Non abbiamo approfittato della pandemia per generare nuovi bambini. Anzi, molti hanno rinunciato del tutto a essere genitori.

Sono stati pubblicati i dati Istat su bilanci di nascite e morti del 2020. Come ci si sarebbe potuto aspettare dal lungo allarme sanitario che ci accompagna ormai da mesi, il numero delle dipartite è impressionante, ma ancora più impressionante è il calo delle nascite.

In questo infausto anno, sono nati meno di 400 mila bambini, statistica che segna un record negativo mai raggiunto sin da che l’Italia si è unita a nazione. Dall’inizio della prima, durissima quarantena, gli italiani hanno infatti messo al mondo il 21,6 per cento di figli in meno, un calo che va ad aggravare la già bassa natalità del Bel Paese.

Non solo il Coronavirus ha inferto un duro colpo sulla salute delle gestanti, il problema sfocia anche sulla dimensione sociale e psicologica delle comunità, con gli esperti che stimano che il 2021 sarà un altro anno nero, almeno per la demografica europea.

Ricerche condotte nei mesi di Marzo-Aprile hanno evidenziato come tedeschi e francesi abbiano deciso di attendere il termine della pandemia, prima di mettere al mondo altri bambini. Più fosca è invece la posizione degli italiani, i quali hanno in molti casi deciso di abbandonare del tutto i progetti genitoriali.

Più grandi sono le paure economiche, maggiore è l’impatto subito dai tassi di natalità. Quindi in nazioni dove il walfare governativo è in grado di minimizzare l’impatto economico potrebbero svilupparsi effetti meno negativi,

ha rivelato Martin Bujard, vicedirettore dell’Istituto Federale di Ricerca Demografico tedesco, spiegando una simile discrepanza negli atteggiamenti.

 

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