UK e Russia hanno deciso di combinare le proprie iniezioni di vaccino per trovare modi più efficienti con cui combattere la pandemia di Covid-19.
In una mossa politicamente sorprendente, i due paesi hanno seppellito le ostilità in favore di una portentosa collaborazione medica. Lo ha fatto sapere oggi, venerdì 11 dicembre, la Russian Direct Investment Fund (RDIF), con AstraZeneca che ha laconicamente confermato di star vagliando la possibilità di testare iniezioni combinate con diversi vaccini.
Il vaccino russo Sputnik V, la cui efficacia é stata lungamente messa in dubbio da diverse fonti, guadagna pertanto la fiducia di Oxford, cosa che il governo di Putin non ha mancato di sottolineare in pompa magna.
Oltre al fattore geopolitico, tuttavia, la notizia ha anche una profonda validità medica: ambo i vaccini si basano su una versione modificata dell’adenovirus e dovrebbero essere, almeno su piano teorico, tranquillamente compatibili tra di loro.
Il vaccino dev’essere somministrato in due dosi iniettate a distanza di tempo. Alternare i medicamenti durante le due diverse fasi potrebbe far sì che il corpo reagisca con più decisione al virus, fornendo una protezione migliore e più prolungata.
Questo potrebbe eventualmente estendere la durata dell’immunità e anche la possibilità di impedire che le persone ricevano ripetutamente lo stesso vettore sviluppino una risposta meno significativa.
Ma per ora questi sono tutti concetti teorici che necessitano di essere testati accuratamente, prima che la questi possano essere estesi all’uso pubblico,
ha spiegato Beate Kampmann, professore di infezione e immunità pediatrica, nonché direttore del Centro Vaccini della London School of Hygiene and Tropical Medicine.
Ancor prima che la Russia sottolineasse trionfalmente la collaborazione con Oxford/AstraZeneca, gli UK avevano già annunciato di essere pronti a fronteggiare la pandemia anche attraverso la vaccinazione ibrida con il medicamento statunitense prodotto da Pfizer.
- Oxford Covid vaccine to be combined with Sputnik jab for trial (theguardian.com)