La nostra recensione della versione PS4 di Mafia: Definitive Edition, remake del celebre gangster game di Illusion Softworks, disponibile dal 25 settembre per PC e console.

La serie di Mafia è da sempre sinonimo di narrazione, su questo non c’è alcun dubbio. Del resto, il primo capitolo è ancora oggi considerato da molti come una delle migliori rappresentazioni videoludiche dedicate al gangsterismo italoamericano degli anni ‘30. E forse è proprio per questo motivo che ci siamo ritrovati ad approcciarci alla recensione di Mafia: Definitive Edition con lo stesso entusiasmo di chi, ben 18 anni fa, ha varcato le porte della città del Paradiso Perduto, ma anche con un po’ di sano timore.

Poiché se è pur vero che la storia di Tommy Angelo, così com’è stata concepita, gode ancora di alcuni momenti di altissima caratura, bisogna pur sempre considerare che stiamo parlando di un titolo vetusto sia nella struttura che nelle idee. Un titolo che, così riproposto, non sarebbe mai risultato efficace – anche solo sul piano narrativo –  come un tempo. Di conseguenza, c’era bisogno di donargli un appeal diverso, di ammodernalo sia nell’estetica che nel linguaggio, avendo cura però di non tradirne mai la vera essenza.

Del resto, la più grande ambizione di Hangar 13 è stata proprio questa: quella di andare oltre la semplice riproposizione di un classico del passato per riuscire a confezionare un’esperienza fedele agli stilemi dell’opera originale ma decisamente “nuova” e ancor più appassionante.

Così, anziché limitarsi a ridefinire il level design e a sostituire il motore grafico, lo studio californiano ha scelto di adattare i controlli, le meccaniche e persino l’HUD con quanto visto in Mafia III, ridefinendo ed approfondendo persino situazioni, scene d’intermezzo e  dialoghi per donare all’esperienza uno spessore narrativo e un’atmosfera del tutto inediti.

Il risultato è un remake di un’opera che, sebbene risenta in alcune specifiche circostanze del peso dei suoi anni, riprende tutto il fascino, tutta l’azione e tutta la potenza narrativa della straordinaria epopea di Mafia, ma con un’attenzione decisamente più marcata verso la caratterizzazione del contesto storico. Prima di avventurarci nella recensione di Mafia: Definitive Edition vi ricordiamo la nostra prova è avvenuta su PS4 liscia.

 

 

 

 

 

Benvenuto in Famiglia

La storia di Mafia è grossomodo sempre la stessa, quello che cambia è la confezione.

Tommy Angelo è un tassista che vive nella città fittizia di Lost Heaven. Una sera si ritrova improvvisamente immischiato in un inseguimento tra bande mafiose: due uomini armati gli intimano di portarli in salvo nel bar del loro capo, Don Salieri, per sfuggire alla retata di una famiglia rivale. Accettato il ringraziamento e la promessa di un favore, Tommy torna alla sua quotidianità, inconsapevole che il giorno dopo si sarebbe ritrovato di fronte agli artefici dell’attacco notturno, pronti a vendicarsi a suon di cazzotti ed intimidazioni. Così, trovatosi di fronte a tale minaccia, Tommy non può far altro che chiedere aiuto a Salieri, che in seguito lo accoglierà nell’organizzazione dandogli il suo personalissimo “Benvenuto in Famiglia”.

La storia di Mafia è grossomodo sempre la stessa, quello che cambia è la confezione. Del resto, i ragazzi di Hangar 13 non potevano rischiare di mancare di rispetto al capolavoro di Illusion Softworks, così hanno optato per una ricostruzione che potesse essere quanto più conservativa e fedele al materiale originale.

 

 

Così ecco che ad illuminare questa nuova versione del racconto ci pensano non solo le luci di una rinnovata e sfavillante Lost Heaven, quanto piuttosto la presenza di una regia e di una direzione artistica a dir poco sontuose ed ispirate. Esattamente come nell’opera originale, l’ascesa dell’ex tassista Tommy Angelo nella famiglia Salieri possiede ancora quel piglio narrativo e quel ritmo trascinante tipico dei grandi gangster movie, ma con l’aggiunta di qualche novità.

Hangar 13 ha rimesso mano alle scene di intermezzo originali, arricchendole con nuove linee di dialogo e operando alcuni lievi cambiamenti nella sceneggiatura per approfondire il background di alcuni comprimari (Sarah e Paulie in primis) e per descrivere al meglio il dramma morale vissuto dal protagonista nel corso della sua scalata tra i ranghi della malavita. Il Tommy della Definitive Edition appare decisamente più sofferente, più cupo e timoroso in alcune circostanze rispetto a quanto visto nell’opera originale.

 

 

Lo dimostra la scena iniziale della missione “Un’offerta che non si può rifiutare”: il volto segnato, le mezze espressioni nervose e lo sguardo corrucciato denotano l’immagine di un uomo spaventato, ma allo stesso tempo consapevole del suo destino. Nel titolo d’esordio, invece, l’ex tassista appariva più sicuro di sé, profondamente ansioso di svelare al detective Norman tutti i segreti della famiglia Salieri.

Alcuni leggeri ma percepibili mutamenti caratteriali del personaggio, che contribuiscono a donare al protagonista una sfumatura più umana e più realistica.

Se la storia riesce ad appassionare e coinvolgere, però, parte del merito è anche della recitazione digitale e dell’ottimo doppiaggio italiano: ad una nuova selezione di voci davvero azzeccata si aggiunge un’interpretazione quasi sempre convincente, che riesce a caratterizzare al meglio la figura del gangster americano tanto impietosa, quanto a volte caricaturale.

 

 

 

Ricostruire un capolavoro

Sul piano ludico, Mafia: Definitive Edition accoglie la lezione maturata con lo sviluppo di Mafia III, riadattando alcune delle sue peculiarità alla struttura lineare del titolo originale.

Sul piano ludico, Mafia: Definitive Edition accoglie la lezione maturata con lo sviluppo di Mafia III, riadattando alcune delle sue peculiarità alla struttura lineare del titolo originale. Hangar 13 recupera così il canone degli shooter con coperture dinamiche, sfruttandolo per rendere l’azione ancor più intensa ed interessante.

La rivisitazione del level design dei capitoli (che ricordiamo sono 20 in tutto, esattamente come nel titolo originale) è stata operata proprio in funzione di questo approfondimento delle fasi shooting che, grazie anche all’inserimento di un nuovo sistema di mira, si dimostrano ancora oggi piuttosto solide ed appaganti. Ora Tommy avrà infatti spazi più ampi in cui muoversi: dovrà passare da un riparo all’altro, recuperare medikit quando possibile, prestando ovviamente sempre attenzione alle mosse nemiche e alle risorse a disposizione.

L’arsenale, inoltre, ora ancor più ampio rispetto all’originale, comprende pistole, revolver, fucili a pompa e l’iconico mitragliatore Thompson. Ognuna, ovviamente, con un feeling diverso e caratteristiche estetiche uniche. Il rinculo delle armi, però, non sarà sempre facile da controllare e necessiterà di un po’ di esperienza prima di essere padroneggiato al meglio. Del resto, Tommy non è un soldato esperto come Lincoln Clay, il protagonista di Mafia III, e ciò si riflette sensibilmente nella sua mira instabile e meno precisa. Un ulteriore dettaglio di caratterizzazione del personaggio da non trascurare e più che apprezzabile.

 

 

C’è da dire, inoltre, che se da un lato la Definitive Edition eredita alcuni dei punti forti della terza iterazione della serie, dall’altro si appropria anche di alcuni suoi difetti, come la presenza di animazioni ancora un po’ imprecise e di un’IA nemica che si mostra non proprio brillante in fase di copertura, con nemici che rimangono spesso immobili ed il più delle volte alla completa mercé dei nostri colpi.

Se mettiamo per un attimo da parte tutti questi difetti, però, Mafia ancora oggi un titolo densissimo ed estremamente divertente da giocare, ancor di più in questa sua nuova riedizione e soprattutto volante alla mano. Hangar 13 non solo ha completamente ridisegnato la città per rendere gli spostamenti in auto più piacevoli, ma ha anche rimodellato il sistema di guida con l’obiettivo di rendere le scorribande in città e gli inseguimenti ancor più adrenalinici e coinvolgenti.

Il guide system del titolo d’esordio, se ben ricorderete, non era di certo sopraffino, anzi era limitato ed impreciso nei controlli. Ora, al contrario, appare decisamente più calibrato, più profondo e preciso: ogni modello di automobile ( ce ne sono tantissime – tutte consultabili dall’Autopedia del menù) possiede un proprio feeling, proprie caratteristiche estetiche e delle specifiche ben precise (accellerazione, tenuta, peso ecc…) che ovviamente, unite alle condizioni dell’asfalto, andranno ad influenzare la nostra guida.

 

 

L’inedita presenza delle motociclette rende poi gli spostamenti in città ancor più frenetici ed interessanti, offrendo un maggior livello di sfida nel superamento degli ostacoli urbani. A tal proposito, esattamente come nel titolo del 2002, dovremo prestare attenzione al limite di velocità presente nell’indicatore a  schermo in basso a destra, ai pedoni e agli altri veicoli in transito per non allertare la polizia.

Una cattiva condotta farà scattare immediatamente l’indicatore di allerta delle forze dell’ordine (moderato da ben 4 livelli), dando inizio all’inseguimento. Il comportamento della polizia e dei nemici, però, potrà essere regolato attraverso dalla difficoltà selezionata ad inizio partita o modificata in tempo reale dal menù.

Selezionando la modalità di difficoltà classica, l’aggressività della polizia così come quella dei nemici aumenterà: gli inseguimenti diventeranno molto più complessi da superare, i nemici molto più letali e la polizia più intransigente e meno disposta a chiudere un occhio su qualsiasi infrazione. Sempre ispirandosi al livello di sfida del titolo originale, inoltre, a questo livello la resistenza ai danni dei veicoli sarà meno elevata, la rigenerazione della barra della salute ridotta al minimo ed i nemici non compariranno nella minimappa.

Infine, per rendere l’esplorazione in città più piacevole e immediata, Hangar 13 ha aggiunto anche dei cartelli virtuali nelle strade, che ci aiutano a capire in quale direzione spostarci per raggiungere l’obiettivo della missione attiva, all’infuori della minimappa.

 

 

 

Le luci della città

Il vero protagonista di Mafia, però, resta senza dubbio il suo contesto storico.

Il vero protagonista di Mafia, però, resta senza dubbio il suo contesto storico: l’epoca del Proibizionismo rivive in un’accurata ricostruzione delle strade e dei borghi di Lost Heaven. Al motore grafico di Mafia 3 si aggiunge un nuovo sistema di illuminazione che esalta i contorni urbani, restituendo un colpo d’occhio notevole soprattutto nelle ore notturne, quando le insegne al neon delineano il profilo di una città dal volto più dannato ed accattivante. Una città che tenta di nascondere il sangue che macchia le sue strade tra lo sfarzo degli edifici della Dowtown, completi gessati e sfavillanti auto d’epoca.

 

 

C’è da dire poi che in questo nuovo rifacimento l’attenzione al dato storico emerge con maggior enfasi rispetto a quanto visto in passato, non solo per la scelta di inserire numerosi collezionabili (riviste, figurine, articoli e documenti vari) che contribuiscono a caratterizzare l’immaginario di gioco ma anche per la presenza di dialoghi inediti che mostrano gli effetti e le conseguenze della Grande Depressione del ’29.

La grande personalità di Lost Heaven resta sicuramente uno dei punti forti della produzione.

Insomma, la grande personalità di Lost Heaven resta sicuramente uno dei punti forti della produzione, non tanto per l’attenzione al dettaglio e la qualità degli scorci, quanto piuttosto per il sofisticato impasto di scenografia e musica. La selezione di brani della colonna sonora vanta ben 35 pezzi che spaziano dalle vibranti note jazz di Louis Armstrong e Django Reinhardt, fino ad arrivare ai toccanti accordi blues di Duke Ellington, per un tripudio di sonorità gloriose ed indelebili.

Spostandoci sul piano prettamente tecnico, invece, bisogna purtroppo ammettere la versione PS4 di Mafia: Definitivie Edition mostra tutta una serie di magagne. Oltre ad evidenziare la presenza di frequenti cali di frame rate durante le sparatorie e i momenti di esplorazione, sono presenti ancora numerosi bug, non certo disastrosi ma pur sempre evidenti. Si notano poi anche diversi problemi di glitch, sempre percepibili nei filmati e raramente anche in-game, che speriamo possano diminuire con delle patch correttive.

Mafia: Definitive Edition rielabora in maniera eccellente il capolavoro di Illusion Softworks, operando una sintesi perfetta tra tradizione e modernità.

Vagare per le strade di Lost Heaven restituisce una sensazione che al contempo risulta sia nuova che famigliare: la città del Paradiso Perduto, del resto, è sempre la stessa, ma decisamente più viva e vibrante nella sua nuova veste grafica e nel suo rinnovato level design. Al netto degli evidenti problemi tecnici e di un IA non sempre reattiva, lo svecchiamento delle dinamiche shooter e del sistema di guida risulta invece solido ed appagante, in grado di fornire quel pizzico di dinamismo all’intera struttura ludica. Un vero e proprio omaggio dunque, quello di Hangar 13, fedele e appassionato nei confronti dell’opera originale che va ad inspessire i punti forti dell’avventura, riuscendo a coinvolgere e a sorprendere esattamente come 18 anni fa.

 

Mafia: Definitive Edition sarà disponibile a partire dal 25 settembre 2020 per PC, PS4 e Xbox One.

 

 

 

82
Mafia: Definitive Edition, la recensione: Ritorno a Lost Heaven
Recensione di Roberta Pagnotta
ME GUSTA
  • Narrativamente fortificato
  • Lost Heaven è più bella e più viva che mai
  • Gameplay rifinito e rimodernato
  • Guide System preciso ed appagante
FAIL
  • IA nemica zoppicante
  • Evidenti e fastidiosissimi glitch
  • Bug e cali di frame rate