La pandemia ha congelato la produzione mondiale di chip e semicondutori. Gli analisti: «danno epocale per l’industria automotive, si rischiano mancati ricavi per 61 miliardi di dollari».

La pandemia ha congelato la produzione mondiale di semiconduttori. La scarsità di chip sta creando danni profondi nell’industria automobilistica mondiale. Brand come Volkswagen e Audi hanno già dovuto interrompere diverse linee di produzione, provocando dei ritardi a catena sulle consegne che avranno effetti duraturi e un costo proibitivo.

Volkswagen, ve lo avevamo già raccontato, sta valutando di intraprendere azioni legali contro alcuni dei suoi fornitori, in modo da contenere le perdite.

I chip sono fondamentali per l’industria automobilistica: per capirlo basta guardare all’anatomia delle auto moderne. Dai componenti elettronici dello sterzo, passando per il motore, i sistemi ADAS e, banalmente, lo schermo dell’infotainment e i quadri strumenti di ultima generazione.

Un report prodotto dagli analisti di AlixPartners —e riportato da Bloomberg— parla di danni mostruosi. Ci si aspetta un impatto sui ricavi del primo trimestre del 2021 di almeno 14 miliardi di dollari. Entro la fine dell’anno, l’impatto sui ricavi – a livello globale e suddiviso per tutte le aziende automobilistiche- potrebbe toccare i 61 miliardi di dollari.

Lo stop all’approvvigionamento di semicondutori che si sta registrando in questi giorni ha almeno un importante precedente. Nel 2011 un violento tsunami aveva messo in ginocchio le fabbriche della Renesas Electronics Corp., causando uno stop alla filiera giapponese dei chip.

L’improvvisa penuria di chip aveva congelato le linee di produzione di Honda, Nissan e Toyota, producendo un danno enorme all’industria automobilistica nazionale.