Inquinamento acustico, nella San Francisco del lockdown gli uccelli cantavano meglio

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Secondo uno studio dell’Università del Tennessee, durante il periodo di lockdown, nella silenziosa San Francisco, gli uccelli maschi della città avrebbero iniziato a cantare più dolcemente e migliorato la loro estensione vocale.

Insomma, mentre le strade di San Francisco si svuotavano gli uccelli maschi miglioravano il loro modo di cinguettare diventando molto più “sexy” per le femmine, secondo un nuovo studio pubblicato giovedì.

Il documento, redatto dall’Università americana e pubblicato su Science, si aggiunge ad un numero sempre più crescente di studi che descrivono come gli animali – dalle balene ai coyote – abbiano adattato i loro comportamenti durante il lockdown nelle varie parti del mondo.

Quando la città era rumorosa, cantavano davvero ad alta voce – ha detto ad AFP Elizabeth Derryberry, un’ecologa comportamentale dell’Università del Tennessee, che ha condotto lo studio pubblicato su Science.

Confrontando i dati sul canto degli uccelli raccolti negli anni precedenti con le registrazioni effettuate nelle stesse area da aprile a maggio 2020, i ricercatori hanno scoperto che i passeri, durante il lockdown, cantavano in modo molto più silenzioso, erano in grado di suonare note molto più basse e hanno ampliato la loro gamma e migliorato le loro prestazioni complessive.

Insomma, il concetto è semplice: ad esempio, quando ad una festa con la musica molta alta si deve urlare per farsi capire dagli altri, la voce difficilmente sarà al top. Diversamente, quando si può parlare in condizioni di silenzio, è possibile modulare la propria voce in modo migliore.

Insomma, è chiaro che anche l’inquinamento acustico ha un significativo impatto sui comportamenti degli animali. Nonostante il volume dei canti degli uccelli fosse calato di quasi un terzo, questi si sentivano da una distanza doppia rispetto a prima del lockdown.

Secondo gli autori, la loro ricerca ha mostrato quanto velocemente gli uccelli possono adattarsi ad ambienti mutevoli e suggeriscono che trovare soluzioni a lungo termine per ridurre l’inquinamento acustico potrebbe portare ad altri risultati positivi, come una maggiore diversità delle specie.

 

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