Habbo Hotel esiste ancora ed ha appena compiuto 20 anni

Habbo Hotel ha compiuto 20 anni, cosa (non) è cambiato in tutto questo tempo? Per capirlo siamo tornati ad esplorare l’hotel virtuale della Sulake e abbiamo parlato con alcuni dei suoi utenti più fedeli.

La prima versione embrionale di Habbo è nata esattamente 20 anni fa, durante l’estate del 2000 per iniziativa di un’azienda finlandese chiamata Sulake.

All’epoca il gioco si chiamava Hotelli Kultakala, ma aveva già i rudimenti di quelli che sarebbero diventati i tratti distintivi di Habbo: l’idea semplice ma brillante di permettere agli adolescenti di interagire tra di loro e chiacchierare con amici vecchi e nuovi all’interno di un mondo fatto di pixel, con la possibilità di creare stanze altamente personalizzabili grazie ad un catalogo ricco e in continua espansione di furni, i mobili virtuali acquistabili con una valuta in-game.

Da lì a pochi anni Habbo divenne un fenomeno mondiale in grado di catturare milioni di teenager da tutto il mondo, grazie alla nascita di oltre una dozzina di diverse versioni locali dell’hotel.

Credits: @HabboItalia – Twitter

 

Il gioco di Sulake per moltissimi versi è stato un importante precursore delle community online più in voga oggi, ed ha introdotto alcuni degli elementi diventati poi autentici pilastri dei sandbox moderni come Animal Crossing e Minecraft o dei MMO con ambizioni da metaverso alla Fortnite. Il suo impatto sulla web culture dei primi anni 2000 è stato notevole.

Non è una coincidenza che la storia di altri fenomeni del web che negli anni hanno occupato in modo così prepotente l’immaginario collettivo si sia spesso incrociata con quella di Habbo Hotel. Vi basti pensare che Anonymous —diverso tempo prima di diventare un brand ombrello per una serie di colletivi di hacker—, si è fatto un nome turbando la quiete dei giocatori di Habbo con una serie di raid all’interno del gioco. Raid che ovviamente venivano rigorosamente organizzati su 4Chan.

La versione italiana dell’hotel è nata nel 2003, mentre il mio primo account risale a dicembre del 2006.

In quegli anni condividevo la stessa routine quotidiana con centinaia di migliaia di altri coetanei: tornavo a casa da scuola e, buttandomi davanti al computer di famiglia, davo prima un occhio a Netlog, quindi passavo alle mie band preferite su MySpace e infine aprivo MSN per vedere chi trai miei compagni di scuola era già in linea. Nel frattempo, la finestra con Habbo Hotel rimaneva costantemente aperta sullo sfondo del desktop.

 

Uno dei “grandi raid” contro Habbo organizzati da Anonymous e 4Chan nel 2006.

 

Oggi MySpace è un fossile del passato, MSN è stato chiuso nel 2012 e nel 2014 il Signore, nella sua infinità generosità, ha eliminato anche Netlog graziando i millennial dalla umiliazione di dover convivere con le vergogne della loro prima adolescenza. Habbo Hotel è ancora qui, e ad agosto ha spento 20 candeline.

Dopo innumerevoli tentativi per cercare di recuperare la password che usavo quando ero ancora in prima superiore, ho fatto accesso all’account che avevo creato nel lontano 2007 con l’obiettivo di vedere come se la passa l’hotel virtuale dove ho soggiornato per una buona parte della mia preadolescenza e, soprattutto, scoprire chi sono i suoi attuali ospiti.

 

 

 

Oggi habbo.it è popolato da un piccolo manipolo di irriducibili nostalgici

Quel mondo pixellato è rimasto ancora lì, proprio come lo ricordavo, eppure allo stesso tempo non mancano novità in grado di spiazzarmi: moltissimi nuovi furni —i mobili virtuali con i quali è possibile abbellire le proprie stanze— una miriade di acconciature e abiti in più per personalizzare i personaggi, qualche stanza pubblica in meno (seriamente, che fine ha fatto la piscina?!) e stanze private decisamente più belle e complesse. Il primo impatto, nel complesso, mi dà un senso di malinconia e straniamento.

Decido di tornare nelle stanze che avevo creato da ragazzino, e frugando nell’inventario trovo tutti i furni comprati paghetta dopo paghetta. In una stanza ritrovo anche i due miei cuccioli virtuali, un cane e un gatto. Sono rimasti da soli ad aspettare per tutti questi anni, come dei novelli Argo fatti di pixel. Non faccio in tempo a provare un irrazionale senso di dispiacere che la stanza comincia a ricevere degli ospiti. Un utente mi chiede se sono interessato ad acquistare un Drago della Stella Nera dalla sua collezione. Non lo conosco, googlando scopro che si tratta di un oggetto virtuale creato e venduto in pochissime copie numerate. Mi chiede 500 crediti —”te lo sto praticamente regalando, ma ho bisogno di soldi”—, declino cortesemente: sono l’equivalente di circa 50€. I crediti del gioco vanno acquistati usando soldi veri.

 

Lo scambio e il collezionismo di furni rari costituiscono alcune delle attività più amate dai giocatori di Habbo

 

Girovagando per le stanze dell’hotel virtuale mi imbatto in MiaCatroe, nickname dietro il quale si nasconde una ragazza di 26 anni che studia grafica. Mia è tornata su Habbo per un senso di nostalgia e nel suo tempo libero staziona nelle stanze dell’hotel virtuali destinate all’orientamento e all’aiuto dei nuovi utenti.  «Tra il 2006 e il 2009 ogni giorno i picchi di giocatori connessi in simultanea superavano abbondantemente i 2500», mi spiega. «Oggi nei giorni di pienone difficilmente si superano i 500 utenti collegati assieme».

Oggi Habbo è popolato da un piccolo manipolo di irriducibili composto prevalentemente da ventenni nostalgici.

Non mi ci vuole molto per capire che quella di Mia è una storia tutto fuorché anomala. La maggior parte degli utenti rispondono esattamente alle sue stesse caratteristiche: oggi Habbo è popolato da un piccolo manipolo di irriducibili composto prevalentemente da ventenni nostalgici.

Le stanze virtuali davvero piene sono poche, mentre abbondano gli utenti con profili creati tra il 2009 e il 2013. Anche quando mi imbatto in un profilo creato da poco, a volte nel 2019, altre addirittura da poche ore, facendo qualche domanda viene spesso fuori che si tratta di persone che giocavano ad Habbo durante gli anni delle scuole medie o delle superiori e che, avendo perso le credenziali del loro vecchio account, hanno deciso di crearne uno nuovo per far visita al sito della loro infanzia — chi per un’ultima volta, e chi per rivivere il mood dei primi anni 2000 a tempo pieno.

 

Dall’account Twitter di Habbo Italia

 

Negli anni dei suoi fasti maggiori Habbo era sicuramente una community dedicata ai ragazzi nella loro prima adolescenza, con lo zoccolo duro della community composto da giovanissimi tra gli 11 e i 16 anni.

Oggi il 71% degli utenti di Habbo ha più di 19 anni.

Oggi la storia è molto diversa. L’età media, come spiega a Lega Nerd un comunicato della Sulake arrivato in redazione, è aumentata in modo significativo: gli utenti over 19 costituiscono ormai il 71% dell’attuale base di giocatori.

Il cambio di target non è accaduto all’improvviso, è un processo che è avvenuto spontaneamente nel corso degli anni. Abbiamo una storia molto ricca e variegata, e la naturale conseguenza di ciò è l’avere una community estremamente appassionata e coinvolta, fatta di ‘habbos‘ che molto spesso sono con noi da molti anni e, in alcuni casi, fin dalla nascita del gioco

ha detto a Lega Nerd un portavoce della Sulake.

 

 

 

Quando Habbo Hotel perse tutte le sue stelle

In questi giorni di ri-esplorazione di Habbo ho tentato più volte di sforzarmi di ricordare come mai ad un certo punto avessi deciso di abbandonare il sito. Non è stata una transizione graduale, è semplicemente successo.

Grossomodo succedeva tra il 2008 e il 2009, quando Facebook aveva iniziato a diventare un fenomeno mondiale in grado di attrarre centinaia di milioni di utenti da tutto il mondo. Negli stessi esatti anni prendevo per la prima volta in mano il pad di una Xbox 360, scoprendo nuovi mondi dove poter passare il tempo con gli amici quando non ero fuori casa con loro, oltre che avventure più complesse e mature di quelle che potessi vivere all’interno del vecchio hotel della Sulake.

Per molti altri utenti il disinteresse è cominciato dopo un evento noto come “Il grande Mute”. Succedeva a giugno del 2012, dopo che un’inchiesta di Channel 4 aveva scoperto che Habbo hotel aveva un grave problema con la pedofilia e l’assenza di forti controlli a tutela degli utenti più giovani. La Sulake rispose disabilitando ogni forma di chat in gioco, sia privata che pubblica. Per un gioco che si basa prevalentemente sulle funzioni social e di community, fondamentalmente è come se Instagram congelasse la possibilità di pubblicare nuovi post o storie.

Le funzioni di chat vennero ripristinate definitivamente solamente ad agosto dello stesso anno, ma ormai la reputazione del sito era stata gravemente macchiata.

Nello stesso periodo, la Sulake ha perso alcuni dei suoi più importanti e grossi investitori, mentre nel Regno Unito catene come Gamestop e Tesco hanno ritirato dal commercio di punto in bianco le prepagate per ottenere crediti in-game.

 

Una delle proteste spontanee nate all’interno del gioco dopo il Great Mute

 

Molti anni prima che Forntnite nascesse, la Sulake aveva portato su Habbo artisti del calibro di Ozzy Osbourne e Lady Gaga

Prima dello scandalo, Habbo era una community online in grado di chiudere importanti accordi di marketing portando in-game (Fortnite chi?) gruppi musicali e artisti di primo piano, come i Tokyo Hotel nel momento del loro massimo successo (prima di fare quella faccia, ricordatevi del target originale del gioco), ma anche Ozzy Osbourne, Miley Cyrus, Lady Gaga e Pink. Durante il periodo del Great Mute la vicinanza e il supporto della community non sono mancati, di questo ne abbiamo chiarissime tracce, eppure da quel momento qualcosa ha iniziato a rompersi. Negli anni immediatamente antecedenti e successivi al Great Mute, alcune delle versioni locali dell’hotel hanno chiuso definitivamente i battenti: le versioni danese, norvegese e svedese non sono più online dal 2015, mentre molti altri hotel sono confluiti in habbo.com che ora raccoglie tutta la community mondiale anglofona, oltre che quelle di Russia, Singapore e Filippine.

 

 

Secondo un’infografica a cura del fansite italiano Habbo Life Forum, nel 2019 la maggior parte delle versioni locali, con l’eccezione di Habbo Francia, avrebbero registrato un importante rallentamento su base annua al numero di nuovi utenti iscritti. I dati di Habbo Life mostrerebbero come l’intero ecosistema della Sulake si basi pressoché interamente sulle versioni brasiliana, spagnola e internazionale dell’hotel, con le altre community, a partire da quella italiana, che occupano un ruolo estremamente marginale.

È difficile quantificare quanto l’inchiesta di Channel 4 abbia veramente compromesso il futuro del sito, forse l’hotel avrebbe comunque incontrato un lento declino da lì a poco, forse lo scandalo ha soltanto accelerato un fenomeno già in atto, sta di fatto che secondo moltissimi utenti la fine dell’epoca d’oro di Habbo inizia proprio con quelle settimane di silenzio totale.

 

 

 

Gli esuli del Covid-19

Nel 2020 scoppia la pandemia del Covid-19 e milioni di persone hanno iniziato a cercare nuove forme di escapismo per sopravvivere alla brutalità della cronaca quotidiana, o per rendere le mura della propria casa meno spesse — specie in quei Paesi dove, proprio come in Italia, abbiamo assistito alle misure di lockdown più severe. Nello stesso periodo, l’hotel della Sulake ha compiuto 20 anni e la community di irriducibili del sito è stata bombardata di iniziative per festeggiare a dovere questo importante traguardo.

Nel 2020 Habbo ha registrato a livello globale picchi di traffico che non venivano visti da anni. Oggi i nove Habbo Hotel ancora attivi a livello mondiale registrano complessivamente oltre 850 mila utenti attivi mensilmente:

Nel periodo che va dal 25 febbraio al 5 aprile, Habbo ha visto il numero di utenti attivi su base giornaliera aumentare del 120%. Nello stesso periodo il numero totale di ore spese in-game è aumentato del 137%.

Ci ha spiegato la Sulake. Anche in Italia si sono visti numeri inediti da molto tempo, come ci ha raccontato su Discord Matteo (nome in-game Mininano), che a 19 anni è il più giovane amministratore di HabboInHabbo, storico fansite partner ufficiale del gioco.

Durante il lockdown è stato il disastro, abbiamo avuto una media di 1.000/1.100 utenti connessi simultaneamente. L’improvvisa ondata di nuovi utenti ha messo in difficoltà anche i fansite e lo staff.

Sono numeri che probabilmente non impressionano più di tanto chi è abituato a MMO più in voga, ma che per la community italiana del gioco —la più piccola a livello globale assieme a quella di Habbo Finlandia— significano tantissimo e accendono la speranza che l’hotel possa finalmente tornare a crescere, ottenendo nuova visibilità e una base utenti più vivace ed eterogenea.

Habbo Italia è diventato un luogo virtuale dove migliaia di persone si sono potute unire per condividere le loro paure e vincere lo stress e l’ansia, spesso con veri e propri eventi spontanei. Alcuni utenti mi hanno raccontato che a marzo, con il primo lockdown, ad ogni nuovo Dpcm si ritrovavano religiosamente nelle stanze virtuali dell’hotel per seguire e commentare assieme le dirette del premier Giuseppe Conte.

Più di qualche utente ha portato le sue attività “del mondo vero” all’interno di Habbo. C’è chi ha organizzato performance musicali dai balconi fatti di pixel della sua stanza virtuale, mentre un professore venezuelano ha scelto Habbo per tenere le sue lezioni online. Stessa storia in Finlandia, dove un’università ci ha chiesto di poter tenere alcune delle lezioni all’interno del gioco. C’è stato anche il caso di un piccolo artista cileno, Tepac, che, non potendo registrare il suo ultimo video musicale dal vivo, come aveva inizialmente programmato prima dell’epidemia, ha scelto di girarlo interamente all’interno dell’hotel.

ci ha raccontato un portavoce della Sulake.

 

 

 

Make Habbo Italia Great Again!

Habbo Italia sarà anche una delle community più piccole a livello globale, ma continua ad essere sostenibile. «Non va in perdita, la Sulake rientra dei costi ogni anno», sostiene Matteo di HabboInHabbo.

Il segreto del gioco, come ci spiegano i suoi utenti ma anche la stessa Sulake, è l’enorme fidelizzazione della base utenti.

Habbo è un mondo in continuo cambiamento, è come se uscissero sempre nuovi DLC: ci sono sempre nuovi oggetti da collezionare e nuove attività da provare. Con Habbo c’è un inizio, ma non c’è una vera fine. L’unico limite è la tua passione

Gli utenti fedeli come Matteo sono anche i più severi critici del gioco e della Sulake, che oggi è di proprietà di una multinazionale chiamata Azerion. Nella chiamata Discord ci raggiunge anche Gennaro, che su habbo.it si fa chiamare J-Ge. Gennaro non è solo un appassionato giocatore di Habbo (gioca dal 2005, fin dalla nascita dell’edizione italiana), ma è anche un cantante: la sua è stata una delle voci dell’ultima edizione dei Bootcamp di X-Factor, dove si è esibito con il nome d’arte Tha Genio. «Mi sono appassionato alla musica rap grazie ad un’amicizia nata su Habbo», mi spiega.

 

Una foto del vecchio staff di Sulake Italia. Parlare delle vere identità dei moderatori di Habbo Italia è ancora un enorme tabù all’interno del gioco.

 

Sono finiti i tempi degli uffici milanesi della Sulake Italia, oggi c’è un solo dipendente/factotum

I due ragazzi mi raccontano che oggi la versione italiana dell’hotel ha un solo membro dello staff. All’interno del gioco è conosciuta esclusivamente con il nickname di Adaara: «non sappiamo il suo vero nome, è un tabù», mi spiega Matteo. Adaara è una veterana dello staff di Habbo Italia. Lavora per la Sulake almeno dal 2013, anno in cui è diventata assistente hotel manager (o si dice assistente DELL’hotel manager?). È lei che si occupa di tradurre tutte le notizie che vengono pubblicate sulla home di Habbo, ed è sempre lei incaricata di organizzare gli eventi e le competizioni all’interno dell’hotel, e sempre lei si occupa anche di dare un tocco umano al sistema di moderazione, che oggi è completamente automatizzato.

Oggi la moderazione di Habbo è completamente automatizzata

Proprio il sistema di moderazione della chat di Habbo completamente affidato ai bot ha creato più di qualche perplessità agli utenti del gioco. «Una volta il sistema automatico ha interpretato un mio messaggio assolutamente normale per un allusione sessuale, decidendo di bannarmi», mi racconta Matteo. La sua fortuna è che gestendo un fansite ufficiale ha un canale privilegiato con Adaara, che lo ha sbannato poco dopo, facendogli le sue scuse. «I bot non riescono a capire le interazioni umane, secondo me non sono in grado di capire in che contesto vengono pronunciate certe frasi. Il rischio però è quello di ricevere provvedimenti ingiusti, fino ad arrivare al ban a vita nel caso di ripetuti errori del sistema automatico».

Matteo e Gennaro mi fanno anche notare la contradizione di un gioco che, per quanto ormai prevalentemente popolato da utenti adulti e vaccinati, continua ad avere ancora meccaniche e limiti che fanno pensare ad un gioco pensato per ragazzini. «Se dico una parolaccia la chat la censura automaticamente con BOBBA», mi racconta con perplessità Gennaro. «Non ha assolutamente senso».

Sia Matteo che Gennaro sperano nel ritorno in Italia della Habbo Mania, anche se entrambi sanno bene che sarà difficile. «A volte mi sembra che lo staff se ne lavi le mani, come se il calo degli utenti della community italiana non sia una cosa che colpisce anche loro in prima persona», mi spiega Gennaro. Secondo lui oggi la parent company di Habbo comunica poco e male:

Oggi moltissimi dei vecchi utenti non sanno nemmeno che Habbo esista ancora, mentre i ragazzini più giovani, quelli che una volta erano il target principale del sito, non ne hanno mai sentito parlare. Gli investimenti pubblicitari stanno a zero. Io ricordo con nostalgia quando la mia città, Napoli, era tappezzata di banner pubblicitari del gioco.

Oggi la Sulake non usa nemmeno gli strumenti di comunicazione più essenziali: Habbo Italia non ha un account Instagram e non è nemmeno su TikTok, dove però ci sono gli adolescenti di oggi. L’unico account attivo è su Twitter, un social che in Italia non ha mai preso veramente piede.

Io non sono un amante degli influencer, ma esistono: usiamoli! Habbo Italia ha un enorme potenziale di crescita, per questo mi avvilisce quando vedo che non viene fatto nemmeno uno sforzo minimo. 

 

 

 

Habbo2020

Ho il sospetto che almeno parte delle richieste e delle criticità sollevate da Gennaro e Matteo otterranno una rapida risposta. Questo perché Habbo si prepara a quello che probabilmente è il suo più importante cambiamento dal 2000 ad oggi.

Dopo la prima parentesi con Adobe Shockwave, Habbo è sempre stato un browser-game sviluppato in Flash. Da dicembre del 2020 nessun browser supporterà più Flash e questo ha costretto la Sulake a lavorare ad una versione completamente rinnovata del gioco, con importanti novità anche sotto il fronte del gameplay. Nome in codice Habbo2020. L’azienda sta riscrivendo Habbo da capo, questa volta usando il motore grafico Unity.

 

Una prima versione (non definitiva) della nuova interfaccia che sarà introdotta con Habbo2020

 

Proprio mentre termino di scrivere questo articolo, la Sulake si prepara a lanciare la prima closed beta di Habbo2020. Solamente 100 utenti selezionati tra le nove community internazionali dell’hotel potranno provare in anteprima la nuova versione.

Habbo2020 per molti versi è ancora un mistero, per altri, grazie ai continui annunci della Sulake, sappiamo che sarà molto diverso dall’hotel virtuale che abbiamo conosciuto fino ad oggi. Mi hanno colpito molto le parole di uno degli ultimi comunicati della Sulake su Habbo2020, ve le riporto qua sotto:

Per diversi Habbo, le cose cambieranno molto. Siamo pienamente consapevoli che alcuni aspetti di Habbo 2020 non saranno popolari per alcuni membri della comunità. Habbo è un gioco che esiste da molto tempo e non è cambiato più di tanto nella sua vita. Per renderlo competitivo con altri giochi (e quindi sostenibile per la prossima generazione di futuri Habbo), abbiamo bisogno di modernizzarlo.

Dopo molti anni, l’azienda finlandese si prepara ad un enorme salto nel buio. Se oggi moltissimi utenti sono tornati su Habbo per ricevere una bella dose di nostalgia per i primi anni 2000, in un domani molto vicino l’hotel potrebbe apparire ai loro occhi come un’esperienza completamente nuova. A qualcuno non piacerà, ma l’azienda vede già una nuova generazione di futuri giocatori all’orizzonte e forse sì, con loro Habbo tornerà ad essere ancora grande.

 

 

Quanto a me, girovagando per le stanze dell’hotel mi si è riaccesa una fiammella che era rimasta sopita per molto tempo. Lo scorso agosto ho fatto login su Habbo per la prima volta dopo molti anni per scrivere questo articolo, oggi di tanto in tanto mi ritrovo a farlo per il semplice piacere di vedere cosa c’è di nuovo in hotel, quali nuovi oggetti virtuali e costosissimi posso aggiungere alla mia collezione e quale nuovo contest si sono inventati i ragazzi dei fansite e dello staff. La maledetta nostalgia si è presa anche me e non posso farci assolutamente nulla.

Ora scusatemi, ma ho una stanza virtuale da (ri)arredare.

 

 

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