L’algoritmo di Bumble inizia a punire il body-shaming

Bumble, dating app, ha introdotto nel suo algoritmo delle direttive che segnalano gli utenti che fanno body-shaming.

Stando a quanto comunicato dall’azienda, il software sarà in grado di riconoscere i commenti derogativi sull’aspetto altrui, compresi i commenti transfobici, omofobici e razzisti. Una volta “flaggato” il profilo, toccherà ai moderatori in carne e ossa stabilire se i messaggi incriminati contengano effettivamente atteggiamenti tossici.

Il body-shaming non è accettabile, che sia dentro o fuori dalla Bumble app. Per coloro che non dovessero saperlo, fare body-shaming vuol dire forzare la vostra opinione di un “bel corpo” sugli altri.

Può manifestarsi quando si invia un messaggio che può essere critico per il corpo o la salute di qualcuno, o nello scrivere nella vostra presentazione di Bumble che un certo tipo di corpo sia inaccettabile o indesiderabile.

Il body-shaming include l’insultare il peso, l’insultare la salute, il criticare la pelle o i capelli, l’insultare la magrezza, il lanciare opinioni non sollecitate o il prendere in giro le fattezze fisiche di qualcuno,

ha riportato l’azienda nel suo statement ufficiale.

A scanso di equivoci, l’algoritmo inoltrerà automaticamente un avviso a tutti gli iscritti che sembrerebbero essersi resi colpevoli di body-shaming, così da poterli riprendere direttamente, a mo’ di ammonimento.

In parallelo all’automatismo digitale, tuttavia, l’amministrazione di Bumble invita tutti gli utenti a rimanere vigili e a segnalare chiunque si macchi di giudizi inutilmente perfidi. Assicurandosi, almeno virtualmente, una copertura totale del social.

Nella speranza di risolvere i classici problemi dei siti di incontri, la dating app sta in effetti puntando molto sul consolidare un’intelligenza artificiale competente e capillare. Solo questo giugno, l’azienda aveva lanciato un “Private Detector” che era in grado di identificare e oscurare qualsiasi foto di nudo indesiderata.

 

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