Cinecomics: negli ultimi dodici anni non ne eravamo mai stati così a digiuno come ora e, a questo punto, è anche piuttosto normale cominciare a porsi qualche domanda su uno dei fenomeni cinematografici più importanti di sempre. Ne abbiamo ancora bisogno?
Sono trascorsi ormai nove mesi dall’inizio di questa tremenda pandemia e a livello di entertainment il settore del cinema risulta ancora uno di quelli più colpiti in assoluto. Se da un lato le piattaforme streaming hanno guadagnato quote notevoli (per fare un esempio, Netflix ha incassato 16 milioni di abbonamenti solo nel primo trimestre 2020), dall’altro le sale cinematografiche hanno aperto a singhiozzo, generando un’ondata di ritardi, rinvii se non addirittura cancellazioni. Per non parlare dell’inaudito danno economico.
Un settore in ginocchio insomma, che brama nuove soluzioni più che un ritorno alla normalità di prima, visto che i segnali fanno pensare ad un necessario cambio di strategia generale. Ma su questo ci arriveremo tra un po’.
E se il detto “più sono grossi, più fanno rumore quando cadono” è ancora valido, lo è altrettanto il fatto che i blockbuster più redditizi della storia recente (e non solo) sono assolutamente da ricercare in una categoria particolare di film, che è quella che analizzeremo oggi: i cinecomics.
Stiamo parlando di tanti, tanti soldi che mancano all’appello.
Facevo una constatazione molto semplice qualche tempo fa. Ad agosto 2019 ero sul palco di San Marino Comics a parlare proprio di Black Widow, dell’importanza dei film su Gli Eterni per la costruzione della nuova era cosmica Marvel, di Thor Love and Thunder, Wandavision ecc.
A distanza di un anno, di nuovo su quello stesso palco, la situazione non era minimamente cambiata. Giusto qualche trailer in più, qualche nuova data in continuo aggiornamento, ma in concreto ancora nulla.
Ne ho poi parlato abbondantemente con il mio amico e collega Giuseppe Grossi su Movieplayer, dove ne è nato un bel dibattito a riguardo che vi consiglio di seguire.
Puo’ interessarti l’approfondimento sul canale Twitch dei cugini Movieplayer:
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Giuseppe ha avuto il mio stesso pensiero e mi ha voluto coinvolgere nella cosa arrivando poi a formulare una serie di considerazioni che troverete poi argomentate nelle prossime righe.
Cosa sta succedendo al mondo dei cinecomics (e delle produzioni seriali di genere supereroistico) ora che per così tanto tempo siamo rimasti a digiuno del classico “evento del momento”?
Perché l’impressione di straniamento non è data solo dall’assenza dei cinecomics al cinema, ma anche dal fatto che – oggettivamente – sembra che dopo il boom degli ultimi dieci anni se ne stia parlando meno o comunque in maniera molto diversa.
Cinecomics: un po’ di date
La Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe sarebbe dovuta iniziare il 29 aprile di quest’anno con Black Widow, seguito a ruota dalla prima serie Marvel dell’era Disney+, Falcon and The Winter Soldier (in autunno), con l’arduo compito di mostrarci una finestra sul “dopo Captain America” di Endgame e poi, per finire l’anno in bellezza, The Eternals a novembre.
Dopo l’apice raggiunto con Avengers Endgame (aprile 2019), l’uscita più importante nel genere l’abbiamo avuta con Spider-Man Far From Home a luglio 2019.
Nulla di tutto questo si è potuto realizzare. Dopo l’apice raggiunto con Avengers Endgame (aprile 2019), l’uscita più importante nel genere l’abbiamo avuta con Spider-Man Far From Home a luglio 2019.
Se tralasciamo il (purtroppo) dimenticabile The New Mutants, uscito a fine agosto 2020 e comunque ultimo canto della ormai archiviata era Marvel / Fox, siamo rimasti a secco di nuove produzioni Marvel decisamente da un bel po’.
Anche nella distinta concorrenza DC Comics / Warner le cose non sono certo andate per il meglio. Wonder Woman ‘84, il secondo film in solitaria per la supereroina interpretata da Gal Gadot ha subito continui rimpalli fino ad arrivare – notizia decisamente fresca – ad approdare nelle sale italiane il 28 gennaio 2021. In Italia ancora non sappiamo se i cinema potranno essere riaperti per quella data (e ci auguriamo di si), ma il condizionale è purtroppo ancora d’obbligo.
Di certo i pochi lungometraggi che hanno visto la luce quest’anno, come Birds of Prey e Bloodshot (che ha inaugurato il Valiant Cinematic Universe – ricordo che i fumetti della casa editrice fondata da Jim Shooter sono pubblicati da Star Comics), non sono serviti per migliorare la situazione generale dei cinecomics che appare sempre di più in attuale difficoltà.
Black Widow è slittato a maggio 2021.
A luglio arriverà nelle sale il curioso (e molto interessante per quanto mi riguarda) Shang Chi and the Legend of the Ten Rings e a novembre 2021 sarà il momento finalmente di vedere la grande sfida tra gli Eterni e i Devianti, sotto lo sguardo imperscrutabile degli immensi Celestiali con The Eternals.
Il sequel di Spider-Man Far From Home è previsto per il 17 dicembre 2021.
Thor Love and Thunder è previsto per febbraio 2022 e Dr. Strange in the Multiverse of Madness per marzo 2022, segnando la fine della Fase 4. Ma la cosa sembra poco attendibile vista la portata dei due cinecomics; sarebbe di fatto poco intelligente farli uscire in tempi così ravvicinati.
Tra i cinecomics Sony, Morbius, il film dedicato al vampiro di casa Marvel interpretato da Jared Leto, dovrebbe arrivare nelle sale il 18 marzo 2021.
Poco dopo (il 24 giugno 2021) sarà la volta del sequel di Venom con Tom Hardy, che introdurrà il personaggio di Carnage interpretato da Woody Harrelson.
Wandavision darà il via alle serie Marvel su Disney+ e l’annuncio è ufficiale: lo vedremo sulla piattaforma streaming il 15 gennaio 2021.
Falcon and The Winter Soldier, invece, è rimandato all’estate 2021.
Loki è in fase di realizzazione ma nulla fa presagire con certezza che la scadenza del 2021 possa essere rispettata.
Di Wonder Woman ‘84 abbiamo già parlato, ma oggettivamente si fa fatica ad esserne particolarmente attratti per motivi che descriverò più avanti.
Per The Batman di Matt Reeves con Robert Pattinson, sicuramente il prodotto più atteso e discusso, dovremo aspettare il 2022.
Se James Gunn e la sua squadra hanno fatto bene i compiti per casa il curiosissimo (e dannatamente promettente) Suicide Squad 2 potrebbe essere confermato per il 6 agosto 2021 e sarà il primo colpo della controffensiva DC nei confronti della Casa delle Idee.
E l’estate 2021, genericamente da maggio a settembre, sarà con buona probabilità il periodo di uscita di un importantissimo cinecomic “vecchio ma nuovo” sulla piattaforma HBO Max, ovvero il tanto chiacchierato e atteso Justice League Snyder Cut, destinato ad essere suddiviso in quattro parti e per il quale c’è ancora un fitto alone di mistero sulla fruibilità italiana.
Ho volutamente saltato un prodotto importantissimo perché mi servirà nell’ultima parte di questo articolo.
Questo, in sintesi, è quello che dovreste sapere sui cinecomics e serie supereroistiche in uscita nel prossimo anno. Ma il condizionale è più che mai d’obbligo, perché la crisi mondiale dovuta al Covid-19 è ben lungi dall’essere terminata e le uniche certezze le possiamo attendere dopo la distribuzione di un vaccino funzionante.
Il nuovo “Metodo Marvel” dei cinecomics
Negli ultimi dodici anni siamo stati letteralmente bombardati da un’attività di comunicazione massiccia, virale e martellante riguardo i cinecomics e i supereroi.
Quella che per la maggior parte del mondo era considerata una materia da nerd è diventata cultura popolare di massa, anche grazie a quello che potremmo definire il “Nuovo Metodo Marvel”.
Ovvero una strategia fittissima e martellante che ha legato tutte le produzioni marchiata Casa Delle Idee , generando una catena robusta e impossibile da ignorare.
Ogni nuovo film termina con un codino che anticipa un nuovo capitolo dell’universo cinematografico o un sequel.
Non si fa in tempo ad arrivare in sala per vedere la novità del momento che nei mesi precedenti Marvel ha già annunciato e messo online i trailer di almeno altri quattro cinecomics, non necessariamente prodotti da Marvel Studios, ma anche di casa Fox e Sony.
Una media di 2 cinecomics all’anno solo per il Marvel Cinematic Universe in 12, coadiuvato dalle altre produzioni che hanno reso questo all u can eat davvero esagerato. Nel bene e nel male.
Una media di 2 cinecomics all’anno solo per il Marvel Cinematic Universe in 12, coadiuvato dalle altre produzioni che hanno reso questo all u can eat davvero esagerato. Nel bene e nel male.
Il Covid ha interrotto un programma metodico e travolgente che ha funzionato per oltre un decennio. Certo, diciamoci la verità, arrivando anche ad essere fin troppo saturante, quasi stancante.
In questi anni il web si è riempito di ogni sorta di articolo a riguardo: non solo le ovvie e necessarie recensioni, ma anche approfondimenti, anticipazioni, speculazioni, video, live. I supereroi sono diventati prepotentemente il centro di tutto l’entertainment e non serve essere attaccati ad internet per capirlo, basta guardare il merch. Entrate in una qualunque cartoleria, negozio di abbigliamento, vi basterà fare un salto al mercato settimanale del vostro paese per capire quanto è stata profonda la penetrazione.
Quanto ci siamo divertiti a fare i commenti e i longform dopo i vari film, non è passata settimana in cui non ci siamo dedicati almeno una volta al fenomeno. Quante volte al bar, al ristorante o in viaggio con i vostri amici vi siete lanciati in discussioni infuocate sui vostri cinecomics preferiti? Già, fino quasi a stancarvi.
Questo meccanismo ha subito un inceppamento che forse era destino che avvenisse prima o poi.
Cinecomics: cosa è cambiato dunque?
Il web si è anche un po’ stancato di ripetere le stesse cose già scritte e riscritte su Black Widow o su Wonder Woman ’84, film che emanano già un’aura di vecchio.
Se il primo è dedicato ad un personaggio che non avrà più un futuro nel MCU e che quindi non ambisce ad essere di certo la punta di diamante dell’hype della Fase 4, il secondo è probabilmente messo ancora peggio.
La nostalgia anni ‘80 ha stancato e parecchio anche, che si tratti di Stranger Things o Wonder Woman. Tutti amiamo Ritorno al Futuro, Gremlins ecc. (e in generale quegli anni leggendari che hanno fatto nascere la cultura pop) ma è anche ora di smetterla con la vapor wave, i synth e i colori fluo e tornare ad inventare qualcosa e non solo a riciclare qualcosa che – perdonate il gioco di parole – ha già fatto il suo tempo.
Wonder Woman ‘84, nonostante il sincero affetto e apprezzamento che nutro nei confronti di Gal Gadot, con un trailer fin troppo generoso di sequenze, battute abbastanza scontate e una storia che sembra essere assolutamente già vista, fatica ad entrare nel cuore di noi vecchi fan ormai saturi di tutto.
Senza contare poi che, in generale, si è già detto tanto su tutto quello che era già stato annunciato ancora nel 2019 ed è oggettivamente difficile trovare un senso nel fornire ulteriormente le stesse informazioni.
E la cosa non vale solo per i magazine di settore e le testate di trattano entertainment. Il popolo del web si è preso una sacrosanta pausa, attendendo che il gioco dei continui rimpalli e comunicati si riassesti.
Da un certo punto di vista ci voleva.
Se lasciamo correre un pochino la fantasia possiamo arrivare a dire che per certi versi lo stop causato dalla crisi Covid ha concesso un break necessario a tutti (dalle grandi case di produzione al pubblico) per riprendere fiato e rimettere in moto le sinapsi dedicate alla creatività.
Creatività, certo. Perché il prezzo da pagare è stato altissimo.
La crisi economica di Hollywood è senza precedenti. L’intero settore a rischio, con migliaia di posti di lavoro. E ne servirà tanta di creatività per cambiare il sistema o per trovare un nuovo percorso che porti gli stessi risultati di quello di prima.
Prima parlavo di all u can eat. Beh l’esempio è calzante. Con un menù così imponente una pausa è necessaria per non arrivare troppo presto alla saturazione e quindi star male. Solo che il prezzo di questa situazione è micidialmente alto.
Ma allora abbiamo veramente ancora voglia di cinecomics?
Tra le probabili uscite del 2021 ho saltato volutamente una produzione: The Boys – stagione 3.
La serie televisiva creata da Eric Kripke per Amazon con Karl Urban, Anthony Starr e Jack Quaid, tratta dal fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson, è atterrata come un meteorite nel mondo dei supereroi.
Il pubblico si stava ancora asciugando le lacrime per il sacrificio di Tony Stark che improvvisamente è stato travolto da qualcosa che non poteva immaginare e che fino a quel momento era rimasto appannaggio dei soli fan del celebre fumettista autore di Preacher.
La prima stagione di The Boys fa il botto. La seconda esce poco dopo la fine del lockdown generalizzato, andando ad occupare la piazza lasciata vuota dai supereroi tradizionali.
Un gruppo di disperati bastardi cerca di tener testa ad una multinazionale che crea supereroi perversi, criminali, pieni di segreti e circondati di menzogne, intenti a ricercare solo l’appagamento dei propri bisogni piuttosto che a salvare l’umanità, in un tripudio di black humor, attitudine politicamente scorretta e buone dosi di sangue.
C’era già stata una discreta avvisaglia di cambiamento con serie ad esempio come Doom Patrol, ma The Boys è tutto un altro campionato.
La prima stagione fa il botto. La seconda esce poco dopo la fine del lockdown generalizzato, andando ad occupare la piazza lasciata vuota dai supereroi tradizionali.
E il pubblico ci si affeziona al punto che il web, per un bel po’, non parla d’altro. Ci sono solo Homelander, Butcher, la Vought, Stormfront ecc. “I super sono cattivi”, “i superpoteri si possono usare per combinare disastri fuori misura”, “i super possono essere presi a calci in culo”. Che figata eh?
Il tutto in un momento in cui non esistono più le serie Marvel su Netflix e Disney+ (The Mandalorian a parte) risulta alquanto stitica di contenuti. Specie di quelli che vorremmo noi.
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È molto interessante notare come di fatto il pubblico si sia fatto subito catturare da un’alternativa al mondo più “familiare” dei super della Casa Delle Idee; un’alternativa non per tutti, più adulta, cinica e farcita di riferimenti anche piuttosto polemici alla società, all’economia, alla politica.
Esagero, dai. Un pubblico drogato dai cinecomics (e derivati) che in assenza della sua sostanza abituale si è lanciato sull’unica alternativa possibile e in buona parte si è accorto che gli piace pure tantissimo.
Ecco, questo è un segnale importante a mio vedere.
Significa che anche quando arriverà un vaccino e le cose si sistemeranno ci sarà più bisogno di nuove fonti di ispirazione, di creatività, di marketing non necessariamente solo “family oriented”, quest’ultima non particolarmente nel DNA di Disney.
Ci sarà bisogno di una strategia diversa, forse meno martellante, più distesa, anche se il calendario ad oggi parla chiaro e nel 2021 vedremo come minimo ben sette cinecomics e tre/quattro serie supereroistiche.
Ma tornando alla domanda che da il titolo a questo pezzo, ovvero “abbiamo ancora bisogno dei cinecomics?”, la risposta, per chi lavora in questo ambiente come il sottoscritto, è un perentorio SI.
La pausa nelle uscite è servita per prendere un po’ d’aria e schiarirsi le idee ma ora sento il bisogno di nuove produzioni e grandi eventi. Voglio tornare a scrivere di supereroi, di far conoscere il mondo che mi ha cresciuto e voglio ancora provare le emozioni e i brividi che ho provato con Avengers, Infinity War, Endgame e il sano divertimento con i Guardiani della Galassia e compagnia bella.
Non solo. Voglio anche le grandi firme e altri gioielli come The Joker, attendo con trepidazione il Batman (con forti richiami a Batman Ego di Darwyn Cooke) di Matt Reeves, la “ripicca” di James Gunn con Suicide Squad 2 e l’arrivo – speriamo – di Galactus, Doom e i Fantastici Quattro nel MCU.
Per il pubblico la risposta credo sia la medesima.
Anzi la rapidità con cui gli spettatori hanno accolto nelle proprie case una bestia un po’ anomala come The Boys dimostra il fatto che c’è tanta fame di “super” là fuori.
Non sono del tutto certo che Wonder Woman ’84 e Black Widow possano diventare dei successi al botteghino, ma è pur sempre vero che dopo un bel po’ di digiuno pure la pasta in bianco è una delizia.
Inoltre basti pensare che in tutto questo periodo di “regno vacante” i due titoli che forse più di tutti hanno catalizzato l’attenzione del pubblico e del web sono stati The Batman e la Snyder Cut di Justice League.
Inoltre basti pensare che in tutto questo periodo di “regno vacante” i due titoli che forse più di tutti hanno catalizzato l’attenzione del pubblico e del web sono stati The Batman e la Snyder Cut di Justice League, un segnale chiaro non solo dell’interesse che c’è ancora per il genere ma anche di una controffensiva DC che può puntare su prodotti mediaticamente molto catalizzanti.
Tuttavia, in generale per il mondo dei cinecomics, auspico un cambiamento necessario, vitale.
Perché in tanti hanno scritto “basta cinecomics, non se ne può più”, supportati da grandi registi e artisti del settore che hanno rafforzato il coro dei polemici.
C’è fame di supereroi, ma anche di qualcosa di diverso. Dopo l’intensità e le emozioni provate con Avengers Infinity War ed Avengers Endgame sarà difficile arrivare ad ottenere lo stesso risultato (e portata) nel breve periodo.
Per questo deve avanzare il “nuovo”, che potrebbe essere dato dalle arti marziali di Shang Chi (un personaggio assolutamente secondario dell’universo Marvel ma con potenzialità notevoli), oppure dalle commedie/parodie o ancora da un crime intenso e approfondito, magari con atmosfere noir e violente, come potrebbe essere sicuramente The Batman.
Abbiamo tutti già ampiamente superato l’emozione nel vedere i nostri eroi passare dalla carta al grande schermo, siamo ormai assuefatti a tutto e non basta un’ascia Stormbreaker o un nuovo costume per tornare a sorprenderci.
Vogliamo qualcosa di diverso, un po’ di aria nuova, nuove tematiche e nuovi personaggi, magari anche poco conosciuti. Basti pensare alle reazioni entusiaste che ha ricevuto il trailer di Suicide Squad 2, pur presentando tutti personaggi praticamente sconosciuti ai più e su cui si può fare molto, anche a livello redazionale per gente come noi.
Sono anni che auspico un film su Sentry, l’uomo col potere di un milione di soli che esplodono e in un contesto del genere di certo rappresenterebbe una scelta davvero interessantissima.
Perché se si ha avuto il coraggio di togliere dalla scena Tony “Downey Jr” Stark e Steve “Evans” Rogers, programmando un passaggio di consegne (o meglio di martello) tra Thor “Hemsworth” Odinson e Janet “Portman” Foster, si deve avere il coraggio di spingersi ancora oltre e trovare nuove soluzioni ad una formula che deve essere rinnovata.
La Fase 1 del MCU è durata quattro anni. La 2 e la 3 tre anni. La Fase 4 durerà un po’ meno di un anno. Anche questo è un segnale di un cambiamento imminente.
Non dobbiamo ancora aspettare molto per vedere quale sarà la direzione e per capire se sarà nostra intenzione salire ancora su questo treno o meno.
Da parte mia posso solo ricordare una cosa:
…l’umanità ha sempre avuto e sempre avrà bisogno di eroi.