Chi ha paura delle Streghe, secondo Roald Dahl era spaventoso

Chi ha paura delle streghe

A dispetto della decisione di Zemeckis di farne un remake e del successo che ebbe al momento dell’uscita, Chi ha paura delle Streghe di Roeg fu una delusione per Roald Dahl.

Il romanzo per bambini di Roald Dahl del 1983, The Witches (“Le Streghe” da noi), la sinistra storia di una congrega di fattucchiere che disprezzavano i bambini al punto di volerli trasformare in topi, è tornato in auge questi giorni a causa del nuovo adattamento per il cinema dopo Chi ha paura delle Streghe del 1990 diretto dal compianto Nicolas Roeg.

Questa volta il film si chiama Le Streghe, la protagonista nel ruolo della Strega Suprema che fu di Anjelica Huston è di Anne Hathaway ed è niente meno che Robert Zemeckis a firmarne la regia. Il film è uscito negli Stati Uniti su HBO Max il 22 ottobre 2020, mentre da noi è stato presentato ad Alice nella città e sarà distribuito on demand dal 28 ottobre.

La cosa curiosa però è che, a dispetto del successo che il film ebbe all’epoca dell’uscita e della decisione di un regista importante come Zemeckis di proporne un adattamento, Roald Dahl considerava una grande delusione.

Chi ha paura delle streghe

Fu niente meno che Jim Henson a comprare i diritti del libro. A quanto pare l’inventore dei Muppets ha sempre nutrito un gran gusto per il macabro ed era convinto che le sue realizzazione di streghe e topi antropomorfi fossero sfide perfette per il suo modo di lavorare. Roeg dal canto suo non aveva mai diretto un film per bambini e il suo approccio fu tutt’altro che “family”. Il regista impiegò infatti per Chi ha paura delle Streghe il classico linguaggio visivo del cinema horror, composto da camera a mano, primi piani stretti e “Dutch tilts” (le riprese con angolo di 45 gradi), per rendere le sue streghe ancora più terrificanti. Anche il trucco non scherzava in tema horror, le spaventose protesi della Huston richiedevano sei ore per essere applicate e altre sei per essere rimosse.

Quando Dahl vide il montaggio finale scrisse addirittura una lettera a Henson per denunciarne la “volgarità, il cattivo gusto e l’autentico terrore che si provava guardandolo” e arrivò a minacciare il boicottaggio.

“Spero che ci perdonerai per non essere stati all’altezza delle tue aspettative”, ha risposto diplomaticamente Henson, ma ciò non servì a far cambiare parere all’autore.

L’inventore dei Muppet non poté essere testimone del successo del film: morì a 54 anni il 16 maggio di polmonite batterica, mentre Dahl, 74 anni, morì sei mesi dopo per un raro cancro del sangue.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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