Cosa succede quando le verifiche vengono corrette da un algoritmo e gli studenti lo scoprono

Una scuola statunitense ha appaltato parte della didattica ad una piattaforma di e-learning, peccato che una famiglia abbia scoperto che i test vengono corretti da un algoritmo facilmente ingannabile.

Durante l’epidemia sempre più scuole americane hanno trasferito parte della didattica online, affidandosi a piattaforme come Edgenuity. Peccato che questa piattaforme abbiano anche verifiche con voti che fanno media con quelli degli esami più tradizionali. Una volta scoperto come ingannare il sistema, è facile prendere sempre il massimo dei voti.

La storia viene raccontata dai suoi diretti protagonisti al magazine The Verge. Dana Simmons, una insegnante di storia, racconta di aver sentito suo figlio di 12 anni disperarsi per una verifica andata male. Aveva preso 50 punti su 100, una insufficienza.

Curiosamente, il voto negativo era stato assegnato a distanza di pochi secondi dalla consegna. La madre non ci mette troppo a collegare i puntini e scoprire che quel voto non è stato assegnato da un docente, ma da un algoritmo.

Il test in questione era stato svolto su Edgenuity, una delle piattaforme di insegnamento online a cui sempre più scuole elementari e medie americane stanno affidando parte della didattica per alleggerire il lavoro in classe. Ma attenzione, perché quel test non era una prova o un esercitazione, il voto assegnato dal bot fa media con il resto delle verifiche del ragazzino.

Il voto dipende interamente dalla presenza di alcune keyword

Così la donna decide di sorvegliare con attenzione le successive verifiche online del figlio, scoprendo che l’algoritmo assegna il punteggio a determinate domande basandosi esclusivamente sulla presenza o meno di alcune parole chiave. Ad esempio, alla domanda “Qual è stata l’influenza della posizione di Costantinopoli nell’egemonia dell’Impero Bizantino” il sistema di Edgenuity richiede che ci siano parole come “Cina, India, Medio Oriente, carovane, Benessere e Navi”, spiega Dana Simmons.

La cosa allucinante è che al sistema basta solo quello, tutto il resto non conta. Così le viene l’idea di fare un tentativo: scrivere una riga di introduzione e poi buttare le parole alla rinfusa senza il minimo nesso logico. Funziona: punteggio 100/100.

Oltre 20.000 scuole americane usano la piattaforma Edgenuity, la maggior parte degli studenti conosce già il trucchetto per barare.

The Verge scrive che la piattaforma in questione offre circa 300 diversi corsi e che sono 20.000 le scuole che hanno deciso di affidarsi al servizio, complice la necessità di spostare online parte della didattica durante l’epidemia. Venti dei venticinque più grandi distretti scolastici americani usano Edgenuity.

Il magazine, indagando, avrebbe scoperto almeno altri due studenti, di scuole e Stati diversi, che hanno avuto la stessa intuizione della mamma del primo ragazzino. “Ricevo il massimo del punteggio grossomodo ogni volta”, ha confessato un ragazzo un po’ più grande.

Un altro ragazzo, questa volta delle superiori, ha spiegato che online si trovano facilmente interi gruppi dedicati allo scambio delle parole chiave necessarie per superare i test. “Io ho passato Algebra 2 così, non ho studiato nulla”, dice. A differenza degli altri, lui non include tutte le parole chiave perché sa che la regola d’oro dei copioni è quella di non prendere mai il massimo dei voti. C’è il rischio che i prof si insospettiscano.

Molti altri studenti sentiti da The Verge non sono fan dell’insalatona mista di parole. Questo perché sanno che i docenti possono revisionare manualmente le risposte, e c’è il rischio che scoprano l’inganno. Così preferiscono dare risposte coerenti e logiche (ma ovviamente pregne delle paroline magiche che hanno trovato online). Una truffa perfetta, finché Edenuity e le scuole non si accorgeranno dell’enorme problema e decideranno di porvi rimedio.

 

 

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