Parler è fuori dai giochi, il CEO dell’app della destra: «Ci hanno abbondonato tutti». Nel frattempo, migliaia di americani confusi e smarriti stanno scaricando Parlor, con la ‘o’. È un’app per conversazioni hot.
Il Big Tech dichiara guerra totale a Parler, il social-rifugio della destra americana. Proprio mentre anche Matteo Salvini annunciava il suo debutto su Parler, Amazon Web Services ha staccato la spina ai server dell’app, rendendola inutilizzabile.
Ancora prima, sia Google che Apple avevano deciso di epurare Parler, rispettivamente, dal Play Store e dall’App Store.
Così, se prima su Android era comunque possibile aggirare il blocco imposto da Google installando Parler per vie traverse —ed era comunque possibile continuare ad utilizzarla se la si aveva già scaricata—, di fatto oggi l’app finanziata dalla potente famiglia Mercer (già mecenati di Breitbart, Cambridge Analytica, Milo Yannopoulos e Steve Bannon) è fuori dai giochi. Probabilmente per sempre, come ha rivelato il CEO John Matz: «Ci hanno scaricato tutti nello stesso giorno, perfino i nostri avvocati ci hanno abbandonato», ha detto, rivelando che probabilmente il social non sopravvivrà alla censura della Silicon Valley.
L’epurazione dai due principali app store ha avuto anche un grottesco effetto collaterale, come riporta Mashable. Migliaia di americani, rimasti confusi e smarriti dall’improvviso black out di Parler, hanno scaricato in massa Parlor, un altro social network di nicchia che tuttavia non c’entra assolutamente nulla con l’app della destra. A separare i due social non è soltanto lo spelling (da una parte Parler con la ‘e’, dall’altra Parlor con la ‘o’): Parlor è una chat testuale che permette di interagire con perfetti sconosciuti ed è usata prevalentemente per conversazioni ‘piccanti’.
Volendo spezzare una lancia a favore dei conservatori americani, c’è da dire che i loghi delle due app sono in qualche modo piuttosto simili. Parlor è nato prima di Parler, a scanso di equivoci.