Un’estinzione di massa risalente a 233 milioni di anni fa – e finora sconosciuta – ha plasmato la Terra, dandole l’aspetto che ha ancora oggi.
Il fenomeno da poco scoperto, chiamato “Episodio pluviale carnico”, è stato scatenato da una fortissima eruzione vulcanica.
A scovare gli “indizi” di questa estinzione di massa la ricerca coordinata da Jacopo Dal Corso della China University of Geosciences e dove l’Italia ha avuto un ruolo chiave con il Museo delle Scienze di Trento (Muse), le Università di Ferrara e Padova, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. Lo studio è stato poi pubblicato sulla rivista Science Advances.
La scoperta non arriva ovviamente dal “nulla” ma si basa su esami di prove geologiche e paleontologiche raccolte in tanto anni di operazioni sul campo.
Andrea Marzoli, dell’Università di Padova spiega ad Ansa: nel Carnico ci fu un’enorme eruzione vulcanica, che produsse circa un milione di chilometri cubi di magma”.
In seguito all’eruzione, l’atmosfera si caricò di grandi quantità di gas serra che causarono un riscaldamento globale e un forte aumento delle precipitazioni che, secondo la ricerca, durarono circa un milione di anni.
Dopo la distruzione c’è sempre anche una rinascita, e così l’estinzione di massa del Carnico funzionò da vero e proprio “generatore” di vita, anzi: di evoluzione. Con il riscaldamento globale ci fu una importante perdita di biodiversità e, secondo i ricercatori, nacquero nuovi gruppi o altri si diversificarono rapidamente. Tra questi, ad esempio, i dinosauri.
E quella appena scoperta non è l’unica estinzione di massa: i paleontologi negli ultimi anni ne hanno identificate altre cinque, oltre a tante altre di minore entità.