Nvidia ha annunciato di aver chiuso un accordo per l’acquisizione del chipmaker inglese Arm. Un’operazione da 40 miliardi di dollari che potrebbe incontrare un intenso scrutinio da parte delle authority per la libera concorrenza.

Nvidia ha chiuso un accordo per acquisire il chipmaker britannico Arm, oggi di proprietà di SoftBank (che l’aveva a sua volta acquisita nel 2016). L’acquisizione è stimata attorno ai 40 miliardi di dollari, contro i 31 miliardi che l’aveva pagata SoftBank quattro anni fa. La holding manterrà comunque una quota del 10%.

L’accordo prevede alcune garanzie importanti. Primo: la sede dell’azienda rimane a Cambridge. Secondo: Arm manterrà la sua neutralità nel settore B2B. Insomma, non smetterà di essere un pilastro del HiTech, fornendo le licenze per la sua tecnologia a brand del calibro di Apple (si parla di Mac con architettura Arm per il futuro), Samsung, Qualcomm e soprattutto Windows (con il suo Surface Book X con processore Arm e Windows ottimizzato sempre per architettura Arm).

Ora per Nvidia e SoftBank parte un iter che, se tutto dovesse andare come da piani, dovrebbe chiudersi tra 18 mesi. Prima l’acquisizione dovrà passare sotto la lente d’ingrandimento delle authority dei mercati coinvolti dall’acquisizione (ergo UK sì, ma anche USA, EU e Cina)

Quanto all’impegno di mantenere l’attuale business model, Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha detto che, posto che l’accordo costerà alla compagnia una cifra evidentemente importante, l’incentivo è quello di non intaccare quello che funziona con il rischio di compromettere i rapporti con gli attuali clienti.

Nvidia e Arm costruiranno un centro di ricerca dedicato alle intelligenze artificiali

Nvidia si è anche impegnata a costruire un centro di ricerca nel campo delle intelligenze artificiali a Cambridge, presente e futura sede del chipmaker britannico. L’ambizione è quella di creare un inedito supercomputer sfruttando il connubio delle tecnologie dei due brand.