TikTok non tutela adeguatamente i minori, quindi il Garante della privacy impedisce al social di operare in Italia.

La sospensione é giunta in reazione a un tragico evento di cronaca nera che ha ieri mietuto una bambina palermitana di dieci anni. La bimba in questione sarebbe infatti morta a causa della “blackout challenge”, un pericoloso “gioco” che girerebbe su TikTok e in cui i partecipanti devono strangolarsi fino a perdere coscienza.

ByteDance, azienda cinese proprietaria di TikTok, sostiene di non aver identificato nessuna forma di contenuto che possa aver incitato la vittima a prendere parte a una simile sfida.

La salvaguardia della comunità di TikTok é la nostra priorità assoluta, per questo motivo non permettiamo alcun contenuto che incoraggi, promuovo o glorifichi comportamenti che possano risultare pericolosi,

ha riferito un portavoce dell’azienda.

Nonostante la smentita dell’azienda, a gettare il dubbio é la testimonianza della sorella minore della bambina, la quale ha esplicitamente citato la challange quale causa del decesso.

 

 

A prescindere da come siano andate le cose, questo episodio non ha fatto altro che accelerare un percorso che era già in atto. Il Garante della privacy si era infatti mosso contro TikTok a dicembre e lo aveva fatto proprio per la sua “mancanza d’attenzione nella protezione dei minori“.

Nonostante la stessa policy del social impedisca agli under-13 di accedere al servizio, il Garante registra che vi sia una forte tendenza a girare la testa dall’altra parte, in modo da favorire una costante fiumana di nuove iscrizioni.

Non solo, TikTok offre poca chiarezza e ancor meno trasparenza a riguardo di come vengono trattati i dati degli utenti, nonché propone impostazioni predefinite che non sono rispettose per la privacy.

Il divieto imposto dall’Autorità colpisce i profili in cui gli utenti non hanno certificato la propria età e andrà avanti fino al 15 febbraio, in attesa che TikTok fornisca adeguato riscontro all’atto di contestazione.

 

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