ByteDance, ditta celebre per TikTok, porta davanti alla Corte Tencent, l’azienda digitale più potente della Cina.

Il Tribunale cinese della proprietà immateriale ha concesso a ByteDance di portare avanti una causa contro il mastodontico avversario, aprendo una vera e propria guerra burocratica per contendersi il mercato nazionale della Repubblica Popolare Cinese.

L’accusatore sostiene che le restrizioni imposte da Tencent a Douyin, l’omologo cinese di TikTok, siano in piena violazione delle regole anti-monopolistiche. Tencent, di fatto, starebbe ostacolando da tre anni ByteDance, impedendole di interagire con popolari app quali WeChat e QQ.

Un atteggiamento che “senza dubbio” costituisce “un comportamento monopolistico ottenuto attraverso l’abuso della propria posizione dominante nel mercato, così da escludere e limitare la concorrenza”.

Siamo fermamente convinti che la concorrenza sia positiva per i consumatori e che promuova l’innovazione. Abbiamo portato avanti questa causa legale per proteggere i nostri diritti e quelli dei nostri consumatori,

ha dichiarato ByteDance facendo leva su una retorica squisitamente capitalista.

Tencent si difende, anzi parte al contrattacco: l’algoritmo di Douyin accederebbe in maniera illegale ai dati utente di WeChat, promuovendo strategie di spionaggio industriale che l’azienda non ha intenzione di tollerare.

Le due parti continuano a bisticciare tra di loro, tuttavia non è chiaro se l’intenzione sia quella di farsi reciprocamente le scarpe o, in alternativa, quella di portare avanti una lunga battaglia diplomatica con cui influenzare il Governo di Beijing.

Dopo un lungo periodo di apparente calma, infatti, la Cina ha preso a interessarsi con una certa prepotenza alle Big Tech nazionali, dando una strigliata a quelle che hanno sviluppato troppo potere. Basti vedere il destino che è toccato ad Alibaba e al suo CEO, Jack Ma.

In un panorama simile, ByteDance e Tencent potrebbero ora essere piuttosto intente a mettere in evidenzia lo strapotere del reciproco concorrente, così da riuscire a gettare l’avversario sui binari giuridici dell’Amministrazione Xi Jinping.

 

 

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