Mortal Kombat, intervista a regista e produttore: “Non un film su un videogame, ma di arti marziali”

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Ci sono voluti sette anni di lavoro, ma finalmente il nuovo film ispirato ai videogiochi di Mortal Kombat vedrà la luce: la pellicola diretta da Simon McQuoid arriverà nelle sale americane e su HBO Max il prossimo 16 aprile.

In attesa di sapere se arriverà al cinema anche in Italia, Warner Bros. ci ha permesso di vedere i primi 13 minuti del film in anteprima e di parlarne con il regista e il produttore Todd Garner. La scena di apertura è un vero e proprio prologo, in cui scopriamo le origini di Hanzo Hasashi e Bi-Han, aka Scorpion e Sub-Zero. È un altro mondo rispetto alle pellicole anni ’90 su Mortal Kombat: scenografie, costumi, atmosfere sono curatissimi, tanto da sembrare usciti da un film di Kurosawa.

In questa pellicola viene inoltre introdotto un nuovo personaggio, Cole Young, la cui identità per il momento è ancora segreta.

 

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Prima di parlarne con gli autori, tutti i giornalisti invitati a questa anteprima hanno ricevuto una mail da parte di James Wan: impossibilitato a partecipare all’evento perché impegnato sul set di Aquaman 2, il regista e produttore ha voluto comunque dire la sua su un progetto a cui si è dedicato per anni:

Sono passati 25 anni da quando è uscito il primo film dedicato a Mortal Kombat ed è da tempo che i fan chiedevano a gran voce un nuovo adattamento. Io stesso sono fan dei giochi e dei film, quindi anche io volevo vedere un’altra versione cinematografica di questa storia. Sentivo che era tempo di riprendere la storia di un gioco che ha continuato a essere rilevante per il mondo dei videogiochi ma meno al cinema. Fin dall’inizio Todd Garner, il mio team di Atomic Monster, e io eravamo emozionati dall’idea di creare una nuova versione aggiornata con le tecnologie che abbiamo a disposizione oggi, rispettando il tono fantasy, l’azione violenta e il gore del gioco originale che i fan amano. Allo stesso tempo volevamo rendere vivi questi personaggi e le loro storie, portandoli di nuovo sul grande schermo in una versione moderna, adatta a una nuova generazione che potrebbe non conoscere così bene i film così come noi.

I giochi più recenti di Mortal Kombat permettono di giocare con moltissimi nuovi personaggi (ho amato Black Manta nell’ultimo), ma sentivo di dover tornare alla vecchia scuola, ai personaggi originali con cui giocavo, che erano Liu Kang e Scorpion. La cosa bella di Liu Kang è che si basa molto su Bruce Lee, quindi quando sceglievo Liu Kang praticamente potevo fare finta di essere Bruce Lee!

 

Mortal Kombat: una clip in anteprima

 

Il nuovo Mortal Kombat si concentra sui personaggi

I fan dei videogiochi sono in buone mani: il team che ha scritto e lavorato al nuovo film su Mortal Kombat è composto da persone appassionate del gioco. Come lo stesso produttore Todd Garner:

Abbiamo cominciato a pensare alla storia con Greg Russo, lo sceneggiatore: è un incredibile fan del videogioco, ci gioca religiosamente, conosce la lore.

Abbiamo fatto ricerche e discusso dei personaggi con grandi tavolate piene di sceneggiatori tutti fan del gioco. Abbiamo lavorato con cura agli easter eggs. Anche gli attori hanno fatto ricerche sui loro personaggi e contribuito a definirli. Abbiamo lavorato sui vari strati dei personaggi, cercando di aggiungere profondità.

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Per Garner questo non è un semplice film su un videogioco:

Per me questo non è un film tratto da un videogame, ma un film di arti marziali: ci sono molti buoni film di questo genere rispetto a quelli ispirati ai videogiochi, quindi è stato più facile trovare riferimenti e ispirazione.

Il problema di molti film che hanno portato giochi famosi sul grande schermo è che non si concentrano abbastanza sui personaggi: noi ci siamo concentrati soprattutto su quello.

Il film comincia con una scena in cui nessuno parla inglese: in quei primi tredici muniti c’è una storia d’amore, c’è morte, tragedia, genocidio. Dimostra il nostro intento di rispettare i personaggi.

La scena iniziale sembra uscita da un film di Kurosawa: è una dichiarazione di intenti. Il nostro non è un film in cui si viene semplicemente buttati in mezzo a gente che si uccide. Ci prendiamo il tempo di approfondire i personaggi e la storia.

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Tra le fonti di ispirazione di questo Mortal Kombat cita grandissimi titoli del genere:

Le nostre fonti d’ispirazione sono state: Kurosawa, The Raid, John Wick, Deadpool, Matrix, Kill Bill.

Faccio film da trent’anni ed è il mio compito vedere e conoscere tutto. Mi sono preoccupato che Simon, il direttore della fotografia e i coreografi fossero sulla stessa lunghezza d’onda. Anche loro avevano quei film in mente, ma ci siamo assicurati di non copiarli. Per noi era importante creare qualcosa che non fosse stato già visto.

La sfida è stata proprio fare qualcosa di diverso.

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I personaggi sono la forza di questo nuovo Mortal Kombat:

Sono tutti personaggi complessi.

Il più tragico è Hanzo Hasashi (Scorpion): il suo clan è trucidato e viene mandato all’inferno. La sua ricerca della vendetta per la morte di sua moglie e suo figlio è articolata.

Anche Bi-Han (Sub-Zero) è molto complesso: è un personaggio che crede davvero nella sua missione, nell’eliminare il clan rivale dei Lin-Kuei, per fare in modo che il suo sia quello puro. Questo lo porta a essere condannato a diventare un mostro di ghiaccio, che rispecchia il suo essere un assassino a sangue freddo.

Non è un caso che abbiamo deciso di aprire il film con loro.

 

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Le scene d’azione raccontano una storia

Simon McQuoid, con Mortal Kombat al suo esordio con un lungometraggio, ha prestato particolarmente cura e attenzione ai combattimenti, che non dovevano semplicemente dare spettacolo, ma raccontare una storia:

Con James Wan non abbiamo parlato dello stile, mi ha lasciato libero di fare il mio lavoro.

Volevo che ogni stile di combattimento fosse diverso: non volevo che il pubblico a un certo punto si stufasse di vedere le stesse cose. Ogni scena di combattimento doveva avere un significato, raccontare una storia, aiutare a capire i personaggi.

Una è proprio quella iniziale. Volevo creare sorpresa e tensione drammatica.

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Nel film c’è molta brutalità, come nel videogioco, ma non abbiamo usato la violenza in modo fine a se stesso: ci sono molte scene di combattimento, ma permettono ai personaggi di essere autentici. Volevo quindi che anche i danni sembrassero il più realistici possibile: se c’è un colpo alla testa mortale abbiamo voluto anche sangue e pezzi di cervello. Volevo che fossero più cinematografici possibile.

Quando c’era bisogno di un momento sconvolgente abbiamo inserito le fatalità: quando per esempio un personaggio deve vendicarsi. Non ne abbiamo abusato: le abbiamo inserite nelle parti più emotive del racconto. Per rendere giustizia allo spirito di Mortal Kombat.

I responsabili degli effetti speciali hanno fatto un lavoro incredibile: con Goro ad esempio. Il livello di realismo che sono riusciti a creare ci ha permesso di usare molto meno sangue finto di quanto credessi. Siamo però stati molto attenti a non esagerare, in modo da non superare il confine che ci avrebbe portato a un divieto più alto di R (vietato ai minori di 17 anni). Sarebbe diventato un altro film.

 

Mortal Kombat arriva il 16 aprile nelle sale americane e su HBO Max.

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