Una lungimirante pubblicità della SIP ha sostenuto per anni che una telefonata allunga la vita, ora una ricerca scientifica ci dice che una telefonata allieva anche il senso di solitudine. Un contatto vocale, seppur remoto, incentrato sulla conversazione empatica può infatti ridurre i sintomi dell’isolamento, della depressione e dell’ansia già nel giro di poche settimane.
L’indagine, pubblicata su JAMA Psychiatry ha preso in considerazione un bacino di volontari dai 27 ai 101 anni e ha creato un protocollo di interazione specifico a ogni singolo membro. Sono state quindi applicate le strategie psicologiche solitamente adoperate nei call center, così da ottimizzare la creazione di una connessione con le persone dall’altro capo della cornetta.
Gli scienziati hanno addestrato 16 centralinisti perché ponessero domande aperte ai soggetti analizzati, una alla volta, in modo che il ricevitore potesse esprimersi. Allo stesso tempo le risposte fornite dovevano essere piene di “indizi” che andassero a fomentare una forma di complicità e reciproca comprensione.
“Non si tratta semplicemente di fare una chiamata per sentire come stanno”, ha confessato Maninder Kahlon, autore a capo dello studio e direttore della Factor Health dell’Università del Texas. “Si tratta di pensare deliberatamente al come costruire un legame di fiducia”.
Lo scopo è ora quello di sviluppare i dati raccolti nella speranza che la strategia delle “chiamate empatiche” venga introdotta progressivamente all’interno del sistema sanitario pubblico statunitense. Attenuare la solitudine e i problemi che ne derivano con una semplice telefonata occasionale potrebbe infatti migliorare la vita di molte persone e il tutto avrebbe anche costi particolarmente contenuti.
L’unico vero costo sarebbe infatti quello dell’addestramento dei centralinisti, i quali dovrebbero saper padroneggiare il protocollo formalizzato dagli psicologi, in modo da adattare il loro approccio alle peculiarità delle diverse tipologie di solitudine.
Potrebbe anche interessarti: