In occasione del trentaduesimo compleanno del world wide web, Tim Berners-Lee ha pubblicato sul blog della sua Web Foundation una lettera aperta indirizzata a tutti gli uomini di potere, nella speranza che questi possano un giorno decidere di combattere il digital divide rendendo la connettività a internet un diritto umano.

Berners-Lee, ormai consapevole che la sua invenzione non abbia adottato i valori di ugualità e libertà con cui era stata inizialmente progettata, non cerca di intavolare una retorica incentrata solamente sui concetti deontologici, ma parla anche delle eventuali convenienze economiche.

L’uomo sottolinea infatti come la Alliance for Affordable Internet (A4AI), una branca della Web Foundation, abbia stimato che altri 428 miliardi di dollari di investimenti distribuiti nell’arco di dieci anni possano bastare per garantire a chiunque la possibilità di accedere alla banda larga.

Il post cita dunque alcune cifre fornite dell’Institute for Global Change dell’ex Primo Ministro britannico Tony Blair, le quali riportano come un accesso universale alla Rete possa fornire al Mercato un beneficio economico diretto di 8,7 trilioni di dollari.

Il creatore di internet suggerisce quindi che fare della connettività un diritto non sia solamente “giusto” e utile a stemperare la crescente disparità tra ceti e nazioni, ma anche che sia conveniente ai fini del commercio e che possa essere un elemento chiave per far progredire idee e tecnologie.

 

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