Anche l’Italia nell’alleanza per progettare processori e semiconduttori nell’Unione Europea, riducendo la dipendenza da Asia e Stati Uniti d’America. Tutti i dettagli dell’iniziativa.
Tredici Stati membri, a partire da Germania, Francia, Spagna e Italia. Un maxi-finanziamento da 145 miliardi di euro e l’obiettivo di unire sforzi nazionali e privati per aumentare il marketshare europeo nel mercato dei processori e dei semiconduttori.
Oggi, scrive l’agenza Reuters, fermo a solamente il 10% per quanto riguarda i semiconduttori. Una fetta troppo piccola per un mercato immenso (440 miliardi di euro) e strategicamente fondamentale. Con il futuro (anzi, ormai attuale) avanzamento tecnologico nei settori della mobilità e dell’equipaggiamento medico, è semplicemente impensabile che l’Unione Europea possa dipendere in modo così drammatico dalla filiera di altri Paesi.
Sarà necessario uno sforzo collettivo per attrarre investimenti e prendere azioni coordinate, dovrà arrivare sia dai privati che dalle istituzioni pubbliche
si legge in un comunicato congiunto delle nazioni aderenti.
Ora l’obiettivo immediato, continua Reuters, è quello di raggiungere e attivare le aziende dell’Unione Europea. Serve un’alleanza industriale.
La lista completa dei Paesi aderenti include anche Belgio, Croazia, Estonia, Finlandia, Grecia, Malta, Olanda, Portogallo e Slovenia.
«Un approccio collettivo può intensificare i nostri punti di forza e aprire nuove opportunità», ha detto il membro della Commissione Thierry Breton.