Twitter dice basta e si ribella alle imposizioni del Governo indiano

Il Governo indiano chiede la censura di altri oppositori politici, ma Twitter ha raggiunto il limite e si rifiuta di eseguire l’imposizione.

Da inizio febbraio il social è stato al centro di un dibattito che ha catalizzato l’attenzione dei gruppi per i diritti civili: l’Amministrazione Modi, nota per i suoi atteggiamenti oppressivi, ha ordinato a più riprese che Twitter oscurasse i profili di contestatori e oppositori politici, cosa che il social ha fatto prontamente.

Negli ultimi anni, l’establishment ha codificato infatti tutta una serie di leggi che normano la Rete, leggi tanto ambigue e generiche che possono essere liberamente applicate a ogni contesto che sia considerato “anti-nazionale“, compresi coloro che criticano le politiche del potere dominante.

Di recente, il potere dominante di critiche ne sta ricevendo moltissime. Nel tentativo di far decollare l’economia del Paese, il primo ministro Narendra Modi ha abbozzato uno stravolgimento dell’intera industria agricola, di fatto aprendola alle dinamiche capitaliste.

Ai piccoli contadini del Punjab e di Haryana, la cosa non è affatto piaciuta. Sentendo la propria vita a repentaglio, hanno iniziato a novembre a muovere centinaia di manifestazioni che hanno immancabilmente paralizzato la capitale.

Il governo ha proposto di sospendere l’implementazione delle norme, ma gli agricoltori continuano a chiederne l’abrogazione. Nel frattempo, gli interventi della polizia si fanno sempre più frequenti e opprimenti, con situazioni limite dove vengono tagliate anche le connessioni internet e le forniture d’acqua.

Ecco dunque che l’India, nel pieno dei suoi diritti legislativi, ha domandato che che centinaia di voci scomparissero dalla discussione digitale. Per evitare di violare la legge e di incattivirsi il Governo, Twitter non ha potuto fare altro che eseguire gli ordini.

In questo panorama, però, il social ha deciso che non bloccherà i profili dei media, dei giornalisti, degli attivisti e dei politici, mentre altri ancora verranno oscurati solamente entro i confini della nazione, ma saranno visibili all’estero.

Il Governo indiano ha immediatamente minacciato sanzioni nei confronti di Twitter, cosa che potrebbe comportare conseguenze finanziare nefaste, considerando che il Paese è uno dei mercati più fiorente nell’ambito dei social media.

L’azienda si dice inoltre preoccupata per i suoi dipendenti in loco. Loro hanno tecnicamente infranto la legge e potrebbero venire multati o, addirittura, arrestati.

 

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