Siamo arrivati all’ultimo giorno del Festival di Venezia. La chiusura del concorso spetta a Nomadland di Chloe Zhao con Frances McDormand, e intanto ci lanciamo anche nel toto Leone D’Oro in compagnia delle colleghe Sonia Serafini e Margherita Bordino.

Ed anche questa 77esima Mostra del Cinema di Venezia si è conclusa. Un’edizione molto particolare, vissuta con occhi differenti e con pellicole che sono state un po’ da specchio riflettente i nostri tempi. L’ultimo anno vissuto tra paura, incertezza e reclusione.

La Mostra del Cinema di Venezia è stata, quindi, il primo trampolino di lancio di un’industria piegata – come tante altre – da Covid-19 che sa di poter e dover ripartire, ovviamente seguendo tutte le accortezze e misure di sicurezza, così come è stato in questi oltre dieci giorni di Mostra.

Non è quindi un caso se l’ultimo film del concorso è proprio un film di rinascita, un film di viaggi e di scoperta. Una pellicola di ricerca interiore ed elaborazione del lutto, partendo dal fondo per poi rialzarsi e ricominciare.

Nomadland è una scoperta straordinaria, intima e profonda. La regista Chloe Zhao commenta il suo film dicendo:

Nell’autunno del 2018, mentre giravo Nomadland a Scottsbluff, Nebraska, vicino a un campo ghiacciato di barbabietole, mi ritrovai a sfogliare Desert Solitaire di Edward Abbey, un libro che mi aveva regalato qualcuno incontrato sulla strada.

Sfogliandolo incappai in questo passaggio: “Gli uomini vanno e vengono, le città nascono e muoiono, intere civiltà scompaiono; la terra resta, solo leggermente modificata. Restano la terra e la bellezza che strazia il cuore, dove non ci sono cuori da straziare… a volte penso, senz’altro in modo perverso, che l’uomo è un sogno, il pensiero un’illusione, e solo la roccia è reale. Roccia e sole” (Edward Abbey, Desert solitaire. Una stagione nella natura selvaggia, trad. Stefano Travagli, Baldini & Castoldi, 2015).

Per i successivi quattro mesi, mentre ci spostavamo per girare il film, fu un continuo andirivieni di nomadi; molti di essi conservavano rocce raccolte durante le peregrinazioni a bordo delle loro case su ruote alimentate dal sole. Dispensavano storie e saggezza davanti e dietro l’obiettivo della telecamera. Essendo cresciuta in città cinesi e inglesi, sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un’idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l’orizzonte.

Ho tentato di catturarne uno scorcio in questo film, sapendo che non è possibile descrivere veramente la strada americana a un’altra persona. Bisogna scoprirla da soli.

In questo ultimo Recap Live è giunto, quindi, il momento di tirare le somme di questa 77esima edizione e procedere con il consueto Toto Leone D’Oro di questa Mostra. Assieme a me ci sono state le colleghe Sonia Serafini e Margherita Bordino.

Per recuperare la live, potete vederla qui:

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