La Russia di Putin sta incappando in proteste sempre più animate, con TikTok che diventa lo sfondo di propagande e contropropagande.
I giovani si esprimono con i mezzi che hanno, quindi le manifestazioni di dissenso politico non potevano che finire sul più popolare video-social del momento, TikTok. Anche il Governo si da da fare, sia sul piano della censura che su quello del media-management.
Facciamo un passo indietro: la pandemia ha inferto all’economia russa un duro colpo, enfatizzando non poco i dissapori di un popolo messo a dura prova dal regime di un leader polito che è nato in seno al KGB.
A questa situazione limite si aggiunge la carismatica figura del camaleontico Aleksej Navalnyj, personaggio politico che è passato praticamente per ogni parrocchia ideologica: neoliberismo, nazionalismo di estrema destra, populismo sociale di sinistra.
Ora, Navalnyj viene considerato il principale oppositore di Putin, ruolo che lo ha posto sotto i riflettori mondiali, soprattutto da che la Germania ha dovuto accoglierlo a causa di un avvelenamento che molti attribuiscono ad agenti russi.
La sua figura di contestatore ha accolto le simpatie di molti, soprattutto dei giovani, i quali si sono scatenati in piazza e sulla Rete. Recentemente Navalnyj è stato arrestato, il che ha ulteriormente fomentato gli animi.
Il Governo è riuscito a tacciare alcuni video sollecitando a TikTok la cancellazione di tutte le clip in cui si chiedeva esplicitamente di manifestare contro il Governo o di compiere azioni violente, ma in altri casi c’è stato ben poco da fare.
Gli utenti stracciano il loro passaporto, altri sostituiscono i ritratti di Vladimir Putin con quelli del suo rivale, altri ancora spiegano come equipaggiarsi per scendere in piazza senza patire il rigido clima locale. Il tutto mosso dall’ashtag #занавального, “per Navalnyj“.
La Russia non è certo una sprovveduta, per quanto concerne la manipolazione di internet, tuttavia questa volta è stata colta con la guardia abbassata e ha agito in modo goffo, ovvero ha contattato influencer a tappeto, offrendo dai 25 ai 50 euro perché consigliassero ai propri follower di non seguire la moda dissidente.
La cosa è trapelata immediatamente. Agli interessati è stata fornita una cartelletta con delle frasi prefabbricate su cui calcare la mano. “I contestatori provocano la polizia”, “siano stanchi di Navalnyj”, “vogliamo pace e tranquillità” e “Navalnyj è finanziato dall’Occidente”, sono i mantra più utilizzati.
Non solo, l’Amministrazione russa ha iniziato ad aprire tutta una serie di account su TikTok atti a caricare quel genere di propaganda machista e trash che è squisitamente post-sovietica. Vedere per credere.
https://www.tiktok.com/@mchs.russia/video/6926085587048975617?sender_device=pc&sender_web_id=6925117773634913798&is_from_webapp=v2&is_copy_url=0
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