Barbara Shelley, muore a 88 anni l’icona della Hammer Films

Barbara Shelley

Muore a 88 anni Barbara Shelley, l’attrice che iniziò la sua carriera in Italia per poi divenire il volto della Hammer Films, per complicazioni dovute al COVID-19.

È scomparsa Barbara Shelley, l’attrice che iniziò la sua carriera in Italia con Capuano, Corbucci e Steno per poi divenire un’icona del cinema horror britannico e regina incontrastata della Hammer Films, casa di produzione specializzata nel genere. Tra i titoli Hammer in cui ha recitato l’attrice tra gli anni ’50 e ’60 ricordiamo Lo sguardo che uccide, Dracula, principe delle tenebre, Rasputin: il monaco folle e L’astronave degli esseri perduti. In questi film la Shelley si è trovata spesso al fianco di Peter Cushing e, soprattutto, dell’altro volto della Hammer, il compianto Christopher Lee.

L’attrice è deceduta il 4 gennaio per una patologia aggravatasi dopo aver contratto il COVID-19, come rivelato dal suo agente. Era nata Barbara Kowin, a Londra nel 1932.

Bellissime le dichiarazioni della Shelley riguardo la casa di produzione:

La Hammer era come una famiglia, una famiglia di grande talento… con una meravigliosa atmosfera sul set e un meraviglioso senso dell’umorismo. Quando ho iniziato a girare per la Hammer, tutti i cosiddetti attori classici guardavano dall’alto in basso il film dell’orrore. Tutte le altre cose che ho fatto, nessuno le ricorda, ma i film dell’orrore si. Sono molto grata a loro perché mi hanno resa una fan e sono commossa dal fatto che la gente venga a chiedere il mio autografo. Se sei andato a vedere un film [della Hammer] al cinema, i sussulti erano intervallati da risatine perché le persone ridevano di se stesse perché si spaventavano e questo è ciò che ha reso la Hammer molto speciale.

Oltre al suo periodo alla Hammer, la Shelley ha recitato in più di 100 film e serie TV nel corso di una carriera che è durata fino al 2000. Tra i suoi lavori: Il villaggio dei dannati, The Saint, Man in the Dark, Hazel e The Man from UNCLE. Nel periodo italiano troviamo invece Mio figlio Nerone, Suprema confessione e, addirittura, Totò, Peppino e i fuorilegge.

 

 

 

 

 

 

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