano i dinosauri.

Il fascino dei dinosauri è un qualcosa che ognuno di noi si porta dentro sin dall’infanzia ed è per questo che si è voluto realizzare un panel dal nome “I Dinosauri perché li amiamo così tanto“. Tutti possono rispondere al quesito qual è il tuo dinosauro preferito e non è un mistero che insieme al lavoro dell’astronauta probabilmente quello del paleontologo, alla ricerca di forme di vita estinte in giro per il Pianeta Terra, è la professione più sognata dai bambini.

Questa passione ha trovato una collocazione ben precisa soprattutto dopo che Michael Crichton, insieme all’aiuto della pellicola cinematografica di Steven Spielberg nell’ormai lontano 1993, ha portato a tutti il sogno dei dinosauri. La chiave di volta di Jurassic Park è stata quella di interpretare uno studio e farlo quasi “reale” perché negli anni novanta la teoria che si potesse ricreare un dinosauro attraverso i filamenti di DNA ritrovati all’interno delle zanzare fossili, non sembrava così fantascientifica. Nel film proprio le zanzare intrappolate all’interno di questo minerale hanno dato vita ai dinosauri più iconici del mondo giurassico. 

Ci sono tracce di sangue in insetti catturati nell’ambra risalenti al Mesozoico – racconta il biologo e science writer Massimo Sandal – come per esempio un ritrovamento di zecche, ma purtroppo dobbiamo scardinare il sogno di John Hammond e di tutti i suoi fan.

Alla domanda se si mantiene nel tempo il DNA del sangue fossilizzato si deve rispondere no.  Anche se negli anni novanta poteva essere una teoria da studiare oggi sappiamo, da numerosi dati ed esperimenti, che anche nel copale -il precursore dell’ambra- non si trova DNA in insetti vecchi solo poco più di 10.000 anni. Le speranze di poter ottenere DNA da zanzare dell’epoca dei dinosauri sono veramente rare, per di più il risultato di un mix di DNA sarebbe quello di una creatura ibrida con scarse possibilità di vita. In conclusione l’ambra risulta un meraviglioso minerale che preserva perfettamente la forma tridimensionale dell’animale, dandoci l’idea che sia defunto il giorno prima, una sorta di grande fotografia giurassica: è questa suggestione che ci ha portato a pensare una tecnica come quella di Jurassic Park.

La ricerca negli ultimi anni si è dirottata in un altro materiale che addirittura mantiene anche in maniera più completa le cellule ed è in grado di accogliere e conservare perfettamente le proprietà degli animali estinti: il ghiaccio.

Sì perché nella storia della paleontologia i resti ritrovati nel permafrost sono tra le scoperte più sensazionali mai avute, come i mammut o le tigri dai denti a sciabola. Proprio il Mammut potrebbe essere il primo animale estinto a far ritorno sulla Terra. Sì perché in Siberia lo scienziato russo Sergey Zimov sta provando, per un esperimento anche dedicato all’ambiente, a far rivivere l’antico Mammut (con DNA originale unito a quello dell’elefante Indiano) in un’area di 16.000 km che chiamerà Pleistocene Park.

Per ascoltare l’intero panel dedicato al mondo dei dinosauri

 

In cover Mammuthus meridionalis, una specie estinta di mammut diffusa ampiamente anche in Italia. Bozzetto di Sante Mazzei.