Sheryl Sandberg è la COO di Facebook e, in una recente intervista, ha spiegato che una delle ragioni per cui la sua azienda è riuscita – a livello di organizzazione del personale – a reagire in tempi così celeri al Covid-19 dipende dal fatto che Mark Zuckerberg si è dimostrato estremamente preoccupato dall’idea di una pandemia già durante i primissimi giorni del 2020.

Vale la pena di ricordare che non ci troviamo davanti ad una storia di poteri paranormali o di informazioni segrete ristrette ad un piccolo circolo di eletti. I primissimi casi di contagio a Wuhan sono diventati di dominio pubblico a dicembre del 2019. Zuckerberg ha semplicemente anticipato l’ipotesi di una escalation in modo più puntuale di molte altre persone.

Credevo che fosse impazzito, diceva che avremmo dovuto prepararci all’ipotesi di far lavorare i dipendenti da casa e che ci sarebbe potuta essere una pandemia. Ho pensato: ‘Cosa vuol dire che ci potrebbe essere una pandemia. Cosa è una pandemia? E dovremmo davvero lavorare da casa?’

ha spiegato la dirigente di FB nel corso di una intervista con Axios.

Come sappiamo, quello di Mark Zuckerberg non era un eccesso di prudenza. Facebook ha riorganizzato i suoi 50.000 dipendenti mettendo la maggior parte di loro un telelavoro. La dirigente ha raccontato che in alcuni casi sono stati predisposti dei rimborsi da 2.000$ per assicurarsi che i dipendenti avessero il necessario per lavorare da casa in tranquillità.

Sheryl Sandberg ha spiegato che la chiusura degli uffici non è stata una passeggiata e che avere la maggior parte dei dipendenti in smart working continua a creare dei problemi. «Non so per quanto a lungo continuerà o cosa ne sarà dei viaggi di lavoro», ha detto.