Randall Park nei panni di Kim Jong Un nella commedia ‘The Interview’

Gli USA hanno accusato tre cittadini nordcoreani di aver accumulato una fortuna di oltre 1 miliardo di dollari, commettendo frodi informatiche e riciclando denaro. I tre hacker erano già noti per l’attacco a Sony Entertainment e per il ransomware WannaCry.

Gli Stati Uniti d’America hanno accusato tre hacker nordcoreani di avere accumulato un bottino di oltre 1 miliardo di dollari attraverso diverse operazioni criminali a danno di aziende ed istituti di credito. Nella stessa indagine, un cittadino con doppia nazionalità statunitense-canadese è stato condannato per riciclaggio di denaro.

I tre hacker si chiamano Park Jin Hyok, Jon Chang Hyok and Kim Il e sono accusati di cospirazione criminale, associazione a delinquere per commettere frode informatica e frode bancaria. «La Corea del Nord è diventata un cartello criminale con una sua bandiera», ha detto John Demers, il procuratore a capo dell’indagine.

 

 

Il manipolo di presunti criminali vede, peraltro, un nome già noto alla giustizia: Park Jin Hyok era già stato condannato a due anni per il suo ruolo nell’attacco informatico contro Sony Enternatiment Pictures nel 2014. Attacco che aveva lo scopo di ricattare la casa di produzione, ritardando e ostacolando la release internazionale del film satirico The Interview. I tre hacker avrebbero poi avuto un ruolo nella diffusione di WannaCry, il ransomware che ha messo in ginocchio diverse strutture strategiche europee – dalle centrali elettriche agli ospedali – in Europa.

Nessuno dei tre hacker nordcoreani è in custodia. Sono tutti a piede libero nel loro Paese d’origine, che ovviamente non ha nessuna intenzione di estradarli in Nord America. L’unico ad essere finito agli arresti è un complice: un uomo di 37 anni residente negli USA. Si è già dichiarato colpevole per il capo d’accusa di riciclaggio di denaro.

Gli agenti operativi nordcoreani usano le tastiere invece che le pistole, rubano wallet digitali invece che sacchi di contanti, ma sono comunque i rapinatori più pericolosi al mondo

ha detto il procuratore Demers.