Ora che Donald Trump è stato scoperto infetto da coronavirus, Twitter deve gestire le centinaia di utenti che gli augurano di rimanerci secco.

Più si aggravano le situazioni del presidente statunitense, al momento ricoverato in ospedale per una “leggera febbriciattola”, più sembra che una frangia di utenti internettiani stia andando in frenesia. Al social non resta che chiedere di rimuovere i tweet e ammonire gli autori.

https://twitter.com/TwitterComms/status/1312167835783708672

I tweet che augurano o sperano nella morte, nella seria menomazione fisica o nella fatale malattia di chiunque non sono permessi e dovranno essere rimossi. Questo non si traduce in una sospensione automatica,

riporta l’azienda con un post.

Una simile politica si muove in direzione diametralmente opposta a quella applicata invece da Facebook, il quale ha deciso di consentire ai suoi utenti di esprimere tutta la loro frustrazione, basta che non tagghino il profilo ufficiale di Donald Trump.

Nessuno è tuttavia veramente sorpreso della mole di commenti tossici che stanno intasando la Rete. Il presidente USA ha affrontato la pandemia assumendo toni negazionisti ed evitando accuratamente ogni risoluzione che potesse salvare vite a discapito degli interessi economici dei suoi sostenitori economici.

Gli Stati Uniti sono attualmente il Paese con il numero più alto di decessi per coronavirus ed è chiaro che l’amministrazione Trump non sia stata in grado di gestire la situazione.

L’infezione del presidente viene quindi vissuta da molti come un giusto contrappasso, come la naturale conseguenza del suo fare sprezzante nei confronti delle precauzioni mediche.

Ad acuire gli sfoghi dei detrattori del Governo c’è anche la consapevolezza che i social media siano il campo di battaglia preferito da quella “destra alternativa” che passa le sue giornate a promuovere violenza e xenofobia.

In un certo senso, infierire su un Trump “ferito” mima le dinamiche propagandistiche su cui lo stesso Trump fa troppo spesso leva. Gli stanno dando “pan per focaccia”, ma nel farlo si macchiano degli stessi spregevoli atti che contestano al loro avversario.

 

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